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Basta volere
 
Né Dio, né la grazia dello Spirito Santo
diminuiscono la nostra libertà.
Per fare il bene è
sufficiente volerlo.


San Giovanni Crisostomo,
Lettera alla diaconessa Olimpia
(10, 1; SC 13bis, p. 242; cfr. PG 58, 471)
 
Nella teologia occidentale si parla molto della necessità della grazia. Fin dall'epoca di Sant'Agostino si scrivono trattati in proposito. Sant'Agostino introdusse concetti come «grazia preveniente», «grazia cooperante, coadiuvante». Mette molto in risalto la debolezza umana, perché scrive contro i pelagiani, che sopravvalutavano le forze umane. In Oriente questa eresia era meno diffusa. Per questo i Padri greci, al contrario, mettono in risalto il tema della volontà umana. Della grazia parlano a un altro proposito: la «deificazione dell'uomo».

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San Giovanni Damasceno,
Dottore della Chiesa
 
L’uomo è fatto a immagine di Dio, e perciò la grazia si identifica con la sua natura, appartiene alla struttura umana. Certo, anche in Oriente sorsero discussioni su ciò che in noi è «opera divina» e ciò che è «opera umana».

Questo ha dato a San Giovanni Damasceno l'occasione di sviluppare la dottrina sulla libertà umana e sull'aiuto divino (synergeia), che spiega chiaramente come l'uomo abbia ricevuto la capacità di scegliere tra il bene e il male, ma malgrado ciò la realizzazione del bene dipenda dalla collaborazione divina con la nostra volontà.
 
In seguito queste discussioni si i fecero molto vivaci e i teorici combattevano le opinioni l'uno dell'altro. Ecco perché gli autori spirituali pratici davano un consiglio più semplice, come scrive ad esempio Sant' Ignazio di Loyola: «Devi fare come se tutto dipendesse da te, ma prega come se tutto dipendesse solo dalla grazia di Dio».
 
Non è una regola nuova. Si trova già nelle omelie dello Pseudo-Macario e vi è spiegata con un paragone evidente. Il contadino lavora e tutti sanno che di solito il raccolto dipende da come ha coltivato il campo. Ma il contadino prega anche perché il raccolto dipende dal tempo, dal sole e dalla pioggia, che sono doni del cielo. L'azione dell'uomo e l'azione di Dio si uniscono qui in un'unica azione.

Nelle discussioni in Occidente è nato invece un altro paragone. Non si tratta del fatto che il peso del progresso sarebbe diviso in due, come due cavalli sono attaccati allo stesso carro. È piuttosto come quando una mano scrive una lettera con la penna.
 
Tutta la lettera è scritta con la penna e tutta la lettera è scritta a mano. Lo esprime in maniera molto bella l'espressione greca synergeia. Qui, insieme all'energia umana, agisce anche l'energia di Dio, così come, in Cristo, Dio si è incarnato nell'uomo, perché vi fosse un'unica persona, il Dio-Uomo, che poi divenne una cosa sola con chi possiede il suo Spirito.

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LODI ALL'ALTISSIMO

AS VIAS DO ESPIRITO

TERCEIRO DOMINGO DA QUARESMA

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TERCEIRO DOMINGO DA QUARESMA
08 MARÇO 2015
UMA REFLEXÃO


A liturgia do Terceiro Domingo da Quaresma nos dá conta da eterna preocupação de Deus em conduzir os homens ao encontro da vida  nova. Nesse sentido a palavra de Deus  que nos é proposta apresenta sugestões diversas de conversão e de renovação.  Na primeira leitura, Deus nos oferece um conjunto de indicações  (mandamentos) que devem  balizar a nossa caminhada pela vida.  São indicações que dizem respeito à duas dimensões fundamentais  da nossa existência: a nossa relação com Deus e a nossa relação com os irmãos.
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THE WAYS OF THE SPIRIT

Letter to Baby Jesus

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To Baby Jesus
Stars Street
Heaven

I’m here at the church, just for curiosity, to see you in the crib in a moment when nobody is in.
I need to ask you some questions. I know that during your life you had a lot of troubles and some of yours don’t skimped  criticism, malicious questions and bad opinion about your actions. But why when you do  good you are always insulted? THE HUMAN HISTORY IS ALWAYS THE SAME!


