il carcere e un deserto spietato. Un luogo di solitudini raggelanti e di vicinanze obbligatorie. Eppure dentro il recinto -fatto di impotenza e disperazione, ignavia e dimenticanza, oppressione e reclusione -fioriscono storie di riscatto, veri abbaglianti anticipi e posticipi di risurrezione Storie al limite: taglienti come vetri, iridescenti come la speranza maltrattata, calpestata, ridotta a brandelli, ma mai del tutto cancellata. Storie nelle quali si manifesta un'irruzione, lintrusione di qualcosa di inaspettato, di sorprendente, di indicibile. Io lo definisco l'imbarazzo di Dio. Una presenza che spiazza, che apre all'inaudito. che per un attimo decisivo sospende e taglia la quotidianità della reclusione.
NOTES PER UN TACCUINO RISERVATO LA VERA RICERCA DEL SACRO
Dicono che oggi, questa ricerca, sia più evidente che in altre epoche, da parte dell' individuo come delle masse. Segno che ci si sente ancora cristiani. Chi legge così la situazione religiosa attuale è affetto da miopia inguaribile, o non si è ancora liberato del tutto dalla dicotomia tra sacro e profano, di matrice pagana, tutt'al più ebraica; non evangelica.
PENSIERO DELLA DOMENICA + VIDEO CORRELATO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Siamo, con la Liturgia, alla XVIII domenica del tempo ordinario. In questi giorni di ferie, di caldo, di sfogo, alla ricerca di un po' di relax, la Chiesa non dice mai: accorciamo la Santa Messa, omettendo la prima parte ossia l'ascolto della Parola di Dio. Non è possibile privarsi dellalimento della Parola di Dio. E' indispensabile per la nostra vita spirituale. Il tema liturgico è la premura di Gesù nel convincere i suoi interlocutori, che il pane di cui parla e che dà la vita è il suo stesso corpo e chi ne mangia vivrà in eterno. Guarda con quanta tecnica e pazienza porta avanti questo grande insegnamento; e la gente, al tempo di Gesù, ha le stesse reazioni nostre: "... questo discorso è troppo duro, incomprensibile per noi...". Vorremmo capire il mistero e rimaniamo smarriti! Anche i Giudei si misero un giorno a discutere fra loro: "...come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "...chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui...".
Li ho visti nei vari turni di mensa dentro il Centro Giovanile Gesù Adolescente come consumano il pasto: lo trangugiano, lo gustano come una festa alla domenica, dopo la S. Messa il Mestre Armando dà un panino con la mortadella e una bibita; tutti in fila come leoni, piccoli, giovani, genitori per questo pasto festivo.
Si, un vero connubio indissolubíle: l'aver radicato, innestatu 0 meglio aver ricevuto il dona di innestarsí nella vita, dello stessa Autore della vita, non può che farti innamorare della stessa vita.
LA VITA MIA PADRONA
Seppellite in me, sensazloni, emozioni nate appena godute, scomparse, registrate .sul nastro dalla vita. Quante volte vorrei risentirle e il registratore non parla! I comandi per riascoltarmi non sono miei.
Se andrai in Brasile, ed io te lo auguro di tutto cuore, farai una esperienza dolcissima al contatto con la gente, ma soprattutto con i bambini e ragazzi.
Quando giro tra le casette baracche attraverso stradine polverose o fangose incontro la festa, la gioia.
Giovanni Calvino
Un uomo guastato da
letture non controllate
Nacque a Noyon (Piccardia) il 10 luglio 1509 da famiglia cattolica.
Era il secondo di sei figli. Il padre era impiegato nella curia vescovile. Giovanni venne avviato agli studi ecclesiastici a 12 anni e ricevette una prebenda. Presa la tonsura divenne cappellano. Non accedette agli Ordini sacri. A Parigi studiò teologia e filosofia. Un suo cugino gli aveva dato da leggere scritti contenenti dottrine differenti da quelle professate. Furono queste letture che piano piano portarono Giovanni all'apostasia.
GLI APOSTOLI DISSERO A GESÚ: " ACCRESCI IN NOI LA FEDE."
( LUCA 17, 5.10 )
La chiesa deve essere un servizio
Una riflessione
In una occasione l'esempio di Gesú si materializó facendo il lavoro di uno schiavo lavando i piedi ai suoi discepoli. Ha voluto lasciare cosí in modo chiaro con questo Cristo parla ancora una volta del
servizio. Il Vangelo insiste sempre sullo spirito del servizio. A quello
ci aiuta a contemplare il Verbo di Dio, fatto carne" ... che si spoglió
sè stesso, assumendo la condizione di servo. (Fil. 2-2.7) Cristo ha
detto anche: " .... eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve
.(Lc 22.27) perché appunto come il Figlio dell'uomo, che non é venuto
per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto di
molti (Mt 20.28)
Il Vangelo di Luca ci mostra tutta l'attivitá di Gesú come un grande cammino che deve fare fino a Gerusalemme. In Gerusalemme, la capitale, Gesú affronterá i poteri e fará il suo exodo,ossia, il suo passaggio della sofferenza e morte per resuscitare dopo tre giorni. L'episodio della trasfigurazione é l'antecipazione della gloria di Gesú resuscitato vincendo la morte, risplendente di luce. Gesú conversa con Mosé e Elia, rappresentanti della legge e dei profeti dell'antico testamento.
