NATALE
Vangelo di Luca 2, 1-14
Una riflessione
" .....e il Verbo si fece carne e venne abitare in mezzo a noi." (Gv. 1.14)
Oggi brilla una luce per noi, è nato il Nostro Signore e Salvatore ! Proprio come il sole sorge ogni mattina per illuminare e dare la vita al mondo cosí Gesú viene a illuminare tutta la famiglia umana. Dopo Maria e Giuseppe, furono questi pastori del Vangelo i primi a essere stati illuminati dalla presenza di Gesú Bambino, questi pastori che erano considerati gli ultimi della societá. Anche noi dobbiamo essere come questi pastori per accogliere il bambino ed essere consapevoli del nostro nulla. Che Gesú é la luce non ci puó lasciare indifferenti.
Osserviamo i pastori, tanto era la gioia che provarono per quello che avevano visto e che non smettevano di parlarne: " ....tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette da loro " (Lc 2.19) " Il vostro Salvatore é qui " dice il profeta e questo ci riempe di gioia e di pace. Di questo abbiamo bisogno noi tutti cristiani di oggi: parlare di Lui con gioia, pace e fiducia, ciascuno dalla propria vocazione, cioé, del disegno eterno che ha Dio verso di noi. Questo sará possibile se siamo giá convinti della nostra identitá, laici, religiosi o sacerdoti. Siamo tutti un popolo santo, anche se peccatori, come ci parla il profeta Isaia. Era un piano di Dio che arrivassero pastori ad adorare Gesú Bambino.
Siamo tutti pastori. Dobbiamo essere poveri di cose materiale e umili..... Contemplando il Presepio della nostra casa, con i loro pastori di plastica, ceramica o legno, vediamo l'immagine della chiesa, che il profeta nella prima lettura descrive come una "una cittá non abbandonata" e come quella che ha un amore (Isaia 62.12) Facciamo in questo Natale il proposito di amare di piú la nostra chiesa.... che non é nostra ma di Lui e noi la riceviamo ed entriamo a partecipare di essa come servi indegni e la riceviamo come un dono, un regalo immeritato.
Con questo pensiero rivolto al presepio di Betlém la nostra gioia deve essere di un profondo e sincero ringraziamento a Dio che ha voluto assumere la nostra condizione umana per stare fra noi. Nel suo cammino terreno Gesú ci ha indicato come dobbiamo agire nella nostra vita: essere umili, perseveranti nella preghiera e veri praticanti della caritá, perché siamo tutti fratelli davanti Lui. É venuto per noi essere partecipanti della gioia di vivere in una comunitá, anche se devastata da tante avversitá. Solo cosí possiamo dire di essere degni di essere chiamati Figli di Dio. Come afferma San Leone Magno: " Non ci deve essere spazio di tristezza nel giorno in cui nasce la vera vita. Non possiamo dimenticare che questa nascita del Bambino Gesú richiama a un compromesso di vivere il Natale il piú simile possibile come lo ha vissuto la Sacra Famiglia, cioé, senza ostentazioni, senza spese inutili, ma celebrare e far festa ed essere compatibili con l'austeritá e persino la povertá. Dobbiamo rafforzare sentimenti di solidaritá verso gli emarginati e sentire il dolore di Giuseppe e Maria che anche loro sentirono il rifiuto, la mancanza di generositá e di solidarietá......
PROF. alberto rossini dal brasile