Girando dentro le baracche
A circa 400 km da Campo Grande, capitale del Mato Grosso, sorge Tres Lagoas, una cittadina di oltre 70.000 abitanti. Il suo nome nasce dalla presenza di tre laghetti che rendono più bello il luogo.
Siamo sulle rive del grande fiume Paranà.
Su una sponda ti ritrovi oggi tante baracche o piccole case dove si affollano migliaia di persone.
Manca ancora quasi tutto e si vive di niente.
Strade, luce, acqua, fogne ecc.. non esistono o si intravedono soltanto.
Ma qualcosa si sta muovendo.
Le famiglie sono corse da ogni parte in cerca di una sistemazione, portandosi dietro problemi, bisogni di ogni genere. Non sai dove mettere le mani. Li vedi tu, te li presentano loro stessi e vieni preso in una morsa che ti toglie il respiro.
Avevo sentito dei racconti, ma la realtà è più sconvolgente.
Ligiene non abita lì, le malattie, specie infantili, non risparmiano quasi nessuno, e poi la fame, la scuola, il lavoro, le prime necessità e soprattutto la possibilità di una educazione umana e cristiana sono cose per cui ci stiamo battendo.
E dopo qualche anno qualche cambiamento è visibile, specie per noi che conosciamo gli inizi.
Lartefice principale di questa impresa umana e cristiana è Armando, che tutti ormai considerano di casa, ma che vive nella precarietà e nel pericolo ogni giorno.
Non solo pericolo di non farcela, ma anche rischio della vita, come già è accaduto.
Il suo animo ormai brasiliano e la sua fede collaudata lo sostengono giorno dopo giorno.
Ma non è il solo. Con lui collaborano i gruppi Amici Armando presenti in varie città dItalia.
Gente che ha fatto propria questa avventura di nascita e resurrezione, che si inventa iniziative di ogni genere per raccogliere fondi e mezzi, che lascia e parte per esserci, per partecipare oltre che condividere.
E il vecchio sistema di vivere storicamente la propria fede, la propria missione di inviati, di realizzare una salvezza insieme.
Io lì ho sentito il mio spirito ridestarsi e rendersi fecondo, lì mi sono sentito felice di far parte del popolo dei credenti che si batte per salvare, per risorgere.
Ed ho sperimentato oggi la mia felicità che sto condividendo con te, perché anche tu sei chiamato a questa gioia di chi dona, di chi rende felici, di chi vuol vivere fino in fondo.
Spero che tu ci sarai.
E il destino che ti ha riservato il tuo Dio, che è anche il mio, il nostro.
Tuo Don Luigi Giovannoni