
A pensarci seriamente, per il buon Dio non è affatto più difficoltoso creare, che procreare. Difatti la creazione è continuamente in atto, la procreazione no... Certamente il Figlio di Dio avrebbe potuto venire al mondo anche nella maniera consueta in cui nascono gli altri uomini. Dio non l'ha voluto: così ci assicura la fede cristiana. La riluttanza ad accettare questo dogma, non deriva tanto dal fatto in sé, che, cioè, il "Verbo si è fatto carne", quanto dal modo in cui si è fatto tale: appunto quello che stiamo chiarendo. Dante Alighieri ammoniva: "State contenti umana gente al quia..." (Div.Com., Purg. 3,37).
Quel "quia" della teologia scolastica indicava il che: sapere che un evento divino è accaduto.
Comprendere in che modo, perché è accaduto (il quare, il cur dei latini) non solo non è possibile alla mente umana, ma nemmeno Dio potrebbe chiarircelo in termini umani, appunto perché si tratta di realtà divina.
Siamo di fronte al punto centrale di questo mistero.
La fede cristiana, espressa efficacemente dalla giaculatoria popolare, che ci serve da filo conduttore, parla di privilegio della Vergine nell' aver dato alla luce Gesù in maniera soprannaturale.
Vediamo come possiamo chiarirlo, senza presumere di spiegarlo, perché il mistero non è un problema, un teorema, una tesi. Si può tentar di chiarirlo con gli strumenti che offre la stessa mente umana, ma dietro la guida della fede.
Ci esprimeremo, cercando sinceramente di essere più discreti possibile, a norma di quanto premesso all'inizio.
Il Salvatore è nato come uomo, nel senso che è venuto alla luce attraverso le vie naturali del corpo di sua Madre.
Questo è talmente ovvio, da non esigere ulteriori delucidazioni.
Però la fede ci avverte che il Cristo è venuto, sì, attraverso queste vie naturali, ma in modo soprannaturale, cioè non come ci siamo venuti noi.
Se desideriamo una parola più convincente, anche qui, anzi più qui che altrove, basterà rifarsi a due episodi evangelici, ben noti a tutti.
La mattina del giorno della Risurrezione, Gesù venne fuori per virtù propria dal sepolcro di Giuseppe d'Arimatea, attraverso l'enorme pietra circolare che ne ostruiva l'imboccatura. Il ribaltamento della pietra avvenne ad opera dell'angelo della Risurrezione, a fatti avvenuti (cf Mt 28, 2).

Allo stesso modo, la sera del medesimo giorno, gli apostoli e i discepoli lo avrebbero visto presentarsi dentro il cenacolo, dove si erano asserragliati, "a porte chiuse, per paura dei giudei". Il fatto si sarebbe ripetuto "otto giorni dopo". (Gv 20,19, 26).
Quel Corpo che usciva tranquillamente da una tomba sigilla che si proiettava improvvisamente dentro una sala, attraverso pareti e porte sbarrate, non era uno spirito, ma aveva carne ed ossa, come ogni altro uomo: lo avrebbe dichiarato Lui stesso, in quella medesima circostanza.
Era il suo corpo: quello stesso che avevano visto e toccato, durante gli anni trascorsi in mezzo a loro. Non ci dicono niente quella enorme pietra del sepolcro, quelle pareti del cenacolo? Quella porta sbarrata "per timore dei giudei?" (Gv 20, 19)...
Inutile ripetere che non si sta parlando in termini di ordinaria fenomenologia biofisica. Importante, per noi, è ricordare che quel Corpo che era in grado di poter attraversare pietre sepolcrali e pareti di una casa era esattamente quello nato da Maria.