Domanda di moda
da qualche decennio...
Questa curiosa domanda è venuta di moda da qualche decennio. Un credente di altri tempi si sarebbe scandalizzato, al semplice sentirsela in mente. Oggi si vuole essere razionali, o più chiaramente, ragionevoli, e mi sta bene. Ma quando si parla di Fede Cristiana, bisogna ricordare sempre che le verità rivelate non sono il prodotto della nostra mente, bensì della rivelazione di Dio, in persona di Gesù Cristo. Se si dimentica questo, tutto può apparire incredibile.
San Michele Arcangelo schiaccia Satana
Messa da parte ogni altra questione, vogliamo, adesso, far luce su di una verità che ha fatto sempre tanta paura (forse anche una specie di paura magica, tutt'altro che cristiana!): l'INFERNO, parlandone secondo la Dottrina della Chiesa, nella maniera più accessibile alla sensibilità e alle esigenze del nostro tempo.
Cominciamo con il termine stesso: inferno. Non è che sia molto esatto (accade spesso nel linguaggio religioso!), perché, così come suona, deriva dal termine latino Inferus, (meglio al plurale Inferi, che indica luoghi sotterranei e allude a tombe, caverne, luoghi sprofondati nelle viscere della terra. Difatti ricordare l'espressione del Simbolo Apostolico, che, per indicare la discesa di Cristo, subito dopo la morte, al cosiddetto Limbo dei Santi Padri, recitava in latino: descendit ad inferos, tradotto in modo maldestro in italiano: discese all'inferno (ma, scusate: che andava a fare, Gesù, all'inferno?!). Nel significato più esatto, "Inferno" indica lo stato di eterna privazione di Dio e della sua visione beatifica.
Dunque è stato, modo di essere per sempre infelici, dannati (cioè condannati; ma poi diremo in che senso condannati) non luogo della perdizione eterna. Al di là del corporeo, della realtà terrena, c'è solo spirito, e in esso non ci sono elementi di tempo e di spazio. Si è parlato di luogo, sia per l'inferno che per il purgatorio e il paradiso, per usare termini accessibili al popolo. Ora conviene metterli da parte. Ripetiamo: è lo stato, il modo di essere dove l'uomo, prima con la sola anima, poi anche con il corpo, si ritrova per sempre privato della visione beatifica del Sommo ed Unico Bene, Dio. Per farvene un'idea (ma solo analogica, cioè ampiamente approssimativa), provate ad immaginare come si viene a trovare una ragazza tradita da un fidanzato che adorava. Anche se fosse su di un trono, si sentirebbe disperata, uccisa! Proprio così: lo stato di disperazione in cui si trova le fa dire, appunto, di sentirsi l'inferno dentro.
Rimettendo al prossimo articolo le ragioni di Fede che assicurano l'esistenza dell'inferno, limitiamoci, per ora, a dire che questa verità di Fede ha finito di apparire assurda, solo per il rivestimento popolare con cui spesso è stata presentata da catechisti e predicatori. La presenza del diavolo e del fuoco eterno hanno preso forme mitologiche etrusco egiziane, con accentuazioni fantasiose, che hanno, creato un orrido magico sacrale, non corrispondente alla dottrina della Chiesa e nemmeno alle varie descrizioni che Gesù ci ha lasciato, desunte dall'immagine corrente del mondo e dalle realtà concrete, che aveva davanti.
Padre Bernardino Bordo, passionista