Signore, ho un sorriso che allontana...
Signore, sono un politico.
Lo so che è difficile riconoscermi, poiché è restato molto poco di quanto avevo quando ho iniziato a percorrere la via della politica. Allora ero pulito, sincero, schietto, avevo un sorriso aperto ed incoraggiante, mi commuovevo dinanzi alle necessità della povera gente e non vedevo l'ora di arrivare per aiutarla.
Ero certo che la politica andava male perché mancavo io, ma poi, con il mio arrivo, tutto sarebbe cambiato. Filibustieri, ladri, intrallazzatori, arrampichini, cacciatori di stipendi ed incompetenti avrebbero dovuto vedersela con me.
Ora, Signore, il tempo è passato e la mia faccia di allora è irriconoscibile, è una maschera, sono sporco; bugiardo; ho un sorriso che allontana; la povera gente non mi attira più, anzi mi urta.
Gradisco solo chi mi loda; chi mi promette voti; chi mi fa regali; chi si fa delatore del mio rivale; chi mi aiuta a segare la gamba della poltrona del mio superiore per farlo cadere prima; chi mi aiuta a trovare la strada più sicura per allontanare senza sospetto l'amico dei tempi duri, il compagno di tante battaglie, il fedelissimo anche nelle sconfitte, divenuto improvvisamente pericoloso perché potrebbe pretendere una delle tante portate che sono riuscito ad arraffare. Dividere non è il mio forte!
Signore, come faccio a condividere con gli amici sinceri le fortune che essi mi hanno aiutato a mettere insieme?
Signore, tu sai che gli onesti non vanno lontano, tu sai che per salire più alto possibile bisogna essere prepotenti, spregiudicati, falsi e ricattatori. Se non si imbocca questa scorciatoia non si arriva mai alla stanza dei bottoni, al banchetto degli dei. Anch'io ho percorso questa strada, ma coloro che mi hanno aiutato a percorrerla tengono la bocca chiusa solo che io riempia le loro tasche. Se smetto di farli mangiare, per me è finita.