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XXXIII DOMENICA T.O./C
13 Novembre 2016-
Viviamo il presente nel timore del Signore
La paura e la timidezza sono estranee allo spirito cristiano, che quando è autentico è al riparo da ogni ingiustizia.
Nella prima lettura il profeta Malachia dice che il giorno del Signore è quello del suo ritorno; giorno rovente per i malvagi, ma pieno di sole radioso per i giusti.
Nel passo del Vangelo di Luca (21,5-19) viene presentata la fine di Gerusalemme, sarà allora la fine di un mondo, ma ancora non sarà la fine.
Nel tramonto del mondo e della storia, quel che conta è la persevernza nella fede.
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Davanti a Te, Padre,
anche i morti vivono
La più grande fatica del Cristo, durante la sua evangelizzazione, è stata quella di sopportare i Sadducei che cercano ogni pretesto per mettere in difficoltà il Messia e trovare possibili capi di accusa. Si presentano infatti alcuni Sadducei, che notoriamente non credono che esista la risurrezione. Presumibilmente furono sobillati dagli stessi che avevano precedentemente inviato Farisei ed Erodiani a porre la questione del tributo a Cesare. Hanno sempre un atteggiamento cortese e danno la sensazione al popolo che segue Gesù, di chiedere spiegazioni, aiuto a comprendere la verità. Un giorno anche per il Cristo prevalse l'impulso umano e li apostrofò.
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UN UOMO DI NOME ZACCHEO
VOLEVA VEDERE GESU ( Lc. 19,1-10 )
Corse dunque avanti e per poterlo vedere salì sopra un sicomoro, perché doveva passare di là.
Quando Gesù arrivò sul posto, alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, presto vieni giù perché oggi devo fermarmi a casa tua.
Egli discese in fretta e lo accolse con gioia in casa. E tutti, vedendo ciò, incominciarono a mormorare dicendo: E andato ad alloggiare in casa di un paccatore.
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XXX T.O. / C
23-10-2016
DUE UOMINI
SALIRONO
AL TEMPIO A PREGARE
Gesù
nei suoi tre anni di catechesi pubblica non si è mai stancato, per inculcare
alla sua gente le grandi verità e i grandi principi, di usare il metodo delle parabole; esse
concentravano lattenzione degli ascoltatori che assimilavano con facilità
linsegnamento relativo e primario.
Oggi la Liturgia della Parola ci offre linsegnamento sul modo di pregare e di stare davanti a Dio.
Gesù,infatti, rappresenta latteggiamento religioso giusto o sbagliato mediante lopposizione tra due protagonisti.
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UNA VEDOVA DICEVA AL GUIDICE
FAMMI GIUSTIZIA CONTRO IL MIO AVVERSARIO.
Ci avviciniamo ormai a grandi passi verso la fine dellAnno Liturgico.
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Domenica T.O. 9 OTTOBRE 2016
UN LEBBROSO, VEDENDOSI GUARITO TORNO INDIETRO
II Messia, fin dall'inizio della sua vita pubblica, ha cura e premura particolare per i diseredati, i bisognosi.Compie prodigi, miracoli, come prova inconfutabile della Sua divinità.
In quel tempo la malattia incurabile era la lebbra, considerata come una impurità legale. Mosè (Lev. 13, 45-46) aveva stabilito: ". , il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo coperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo!Sarà immondo finché avrà la piaga; e immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.
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GLI APOSTOLI AL SIGNORE: ACCRESCI IN NOI LA FEDE.
Ogni domenica la Chiesa ci propone dei brani della
Parola di Dio, fonte inesauribile di insegnamento e linfa vitale per la nostra
anima.
II linguaggio di Gesù non è sempre facilmente
percepibile, perché non basato sull'assenso della nostra ragione, né condiviso
da fatti concreti, tangibili.
Quando parla di
infinito, regno dei cieli, vita eterna, queste verità possono e devono essere
accettate con la fede, il grande dono che il Signore ci ha fatto.
E la Liturgia odierna ci presenta un piccolo brano di Abacuc (625- 598 a.c.).
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XXVI domenica del
Tempo Ordinario
Anno C
Lattenzione al povero
è la misura della fede
Siamo alla chiusura del mese di Settembre e la liturgia di questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario ci invita a riflettere sulla parabola del ricco epulone e il povero Lazzaro con il grande insegnamento di Gesù per noi. ln questa parabola riportata da San Luca, lEvangelista della misericordia, la divina misericordia non è mai separata dalla divina giustizia. E lunica parabola in cui ad un personaggio viene dato un nome: Lazzaro.
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XXV domenica del
Tempo Ordinario Anno C
Signore, salvaci dalla
avidità delle ricchezze
PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
La liturgia di questa domenica ci presenta un piccolissimo brano preso dal libro del Profeta Amos. Era un mandriano, praticava innesti e coltivava i sicomori. Allimprovviso il Signore lo chiama e comincia a profetizzare alla sua gente che per lattaccamento al denaro non pensa alle sofferenze degli altri e commette ingiustizie a danno dei più poveri. E' un grosso problema che Gesù deve affrontare, perché la gente a cui si rivolgeva, aveva come unico e grande miraggio il denaro, anche per loro sinonimo di vita beata.
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Un pensiero sul Vangelo
11 Settembre 2016
GIOIA DEL PERDONO
Il perdono che Dio ci offre per i nostri peccati é fatto di amore e gioia. Non é la sentenza di un tribunale che é data molte volte con freddezza o compassione. É il cuore di Dio Padre che si rallegra per il nostro ritorno a Lui come c'insegna Gesú nella parabola che S. Luca, Evangelista della misericordia, accoglie nel suo Vangelo.
La prima parabola é quella del pastore che ritrova la pecora smarrita. Il pastore aveva cento pecore e una di loro si era smarrita Il pastore va a procurarla con tanto amore, lasciando le novantanove che stanno sicure nel recinto, percorre monti e valli fino a rincontrare quella che aveva smarrito.
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Entrare
nella logica della croce!
Cristo è il rivelatore del Padre
PENSIERO DELLA DOMENICA
In questa XXIII domenica del Tempo Ordinario la liturgia ci propone, come prima lettura, un piccolo brano preso dal libro della Bibbia "Sapienza". E stato scritto in greco da un autore assai esperto della lingua. San Paolo nelle sue lettere ne fa uso e questo lascia supporre che esso sia stato scritto verso la metà del ll° Sec. a.C. La sapienza è come un energia che discende da Dio e condanna chiunque la respinge. Perché la sapienza alleghi nel nostro cuore e nella nostra mente, declamiamo, come facevano gli antichi, il Salmo responsoriale: Donaci o Dio la sapienza del cuore".