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L'AIDS c'è...
io l'ho incontrata

Se non fossi... caduto, per qualche giorno, dentro una casa di fratelli malati, l'AIDS, forse, sarebbe ancora un pensiero tanto lontano da me. Per qualche anno qualcuno ne ha parlato per vendere i suoi prodotti preventivi e ... preservativi da questa malattia.
Riservata a drogati o omosessuali nell'immaginario comune, si na¬sconde invece dentro le case, nell'intimità, nella società, tra la gen¬te di cultura e tra i più sprovvisti umanamente, tra gli spacciatori o tra i turisti del piacere e delle avventure, tra persone inimmaginabili. Genitori che si contagiano tra loro per ignoranza o per incoscienza, giovani ingannati e usati. Come ha detto Papa Benedetto per l'Africa: non basta il profilattico a salvare dall'Aids. E ha pienamente ragione, p perché il problema riguarda la formazione totale dell'uomo e i comportamenti morali e umani che ne derivano per il bene stesso di ogni a persona
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"Casa Emmanuel". Quasi nascosta alla periferia di una grande città del Nord. I fratelli che abitano qui, una decina, sono quasi tutti ... contagiati e lottano, ogni giorno, contro "la bestia" che è dentro la loro carne. C'è una sorella - madre con loro, apparentemente bur¬bera, ma forte e consacrata alla tenerezza di Dio-Carità. Una donna in mezzo a questi uomini che la sentono amica, madre, sostegno, "' coraggio, carezza semplice, voce di preghiera. È la madre che prov¬vede e che sgrida al momento giusto, che dorme, sempre e solo, con un occhio, che sta in ginocchio per tutti, che raccoglie il Cristo , sofferente che grida il suo dolore, la sua stanchezza, le sue paranoie quotidiane in questi figli che lei ha scelto soltanto per amore di Lui.
Attorno a lei ruotano, con cuore di missione, fratelli e sorelle che lavorano nella struttura. Ma non è un ospedale e nemmeno una casa nella quale si attende la morte.
Non sono solo le cure mediche e le pasticche che questi fratelli "calano" ogni giorno in abbondanza


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 È il circolo virtuoso dell'amore che cerca di illuminare le giornate sempre uguali, di dare ritmo alle carrozzelle o alle giornate fermi a letto a guardare le foto di quello che... eravamo. La casa dell'Emanuele prova e vuole essere una fami¬glia, un clima di famiglia. Quella famiglia che, a livello personale, spesso, durante gli errori o subi¬to dopo, si dirada, si allontana o si rompe e porta soltanto qual¬che goccia di amore ogni tanto.
La società, noi, dove siamo? Molto lontani, intimoriti da que¬sto contagio che sembra una leb¬bra. "Non toccare", sembra es¬serci scritto sulla pelle di questi fratelli. Ed ecco la bellezza della Chiesa (questa Chiesa di cui si raccontano solo altre cose!) che raccoglie e accoglie sempre sen¬za paure, come Cristo nel suo camminare.

Dio non fa preferenza di per¬sone e ogni creatura è il Suo amo¬re. Ci diranno che siamo matti. Eppure da questi fratelli si spri¬giona  un messaggio di riflessione seria sulla vita. Lo abbiamo por¬tato avanti insieme per qualche giorno.
Abbiamo pensato a ieri, oggi, domani e all'eternità.

Ieri: l'ebbrezza delle espe¬rienze, la spavalderia di un'altra età, le sicurezze economiche e i successi, un bagno in un passato che è un mix di piacere e di dolo¬re. Perché da lì è nata la malattia e il dolore. Un muro che si pone davanti e la tua ...onnipotenza di spacciatore di droga, di conqui¬statore o altro, si trasforma, in un attimo, in impotenza e sguardo spento e disperato sul futuro.