 

WEGE DES GEISTES

II DOMENICA DI PASQUA

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II domenica
di Pasqua



Dalla Pasqua nasce
un popolo nuovo


PENSIERO DELLA DOMENICA

 
Dopo la Risurrezione, Gesù apparve dieci volte: alle donne al sepolcro, a Pietro, ai due di Emmaus, a parecchi apostoli in Gerusalemme, assente Tommaso, poi con lui presente, al lago di Tiberiade, al monte di Galilea, a mensa per l’ultima volta, all’Ascensione. Ma non tutto, come dice Giovanni, è stato scritto. Abbiamo celebrato con la liturgia i trionfi della risurrezione ed ora per quaranta giorni, fino all’Ascensione, Gesù deve convincere gli apostoli che con il suo glorioso corpo, non è un fantasma, ma è veramente in carne ed ossa, come loro per tre anni lo avevano sempre visto, standogli accanto. In verità gli apostoli della sua risurrezione, tante volte preannunciata, non avevano capito niente. I discorsi che il Maestro faceva loro, di passione, morte e risurrezione, erano inconcepibili!

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Hanno dovuto costatare di persona, i tragici fatti del tradimento di uno di loro e della fine cruenta del loro Signore.

Tanta è la delusione e lo scoraggiamento, che non riescono nemmeno a ipotizzare che la promessa del Cristo di vincere la morte, si possa essere realizzata; e mentre i più anziani non esprimono giudizi, il più giovane, Tommaso, confermerà la sua incredulità, più facile e più radicata a quella età, con drastiche decisioni: “... io se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mano nel suo costato, non crederò...”.

E Gesù lo prende in parola: ”… Tommaso, metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente…”.

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L’hai notato l’atteggiamento del Cristo? Non c’è una parola di rimprovero, per il comportamento vile dei suoi amici, dall’arresto nell’orto degli ulivi in poi.

A Lui interessa confermarli nella fede, manifestando il suo amore e le sue premure di sempre per i suoi amici ai quali dovra’ dare quando li lascera’ definitivamente per tornare al Padre, il compito arduo “…andate in tutto il mondo, predicate e convertite, testimoniando con la vostra fede”.

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Quando Tommaso si getta a terra e fa, finalmente, la sua professione di fede “Mio Signore e mio Dio!” Gesù si rivolge a me e a tutti noi dicendo

“Beati quelli che pur non avendo visto crederanno... “

Qui sta il segreto della nostra fede. Quante volte anche noi vorremmo avere prove concrete, tangibili su tanti aspetti della nostra religione che ci sembrano assurdi, inconcepibili, perché al di fuori completamente dell’uso dei nostri senso.

E scatta la nostra incredulità, senza che ce ne accorgiamo, a negare in pratica anche i principali motivi di gioia, che ci propone la nostra fede.

Quante volte avrai inteso dire e tu stesso ti sei posto l’interrogativo "... si leggo il Vangelo e rimango attratto da questi eventi… però questa vita eterna - paradiso, di cui tanto si parla, esisterà davvero? Nemmeno le mie persone care, dopo la loro vita terrena sono venute mai a dirmi niente, a darmi certezze…”.

Lo sai perché a volte ti assillano questi pensieri? Perché con le esperienze amare della nostra vita quotidiana, sembra impossibile che possa esistere un luogo, un tempo di completa felicità, senza fine!

Perché la Chiesa continua a farci cantare
A L L E L U I A?


Proprio perché Cristo con la sua morte e risurrezione ha garantito a ciascuno di noi un posto in questa felicità senza fine.

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Allontana dalla tua mente l’incredulità. Fidati di Cristo, verità e vita, e anche io e te, gettiamoci insieme in ginocchio e ripetiamo dal profondo del cuore anche noi

“CREDO SIGNORE, AUMENTA LA MIA FEDE“

Don Lucio Luzzi
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Preghiere

Preghiera di san Bernardo


Preghiera a san Bernardo

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,

umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio.

Tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che il suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore

per lo cui caldo nell’eterna pace
così è germinato questo fiore.