XIX DOMENICA T.O.
TENETEVI PRONTI VIENE IL FIGLIO DELLUOMO
Gesù nella sua vita pubblica non si è limitato a risolvere i problemi quotidiani che la gente aveva, ma ha sempre indicato e spronato a percorrere la via della salvezza. Il percorso della vita è limitato nel tempo, a volte breve o addirittura brevissimo. Il Maestro, questa realtà sconcertante per lessere umano ed a volte anche motivo di preoccupazione, laffronta con tanto realismo, ma non per arrivare a conclusioni di sfiducia, ma nella prospettiva della vera vita, quella senza fine, eterna. E perché il suo linguaggio sia comprensivo ed interamente assimilato dalla sua gente, si serve sempre della Parabola ovvero un racconto che in fatti ordinari nasconde insegnamenti di realtà superiori.
Dal Vangelo di Luca (12,13-14): "Gesù disse ai suoi discepoli: non
temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di dare a voi il
Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non
invecchiano, un tesoro sicuro nei cielo, dove ladro non arriva e tarlo non
consuma. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese,
siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze,
in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il
padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si stringerà
le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se ,
giungendo nel mezzo della notte o prima dellalba, li troverà così, beati
loro
". Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro
cuore.
E la realtà, per noi sconcertante, della caducità della vita terrena, e
del tenersi sempre pronti.
Gli antichi con molta sapienza, il saluto che si scambiavano quando due
persone si incontravano, era memento mori = ricordati che devi morire.
Noi moderni questo monito lo consideriamo come un malaugurio e non vogliamo
sentirlo, perché sconvolge tutte le nostre illusorie aspirazioni di godimento
della vita.
Quanto è invece salutare la preghiera liturgica Arda nei nostri
cuori, o Padre, la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come
pellegrino, e non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nellattesa
della tua ora siamo introdotti da te nella patria eterna.
Fa che ci abituiamo ad essere vigilanti, cioè responsabili e non vuoi che
leggerezza, lincostanza o limprevidenza compromettano la salvezza di coloro
per i quali tu, o Cristo, sei morto.
Don Lucio Luzzi