Pause di riflessione e la crescita del vuoto dentro e attorno. La solitudine.
Oggi: dopo gli scontri, so¬prattutto famigliari con la donna, con i figli, con i genitori, le prime cure perché il corpo non rispon¬de più in tante sue parti e anche la mente prende ... via. Oggi, anche se in una casa accogliente e piena di amore, la mente fa i conti con la realtà e vive confron¬ti con se stessi in ogni campo in¬teriore della vita: chi sono, quale futuro, Dio mi perdona? tDall'altra parte sembrano ri¬nascere impulsi di vita spesso sof¬focati dalle sofferenze quotidia¬ne e anche una grande voglia di chiudersi. Bello l'impegno degli educatori nel creare sempre si¬tuazioni di apertura.

E poi la difficoltà di comuni¬care: ognuno ha la sua esperien¬za e assolutizza il suo dolore. E la difficoltà di fare comunità con persone che non ti sei scelto e con le quali devi convivere. C'è una grande fatica a perdonare a se stesso quello che è successo, stando a rivedere con la mente, infinite volte, il film dell’accaduto.
Se arriva vicino umanamente e spiritualmente un prete, si aprono.
Ho potuto esperimentare la gioia di un incontro che mi ha messo sulle mani le loro anime con semplicità e verità. Che esperienza di Dio e della mia piccolezza! Loro che si apro¬no come bambini e raccontano a Dio, l'unico che può perdonare totalmente, i loro errori umana¬mente imperdonabili (come lo sono i miei!) e cercano di risalire verso il sacro monte della vita e della vitalità spirituale.


Domani: il grande interro¬gativo, le paure, la sofferenza intima e fisica, la morte, l'abban¬dono dei propri cari. E qui si inserisce la speranza concreta cri¬stiana. Ho suggerito loro che Dio li vuole e li può fare santi. Che questa è una scala verso l'alto per chi accoglie la proposta divina. Occhi increduli quasi a dire: "Chi ...io? Ma ce l'hai con me?".
È stato faticoso e bello poter parlare di questo e seminare pro¬spettive di Vangelo dentro anime assetate di speranza. II domani si può illuminare di cielo, di pre¬ghiera, di carità, di testimonianza perché altri non facciano gli stessi errori. Ho imparato più che insegnare. "Dal letame nascono i fiori", cantava Fabrizio De Andrè.

Eternità: è la parola ultima che ho voluto lasciare loro. Quel¬la che sembra più difficile e im-proponibile. Ma ditemi: perché non dire a tutti noi che l'eternità di Dio è il grembo dal quale siamo nati e che ci aspetta tutti per la nuova nascita senza tempo? Perché negarci questa speranza, l'unica speranza.
E allora vedi questi fratelli diventare belli e splendenti, com¬muoversi in preghiere sussurrate con il cuore, ascoltare il Vangelo, fare la Comunione e sorridere.
Non è poesia, è la vita che è poesia. Nel senso che tutto è trasformato dall'amore dell'Ema¬nuele Signore di quella casa di una città del Nord, avvolta dal ghiaccio dell'inverno, ma riscal¬data da chi crede che Cristo dà sempre a tutti una nuova chance.




AS VIAS DO ESPIRITO

Imaculada Conceição

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"Eu me chamo Imaculada Conceição"

Foi a confirmação do Dogma de Fé proclamado pelo Santo Padre Pio X, depois que o povo cristão, desde séculos, dava este título à Nossa Senhora. Como sempre Nossa Senhora não propõe encontros nem  diálogos com os responsáveis da humanidade, mas se serve de uma simples camponesa, Bernadette, filha de François e de Louise, nascida o dia 07 Janeiro de 1844, em Mulino de Bolly, nos arredores de Lourdes. À miséria em que vivia a familia dos Soubirous se acrescentou para Bernadette o sofrimento da asma que não a fazia dormir.

