Testimonianza di Padre Antonio Calabrese
Lucia visse con lo sguardo e il cuore incessantemente rivolti allo sposo Crocifisso. Stupenda e fraterna la sua relazione con i Passionisti del ritiro del Cerro nel comune di Tuscania.
Quando essi vi giunsero, non trovarono nulla in casa.
A San Paolo della Croce, che, dopo aver condotto il gruppetto di Religiosi si accingeva a ripartire per prepararsi alla imminente Missione di Viterbo, il superiore rivolse il lamento che li lasciava soli, in tanto disagio.
Il Santo raccomandò di farsi coraggio e di accettare tutto come prova di Dio.
E poi, come se avesse avuto un lume superiore, aggiunse di rivolgersi ad una pia donna di Piansano, certa Lucia Burlini, la quale non avrebbe fatto mancare nulla.
Difatti la stessa mattina Lucia si recò con una amica al ritiro del Cerro per le sue devozioni e il superiore, dopo averla confessata le domandò se fosse lei la Lucia di Piansano, di cui gli aveva parlato Paolo.
Alla risposta affermativa, il superiore disse: "Sorella, ci troviamo in estremo bisogno di tutto". Pronta la risposta di Lucia: Domani ritornerò con qualche provvigione". E ritornò con due giumenti carichi di ogni provvidenza. Così avrebbe fatto per diverso tempo, due volte la settimana. Per raccogliere roba, avrebbe fatto anche la questua, girando per il paese. Con questi viaggi faticosi, essendo Piansano distante circa 10/12 chilometri, secondo le strade disagiate che percorreva, e con i pericoli che poteva incontrarvi, Lucia divenne familiare ai Religiosi, come una vera sorella, proprio come l'aveva chiamata il superiore al primo incontro, e come è considerata anche oggi dai Passionisti.
Dopo la morte di Paolo, Lucia non perdette i contatti con i passionisti. La sua memoria è restata viva e benedetta.
Pure vivendo a distanza di due secoli, io sento il fascino spirituale di questa creatura privilegiata dal Signore con il matrimonio mistico, che è il vertice dell unione con Dio in terra, al quale essa giunse sotto lo sguardo e la guida del mio Fondatore.
Così la considero anch'io sorella, cui mi rivolgo con affetto fraterno e con particolare devozione.
Non posso fare a meno di andare con una certa frequenza a venerarla presso il suo sepolcro, nella chiesa di S.Bernardino in Piansano, a chiederle le grazie di cui ho bisogno.
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