

Appena ci sopraggiunge un'avversità un po' più marcata del solito, siamo sopraffatti da un'angoscia profonda, come se tutto dovesse crollare in quel momento, attorno a noi e dentro di noi.
Se avessimo imparato per tempo a vedere ogni evento e ad accettarlo in spirito di fede, ci saremmo accorti che, passato lo sgomento iniziale, si riesce quasi sempre a leggerlo come un problema simile a tanti altri, già risolti con buoni risultati.
Dopo un temporale estivo l'atmosfera appare sempre più limpida e l'orizzonte più luminoso. Così dopo ogni tribolazione che ci capita di affrontare. La vita e i suoi perché più misteriosi si rivelano nella loro effettiva valenza, solo attraverso fasi d'incertezze e di crisi che, al primo impatto, ci avevano riempito di sgomento.
Non è facile disporre di questa chiave di lettura, se prima non si raggiunge una fede veramente adulta. Chi si accontenta di quella emotiva o devozionale, riesce solo a ringraziare il Signore, quando le cose vanno bene (e non sempre). Quando vanno in senso contrario, si turba e rischia di gettare e armi.
Il nostro Padre celeste merita tutta la nostra fiducia, perché Lui, per primo; ha avuto fiducia in noi, inviando il Suo Unigenito ad abitare in mezzo a noi per insegnarci a vivere in comunione con la Sua volontà, intenta sempre al nostro vero bene. Eppure Egli sapeva che lo avremmo accolto tanto male, fino a farlo morire su di una croce...
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