XXX T.O. / C
23-10-2016
DUE UOMINI
SALIRONO
AL TEMPIO A PREGARE
Gesù
nei suoi tre anni di catechesi pubblica non si è mai stancato, per inculcare
alla sua gente le grandi verità e i grandi principi, di usare il metodo delle parabole; esse
concentravano lattenzione degli ascoltatori che assimilavano con facilità
linsegnamento relativo e primario.
Oggi la Liturgia della Parola ci offre linsegnamento sul modo di pregare e di stare davanti a Dio.
Gesù,infatti, rappresenta latteggiamento religioso giusto o sbagliato mediante lopposizione tra due protagonisti.
![Image Image](/images/stories/Temi06/1 due uomini 2.jpg)
Laltro è un pubblicano, cioè un esattore delle tasse a favore degli occupanti romani.
E superfluo rammentare che gli appartenenti a questa categoria erano considerati sfruttatori e strozzini, odiati e segnati a dito dai pii israeliti.
Un giorno salirono al Tempio per pregare. Il fariseo se ne stava in piedi e pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio perché io non sono come gli altri uomini: ladri, imbroglioni, adulteri. Io sono diverso anche da quell esattore delle tasse. Digiuno due volte la settimana e offro al tempio la decima parte di quello che guadagno.
Lagente delle tasse invece si fermò e non voleva neppure lo sguardo al cielo.
Anzi si batteva il petto dicendo: o Dio, abbi pietà di me; sono un povero peccatore.
Vi assicuro che lesattore delle tasse tornò a casa perdonato; laltro invece no.
Perché chi si esalta sarà abbassato; chi invece si abbassa sarà innalzato.
Il fariseo, certo, nelle sue azioni esterne, ma esse non sono accompagnate da un animo puro e umile di fronte a Dio.
Il pubblicano, invece, si rende conto, dinanzi al Signore, che la sua vita è difforme da quanto Dio chiede per rimanere nella sua santa alleanza e, con atteggiamento sincero di conversione, si apre al dono della sua misericordia, confessando la verità della propria vita perché essa possa migliorare.
Anche il nostro atteggiamento nella preghiera è prevalentemente esteriore e come tale soggetto a tante distrazioni, ma non è un rapporto diretto con Dio, che emana dal cuore sentimenti di lode,di ringraziamento, di supplica.
Quasi sempre nelle nostre preghiere di petizione siamo noi che dettiamo i tempi, i modi, la soluzione che per noi è attimale.
Quanto sarebbe bello se, come il pubblicano, anche noi riconoscessimo, come primo atto, la nostra condizione umana,dicendo come il pubblicano: O Dio abbi pietà di me peccatore.
I santi nella preghiera di intercessione ripetevano con fede ed insistenza Signore io confido in Te.
Fammi avere, Signore, questa fiducia totale in Te!
Lo dicesti: Chiedete, chiedete con insistenza e sarete esauditi.
Per quanta cura e premura hai sempre avuto per me, la mia preghiera dovrà essere in ogni momento di gratitudine.
Io rimango ancorato ai miei difetti, al mio carattere, alle mie debolezze e Tu continui ad amarmi come tua creatura privilegiata.
Vorrei non stancarmi mai di dirti GRAZIE.