... la esercitò anche nella sua vita terrena
E difficile parlare della speranza come virtù teologale di un'anima che vive di una profonda unione con Dio, come si osserva in Lucia. Lucia si rimise ai saggi consigli del Santo suo direttore spirituale che le raccomandava di non perdere mai la fiducia nella misericordia divina anche nei momenti di prove interiori terribili" di "battaglie orribilissime (Positio,111,90).
Ma Lucia esercitò la speranza anche nella sua vita esteriore; sappiamo che la famiglia numerosa del fratello aveva creato problemi di spazio nelle poverissime stanzette; forse anche da parte della cognata ebbe qualche screzio. Ma essa non perdette mai la pace, sopportando tutto per amor di Dio; anzi quando in un solo giorno il fratello fu colpito dalla morte di due giovanissimi figlioli, lo consolò e lo invitò a fare visita a San Paolo della Croce per averne conforto.
Quando poi nel 1748 le morì la madre, ne pianse amaramente, ma accettò dal Signore quella prova come un atto della divina Volontà. Perciò si era scelta come modello Maria Santissima Addolorata, secondo il consiglio del suo direttore spirituale.
Una prova grande per la sua speranza fu quella dell'abbraccio mistico del Crocifisso; Lucia volle chiedere se fosse salva, ma dal Crocifisso che pure aveva staccato le braccia per stringerla a sé, non giunse nessuna risposta. Questo silenzio suscitò una tempesta nel suo cuore, né ebbe pace se non dopo un pellegrinaggio impetratorio a Loreto, ove un confessore le disse che quel silenzio non indicava un rifiuto, ma un invito a percorrere la via del Calvario.
La sua speranza ebbe modo dì estrinsecarsi nella sopportazione della sua salute e delle successive malattie. D. Lucattini scrisse: "Patisce nel corpo, sì, ma con animo pacifico, con faccia serena e riposata nel divin beneplacito".
Padre Bernardino Bordo - Passionista