Il tuo Gesù si addormentava sul tuo seno, perché ti sentiva Madre nella percezione più intima di tenerezza che annulla le paure, di premura che dà fiducia nella vita. Io mi ritrovo spesso a venerarti in immagini che non hanno quasi più nulla di umano, ma di devozionismo barocco quasi magico-sacrale, simile, in certi casi più eclatanti, ad un tranquillante che serve a poco, anzi a niente.
Maria, Madre di Dio o semplicemente Madre di Gesù?
Non si può negare che dire Madre di Gesù è il titolo usato dal Vangelo. Dire Madre di Dio obbliga a distinguere: Madre di Dio cioè della seconda Persona della Trinità, che è Dio.Affidiamoci ad un'analogia, cara alla teologia cattolica, per veder di comprenderne quanto è possibile alla nostra mente. La donna che ci ha dato alla luce la chiamiamo col dolce nome di madre, pur avendo generato e partorito il nostro corpo, non l'anima, creata direttamente da Dio. Potrei, forse, chiamarla madre del mio corpo? Chi è nato da lei non è un corpo, ma una persona: sono nato io.Quindi ho diritto di dire che è mia madre.
Prima di essere madre della compassione e tenerezza di Dio la fanciulla di Nazaret é " figlia del misericordioso" e su di Lei si é posato il suo volto di amore e benevolenza, l'ombra dell'Altissimo ( Lc 1.36 ) é per lei la carezza di Dio, l'incarnazione di Gesú nel suo grembo é per la Madonna abitazione della misericordia del Padre e l'incarnazione dell'amore di viscere materne. Tutto in Maria é opera della misericordia , compassione di Dio, tutto in Lei é obbedienza al compito ricevuto, donare a tutti la misericordia/compassione nella gioia e nei dolori ( Lc 1.46 )
Deus ama a vida! Ele quer apenas a vida! Deus criou o homem para ser incorruptivel e pelo seu Filho salva-nos da morte: eis porque Lhe damos graças em cada Eucaristia. Na sua vida terrena Jesus sempre defendeu a vida e o Evangelho de hoje relata-nos dois episodios que assinalam a defesa da vida. Ele cura, levanta e torna livres todas as pessoas, dá-lhes toda a liberdade e capacidade para viver livremente e plenamente. Sabemos dizer-Lhe que Ele é a nossa alegria de viver ?
Letanías al Señor Crucificado para alcanzar la paciencia en las aflicciones A cada súplica se responde: DAME UNA SANTA PACIENCIA, SEÑOR
-Cuando juzgues oportuno someterme a la prueba de la tribulación. -Cuando me vea agobiado por todas partes de apuros y contrariedades. -Cuando me falte lo que más necesito. -Cuando tenga que sufrir las inclemencias del tiempo, el rigor de las estaciones. -Cuando sienta arder en mis miembros el fuego de la fiebre. -Cuando me vea sumido en la enfermedad. -Cuando deseara en vano para mis ojos desvelados un sueño reparador. -Cuando el mal seque y consuma lentamente mi carne y mis huesos. -Cuando vengan a llamar a mi puerta las aflicciones de cualquier clase que sean. -Cuando interiores desolaciones tengan oscurecido y como anublado mi espíritu.
Domingo 6º del Tiempo Ordinario. Evangelio: Marcos 1,40-45
En aquel tiempo, se acercó a Jesús un leproso, suplicándole de rodillas: "Si quieres, puedes limpiarme". Sintiendo lástima, extendió la mano y lo tocó, diciendo: "Quiero: queda limpio". Hoy, el Evangelio nos invita a contemplar la fe de este leproso. Sabemos que, en tiempos de Jesús, los leprosos estaban marginados socialmente y considerados impuros. La curación del leproso es, anticipadamente, una visión de la salvación propuesta por Jesús a todos, y una llamada a abrirle nuestro corazón para que Él lo transforme.
PREGHIERA AL SANTO PADRE PIO Preghiera al Santo Padre Pio di S. Em.za Card. Angelo Comastri
Padre Pio, tu sei vissuto nel secolo dell'orgoglio: e sei stato umile. Padre Pio, tu sei passato tra noi nell'epoca delle ricchezze sognate, giocate e adorate: e sei rimasto povero.