Chi è che non benedice il Signore, per aver ispirato ai promotori della devozione dei nove primi venerdì del mese
di far rifiorire la vita eucaristica nelle nostre chiese, in grave decadenza, per tanti secoli? Chi non ricorda con nostalgia la fiumana di adulti e bambini, che si avvicinavano in quelle occasioni al banchetto eucaristico?
Gli effetti consolanti erano troppo evidenti, fino a qualche decennio fa. Oggi questa pia devozione segna battute assai
significative, anche se da qualche parte vi si insiste tuttora con buoni risultati.

nella dichiarazione di Gesù dentro la sinagoga di Cafamao, alla quale ci siamo rifatti or ora?
La differenza è enorme e non solo perché quella offerta allAlaquoque partiva da una rivelazione privata, di piena
attendibilità, indubbiamente, stimata dalla chiesa quanto merita, ma non di fede; mentre quella proclamata da Cristo è verità di fede biblico - cattolica, quindi della massima autorevolezza per ogni credente. La nostra gente, fino alla recente riforma liturgica, sentiva quelle parole del salvatore in latino, nelle messe per defunti e nei riti della sepoltura cristiana. Come poteva accorgersi che in esse vi era racchiusa la speranza fondamentale della vita cristiana?
Ha la vita eterna al presente, cioè ?n da ora e non solo dopo la morte; inoltre ed io lo risusciterò richiamo esplicito al dono della risurrezione della carne, riservato a chi è vissuto in stretta comunione con il suo corpo e il suo sangue.
Magari, qualcuno aveva precisato che la promessa del S.Cuore non andava intesa come garanzia automatica di
salvezza, bensi come promessa di assistenza sul cammino della virtù, che sfocia nel premio eterno. Molto esatto.
Forse già da tempo ci siamo cautelati dallo scandalizzarci davanti a casi del genere. Succede sempre, quando ci si illude di dar gloria a Dio, rinunciando al buon senso e alle esigenze della ragionevolezza.