Con un gemito lo chiese al Crocifisso
Che fare? Resistere ancora all'impeto che non riesce più a contenere e tende a sollevarla in alto, in direzione di un Crocifisso a dimensione naturale?
Nel silenzio della navata di sinistra della chiesa parrocchiale di Piansano (VT) si erano uditi dei sospiri mal trattenuti, provenienti da una donna, ancora in età giovanile, Lucia Burlini, che prima di tornare al telaio, aveva inteso il bisogno di scendere in chiesa, davanti a quel simulacro che l'attraeva ogni volta di più.
Ve l'aveva spinta un'angoscia profonda, provocata dai pronunciamenti del sacerdote al quale si rivolgeva per consigli e che aveva disapprovato duramente quel suo insistere a ricevere Gesù nell' eucaristia, ogni giorno, contro la prassi ordinaria, con disappunto dei fedeli e riserve da parte di alcuni del clero locale.
Neppure alle Maestre Pie era concesso di fare altrettanto, neppure alle claustrali, neppure ai religiosi non sacerdoti, ai quali si permetteva la comunione eucaristica solo una volta o due la settimana. e dietro consiglio del confessore.
Lei chi era?
Lucia aveva risposto che così le aveva concesso il suo direttore spirituale, il p. Paolo della Croce. un missionario assai noto in Italia, fondatore di un Istituto missionario, assai apprezzato in ambienti vaticani.
E aveva continuato. Ma aveva continuato anche la disapprovazione del prete e degli altri, sicché era doveroso, per lei. rimettere in questione tutto il suo stile di vita spirituale, forse effetto di una prolungata e presuntuosa illusione...
Vide l'inutilità di tanti suoi sacrifici, perché affrontati per amor proprio e chissà per quali altri motivi, vide errori, forse sacrilegi, sotterfugi: tutto puntava verso lo smarrimento dei punti di riferimento che l'avevano guidata fin li All'improvviso intese come un brivido di spavento: Dannarsi ?!
E dopo tante aspirazioni verso la santità, dietro impulsi interiori che anche il suo santo direttore aveva approvato e sospinto sempre più avanti.
Lo sguardo pieno di lacrime si levò in alto, al Ss. Crocifisso, come a cercare uno scampo e vide che la Sacra Immagine si animava: le pupille si aprivano; la guadavano con tenerezza inesprimibile. Adesso anche la mano destra si stava staccando dalla croce e la invitata a sé. Un'illusione?
Ancora un inganno, di quelli che le avevano contestato?
Stranamente, ogni timore era svanito, mentre l' azione divina s'impossessava di lei, la sollevava, per giungere fra le braccia del Ss. Crocifisso che ora l'abbracciava con tenerezza arcana.
Eppure un certo sottofondo di timore rimaneva ancora e Lucia non poté liberarsi dal bisogno di chiedere a Gesù di dissiparglielo.
Con un gemito amoroso e doloroso (come s' era espresso con lei S Paolo della Croce) chiese: Dimmi, o Gesù, mi salverò io? Davvero?
L'abbraccio continuò, senza che la privilegiata potesse computare la lunghezza; ma la risposta non venne.
La visione terminò con Lucia sulla panca in ginocchio, e un tumulto d'amore mai provato fin lì, ma anche con quel sottile timore che le restava in fondo all'anima.
Ne informò S. Paolo della Croce, attraverso lettera; ma prima che le giungesse la risposta aveva colto l'occasione di un pellegrinaggio, a piedi, al santuario mariano di Loreto
qualcosa come 400 km, fra andata e ritorno).
Ne chiese chiarimento ad un confessore che le rispose: quell'abbraccio non era la risposta più convincente della chiamata non solo alla salvezza, ma alla santità?...
Lo avrebbe letto ancora più autorevolmente sulla lettera di S. Paolo della Croce. Con la precisazione, tipica del grande direttore di anime: Gesù non vi ha risposto sensibilmente, perché vuole che noi camminiamo dietro a Lui, in pura fede e santo amore".
Padre Bernardino, passionista
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