Questo è l'inferno: io ci sono stato...
La prima volta ti marchia in fondo all'anima: vomiti, ti accartocci, ti si spacca il petto eppure, in quello stesso istante, ti sembra di stare in paradiso.
La droga uccide le emozioni, cancella l'ansia, gli affanni, il dolore. Non senti fame, freddo, solitudine. Poi l'effetto svanisce e ti resta questa cosa nella testa, questo posto dove vuoi tornare.
Ci pensi e ci ripensi e se la cerchi ancora sei spacciato. Ti rifai e sei di nuovo in mezzo agli angeli.
Ma dura meno.
Dura troppo poco e ti ritrovi d'un botto sulla terra, con tutti i tuoi problemi che ti aspettano e questo chiodo già fisso nella testa. La cerchi ancora... ancora... ancora.
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Me l'hanno detto: quel paradiso è solo un'illusione, lo vedi un attimo e dopo è già sparito.
Ma non ci credi, non lo puoi accettare, allora pensi: è la dose che non basta.
Ti fai di più, ti spari nelle vene più veleno e per un attimo ti sembra che si, forse... niente da fare. Quel posto senza affanni non esiste.
Qualcuno lo capisce ma è già tardi: al chiodo fisso in testa si sovrappone una lama nella pancia.
Senza una dose stai male da impazzire.
Comincia con una cosa scema: ti cola il naso, sembra un raffreddore.
Poi ti sorprende un crampo: qualcosa che ti morde nello stomaco. Sudi, respiri. Pensi: "adesso passa".
Un altro crampo ti scatena il panico: una dose, ci vuole un'altra dose! Dov'è lo spacciatore?
Ti servono più snidi. Nessuno ti regala niente.
II male esplode dentro, un coltello ti fruga nello stomaco.
Nell'intervallo tra una crisi e l'altra l'unica è sbattersi per trovare soldi. Li chiedo in giro. Rubi qualsiasi cosa.
Anche a tua madre. Qualcuno si vende sulla strada.
Uomini, donne, è per tutti uguale: dai via quello che hai, per pochi euro, fino a quando c'è qualcuno che lo vuole.
Ti fai schifo e non ti importa nulla. Pensi solo a trovare la tua droga o qualcos'altro che ti tenga quieto.
Amici che ti aiutano? All'inizio qualcuno ci si mette, ma dura poco: di te non si fida più nessuno e anche tu nomi fidi di nessuno.
E vai avanti e consumi la tua vita, tra un buco e l'altro, in un deserto nero,, senza affetti, senza sentimenti.
E quando finalmente ti rifai hai tre minuti per tirare il fiato. Pochi secondi e già ti prende male.
Perché lo sai, il tempo passa in fretta e la crisi quando arriva non aspetta. Tre minuti e via, si ricomincia.
Un mese, due, sei mesi. Le vene si distruggono. Non sai più dove infilare l'ago e ti buchi nei piedi, nella lingua.
Non ti lavi, non mangi, hai i denti marci; ti becchi un'infezione dopo l'altra e dici a tutti: "non me ne frega niente!" Smettere? Qualche volta ci si pensa.
È come un lampo, forse ci provi pure. Ma poi arriva quel coltello nella pancia e al massimo puoi pensare di morire.
Stammi a sentire, non ti racconto balle: per disintossicarti non ci vuole molto, il corpo si ripulisce in fretta ma non basta. Le crisi passano, ma ti resta quel pensiero nella testa, per mesi e anni.
Quel chiodo fisso: un'altra volta, un'altra volta ancora... Questo è l'inferno: io ci sono stato".
UN EX TOSSICODIPENDENTE