 
Codice shinistaT

THE WAYS OF THE SPIRIT

THE LADY OF ALL NATIONS

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THE  LADY OF ALL NATIONS
On March 25, 1945 Our Lady appeared in Amsterdam to Ida Peerdeman (†1996).
This was the first of 56 apparitions, which took place between 1945 and 1959.
On May 31, 2002, the local bishop came to the conclusion that the apparitions of Amsterdam are of supernatural origin. Our Lady appears under a new title,
 “The Lady of All Nations” or “The Mother of All Nations”.
In this time she wants to be made known and loved by everyone under this title.
In a prophetic way, she gives, above all, an impressive insight about the situation in the Church and in the world. In the messages, Mary gradually reveals a plan with which God wants to save the world and prepare it for a new outpouring of the Holy Spirit.
Accordingly, she gives all peoples and nations an image and a prayer:


 


 

LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

MARIA DE LA ESPERA

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MARIA DE LA ESPERA

La auténtica tristeza se apodera de nosotros no cuando llegamos a casa por la noche y nos topamos con que nadie nos espera, sino cuando nosotros ya no esperamos nada. Sufrimos la más oscura soledad no cuando el fuego del corazón se extingue, sino cuando ya no queremos encenderlo, ni siquiera para la llegada de un posible huésped.
La verdadera tristeza sobreviene cuando creemos que la música ya no tocará para nosotros, y que nadie volverá a llamar a nuestra puerta. Pensamos que ya nunca saltaremos de gusto ante una buena noticia, y que ya nada nos volverá a sorprender jamás. Y así la vida transcurre directo hacia un epílogo que nunca llega, como una cinta que terminó y sigue desenrollándose sin producir sonido, hasta que por fin se detiene.

WEGE DES GEISTES

" SAN PIETRO: IL PRIMO PAPA "



"  SAN PIETRO: IL PRIMO PAPA "


Vangelo di Matteo:  16=13,19

Una riflessione



" Io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificheró la mia Chiesa"


La chiesa sempre commemora la Cattedra di San Pietro da tempi lontanissimi.  Fino dal IV sécolo, con questa celebrazione  si vuole far  risaltare il fatto che, come un dono di Gesú Cristo per noi, l'edificio della sua chiesa si appoggia sul principe degli apostoli, il quale gode di un aiuto divino particolare per eseguire questa missione.  Cosí lo manifestó il Signore in Cesarea di Filippo.  In effetti, soltanto Pietro é scielto perché sia proposto alla economia divina, che chiama tutte le genti alla salvezza e sia il capo di tutti gli apostoli e di tutti i padri della chiesa (San Leone Magno)

Preghiere

PERCHÉ E COME PREGARE ? Un pensiero

PERCHÉ  E  COME   PREGARE  ?
          Un pensiero


La preghiera come dialogo com Dio é un bene sommo, essendo una vera intimitá con Lui stesso. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono schiariti cosí anche l'anima che é tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Non deve essere frattanto una preghiera fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore e non deve essere circonscritta a determinati tempi e ore ma fiorire continuamente notte e giorno. Non bisogna innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che anche quando siamo occupati in altre faccende sia nella cura verso i poveri sia in altre attivitá inpreziosite magari dalla generositá verso il prossimo, abbiamo il  desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall'amore divino come da sale, tutto diventi cibo gostosissimo al Signore dell'universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi, per tutta la vita se a questo tipo di preghiera dedichiamo il piú possibile del nostro tempo. La preghiera é la luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo. L'anima elevata per mezzo suo in alto fino al cielo abbraccia il Signore con amplessi ineffabili.  La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio  e allo stesso tempo rende felice l'anima perché appaga le sue aspirazioni, dovendo essere una preghiera autentica e non sole parole meccaniche.   Essa é um desiderio di Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini ma prodotto di una grazia divina. Di essa l'Apostolo dice: " non sappiamo pregare come conviene, ma lo spirito santo intercede per noi con gemiti inesprimibili."( Rom. 8.26b)  Se il  Signore da a qualcuno tale modo di pregare é una richezza da valorizare  e un cibo celeste che sazia l'anima. S elo ha gustato si accende il desiderio celeste per il Signore come un fuoco ardente che infiamma l'anima. Dobbiamo abbellire la nostra casa di modestia e umiltá mediante la pratica della preghiera e rendere splendida la nostra abitazione con la luce della giustizia e ornare le pareti con opere buone come una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose collocare la fede e la magnimitá ponendo ogni cosa in alto sul fastigio la preghiera e decoro di tutte le cose.  Solo cosí prepariamo al Signore una degna demora e cosí lo accoglieremo  in splendida reggia e  cosí trasformerai la tua anima in un tempio della sua presenza...........