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La speranza
Non bastano le parole per
insegnare la dottrina del Signore


Ciò che convertì i primi  cristiani  fu la vita di coloro che la mettevano in pratica, il comportamento confermato dalla carità, il richiamo  alla gioia e alla pace che lentamente permetteva di penetrare nel mistero della grazia che è l’essenza della vita cristiana. L’invito alla universale semplicità è molto importante ed è ancora più importante dimostrare con fatti e parole che in questa epoca  in alcune circostanze, una qualsiasi persona afflitta da difetti e debolezza può vivere ugualmente una vita cristiana nella grazia allontanando le tentazioni e accontentandosi di poco.
 
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E’ importante che ci siano questi uomini e queste donne con le loro vite normali, che alimentino la gioia e la pace di Cristo, la speranza di raggiungere una esistenza che valga la pena di vivere, felici di questa loro vita sulla terra tra pene e gioie, appagati nel pensiero dell’ attesa di quella completamente gioiosa del cielo!

Con il loro esempio contribuiranno a preservare i giovani dalla corruzione del pessimismo!

Infatti la vita di ogni giorno mette alla prova la nostra certezza e per ottenere una maggiore libertà nel nostro cuore dobbiamo lottare con coraggio cercando di condurre una vita adamantina ed avere la forza di ricominciare sempre da capo.

Questo modo di sentire la vita ed il comportamento che ne consegue lascia perplessità e qualche volta anche incomprensione ma molto spesso la carità, amabilità, sincerità, porta ad un inizio di conversione.

Naturalmente questo comportamento suscita molte domande, prima fra tutte “dov’è la pace e la gioia in mezzo a tante rinunce e pene?”.

Queste domande potrebbero rimanere senza risposte se non ci fosse l’esempio e l’amicizia che facilita la confidenza e attraverso essa l’ affermazione degli esempi in cui si testimoniano gli obblighi, la lealtà, l’allegrezza; attraverso questa  vicinanza si potrà parlare delle inquietudini che si nascondono nel cuore  di ognuno di noi ed in modo naturale, lentamente, gli altri sentiranno  nascere nel loro animo il desiderio di cambiare, nascerà in loro l’affetto, la pazienza, la serenità, il rispetto ed il bisogno di speranza.

Infatti Gesù non si stanca mai di spiegare le sue opere anche davanti a coloro i quali  vorrebbero dare alle sue parole un altro oscuro significato.

La sua amorevolezza e la sua semplicità hanno consentito alle sue parole di raggiungere, regalando una verità sublime, gli animi più semplici.

Perciò ecco un insegnamento importante che giunge da lontano: la preghiera e l’amicizia permettono di toccare il profondo di ogni anima e attraverso la speranza, illuminare con la luce di Gesù la mente ed il cuore di molti.

Prof.ssa
  Maria Luisa de Gasperis

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AS VIAS DO ESPIRITO

QUARTO DOMINGO DO TEMPO COMUM

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QUARTO DOMINGO DO TEMPO COMUM
02 FEVEREIRO 2014
 
UM PENSAMENTO

As leituras desse domingo nos propõem uma reflexão sobre o "Reino" e a sua lógica. Mostram que o projeto de Deus roda em sentido contrário à logica do mundo. Nos esquemas de Deus, ao contrario dos esquemas do mundo, são os pobres, os humildes, os que aceitaram despir-se do egoismo, do orgulho, dos próprios interesses que são verdadeiramente felizes. O Reino é para eles! 


THE WAYS OF THE SPIRIT

To Mary, a model of Faith

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To Mary, a model of Faith

Written by H.E. Cardinal
Angelo Comastri

Virgin Mary,
The lantern of Your faith has always been lighted;
You are the Advocate! Put oil in our poor lanterns
so that the light of our life enlightens “the Holy Face of Jesus”.



Virgin Mary, we are people of little faith;
A single sign of difficulty scares us;
A single doubt dampens our enthusiasm.



LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

Domingo de la Divina Misericordia

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Domingo de la Divina Misericordia
A la imagen de Jesús Misericordioso se le da con frecuencia el nombre de imagen de la Divina Misericordia. Es justo porque la Misericordia de Dios hacia el hombre se reveló con la mayor plenitud en el misterio pascual de Cristo. La imagen no presenta solamente la Misericordia de Dios, sino que también es una señal que ha de recordar el deber cristiano de confiar en Dios y amar activamente al prójimo. En la parte de abajo – según la voluntad de Cristo – figura la firma: “Jesús, en Ti confío”. “Esta imagen ha de recordar las exigencias de Mi misericordia, porque la fe sin obras, por fuerte que sea, es inútil” (Diario 742).

WEGE DES GEISTES

A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio». (Gv 1, 12)

PASSI, DIFFICILI
     del NUOVO TESTAMINTO


A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio». (Gv 1, 12)
Questa affermazione categorica è stata posta dall'evangelista Giovanni proprio all'inizio del suo Vangelo. Verosimilmente intendeva precisare una frase dell'apostolo Paolo che aveva già preso spazio nella mentalità della prima generazione cristiana:«Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi» (Rom 8,15).
 Paolo l'aveva indirizzata alla comunità cristiana residente in Roma, verso la fine degli anni 50 e.v., ma, il concetto di figliazione adottiva lo aveva espresso già nell'altra sua lettera: quella ai Galati, di quattro o cinque anni prima (Gal 4, 5).

Questo fatto spiega perché quasi tutta l'epistolografia paolina e, fin dai primi tempi, la stessa liturgia proto cristiana, sia piena di riferimenti alla adozione a figli".

Ora più volte abbiamo ricordato ai nostri lettori che la S. Scrittura è il luogo primario della verità rivelata; ma per raggiungere ciò che realmente intendeva trasmettere lo scrittore ispirato, bisogna assolutamente tener conto del suo modo di esprimersi, dell'idea che si era fatta del mondo, tipica del contesto socio culturale dove viveva.
Paolo apostolo potrebbe aver frequentato le scuole ellenistiche a Tarso, sua città natale, e in seguito, di certo, quella biblica, sotto Gamaliel I, a Gerusalemme.

 Non aveva invece studiato diritto romano (anche se sapeva che un civis romanus non poteva essere flagellato  come seppe dichiarare davanti a chi stava per frustarlo!)

E pertanto non poteva sapere che l'adozione è una fictio juris, una finzione giuridica.

Ora S. Paolo tutt'altro intendeva dire che Dio avesse usato una finzione, nel chiamarci figli! Difatti, già al versetto appresso, scriveva espressamente: «Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio» (v 16). Non dice più figli adottivi. Lo Spirito Santo non può, certo, fingere!

Ecco, allora l'evangelista Giovanni proclamare solennemente che coloro i quali aveva¬no accettato il Verbo fattosi carne sarebbero diventati figli di Dio, non per titoli umani, ma perché «da Dio sono stati generati»( Gv 1, 13).

 E nella sua Prima lettera, ancora più categorico e dissuadente da ogni interpretazione diversa: « Vedete quale grande amore ci ha mostrato il Padre, da essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente!» (1 Gv 3, 1).

Quindi non figli adottivi, ma veri figli: figli per titolo di generazione, non di adozione! Il lettore doveva comprendere che il Padre ci aveva realmente generati nel Verbo.

In verità, anche Paolo con quel termine sfortunato  intendeva semplicemente distin¬guere la figliazione di Gesù da quella nostra.

Quella di Gesù, come avrebbe poi chiarito la Chiesa, è di Figlio di Dio per natura; noi per grazia. Cioè Lui è stato generato direttamente come Seconda Persona della SS. Trinità e Dio Lui stesso; noi per degnazione infinita del Padre, il quale ha allungato a noi, in una maniera che nessuna mente potrà mai scandagliare, la stessa figliazione e dignità del suo Unico Figlio, Gesù.


Preghiere

Signore!


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Signore!

I dubbi sulla mia misericordia e sulla Tua provvidenza verso tutti gli uomini, mi assillano, non mi concedono né tregua né pace;la mia voglia di “profitto” è incalzante; il mio “io” è sempre aggressivo, prevaricante, invasivo, totalitario...