Ho sentito parlare di Lucia Burlini dal tempo del noviziato, quando i formatori narravano le vite dei santi dell'Istituto e di quelli che, pur non essendo membri, erano vissuti col carisma della Passione, diretti dal
Fondatore o dai nostri primi Padri nella via della perfezione, ed erano morti in concetto di santità, alcuni dei quali già avviati alla glorificazione sulla terra, da parte della Chiesa. E ne ho seguito le varie tappe. Ma nel 1991/1992, scrivendo la vita del Fondatore S. Paolo della Croce e consultando i documenti sui primi anni di storia dello Congregazione e sulle anime da lui dirette, mi sono imbattuto nella figura di Lucia Burlini.
Caro Don Lucio,
"Basta. Mollo tutto. Non ne posso proprio più. Non ce la faccio ad andare avanti in questa maniera!". Sa quante volte questi pensieri mi sono venuti alla mente! Ma per fortuna interveniva sempre qualcosa, un gesto, una parola, uno sguardo affettuoso della sposa, e subito tornava il sole a risplendere anche in una giornata di pioggia. Il pessimismo svaniva.
Chi conosce S. Paolo della Croce fondatore dei Passionisti, considerato uno dei più esperti maestri della vita spirituale della Chiesa, deve aver necessariamente conosciuto il nome di Lucia Burlini, fra la vasta costellazione delle anime dirette da lui.
La liturgia ci presenta il Messia che inizia la sua vita pubblica. Si incontra ancora con suo cugino Giovanni, che ha con sé due discepoli. ".... e i due discepoli , seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano disse: Che cercate?. Gli risposero: Rabbi (che significa maestro) dove abiti?". Disse loro: Venite e vedrete..." (Giov. 1, 35-40).
E difficile parlare della speranza come virtù teologale di un'anima che vive di una profonda unione con Dio, come si osserva in Lucia. Lucia si rimise ai saggi consigli del Santo suo direttore spirituale che le raccomandava di non perdere mai la fiducia nella misericordia divina anche nei momenti di prove interiori terribili" di "battaglie orribilissime (Positio,111,90).
Anche se con poca età è stata strumento dello Spirito Santo profetizzando la vita e la libertà del suo popolo. La santità é una grazia che lo Spirito Santo vuole dare a tutti, frattanto é Lui che cammina nel tempo manifestando al mondo questo dono dato a chi lotta giorno per giorno. Santa Rosa di Viterbo ancora giovanissima di età cominciò a esternare attitudini carismatiche di straordinario coraggio e amore al Signore. Venne al mondo in Viterbo nell'anno 1233 da una povera e umile famiglia veramente cristiana : quando aveva appena tre anni di età la sua storia ci racconta che per la sua preghiera Gesú ebbe una "zia".
Lucia visse con lo sguardo e il cuore incessantemente rivolti allo sposo Crocifisso. Stupenda e fraterna la sua relazione con i Passionisti del ritiro del Cerro nel comune di Tuscania.
Quando essi vi giunsero, non trovarono nulla in casa.
A San Paolo della Croce, che, dopo aver condotto il gruppetto di Religiosi si accingeva a ripartire per prepararsi alla imminente Missione di Viterbo, il superiore rivolse il lamento che li lasciava soli, in tanto disagio.
Canto di Meditazione (Ti ringrazio, o mio Signore)
Pubblichiamo per intero la presentazione di Mons. Angelo Comastri, Presidente della Fabbrica di San Pietro - Vicario Generale del Santo Padre per la Città del Vaticano e Arciprete di San Pietro, al volume curato da Antonio Gallo "Giosy Cento un prete sbilanciato sul versante della vita", Edizione GVS, 2007.
Ultimi auguri natalizi di Padre Bernardino Bordo prima della partenza per il cielo
La fede della Chiesa mi dice che sei nato da Maria Vergine, e io capisco che non si tratta solo di essere nato da Lei, perché nel suo grembo verginale sei stato generato per opera dello Spirito Santo.
Da ciò ne deriva che, eccetto l'opera del padre umano, sostituita da
quella dello Spirito Santo, tutto il resto che hai accettato, nei nove
mesi di gestazione e nello stesso atto di nascita, lo hai accettato per
ritrovarti nelle medesime condizioni in cui mi sono trovato io.
Messaggio di S. E. Mons. Lino Fumagalli, Vescovo di Viterbo, al Santo Padre Francesco
Beatissimo Padre, nel momento in cui Ella, come Vescovo di Roma, inizia il Suo supremo Ministero di Successore dellApostolo Pietro e di Pastore universale della Chiesa, la Diocesi di Viterbo si unisce alla gioia profonda di tutta la Comunità ecclesiale, che accoglie il dono grande di un Pontefice che ha ricevuto dal Signore il compito di confermare i fratelli nella fede.
Facci capire che la tavola non sazia
se il cuore è vuoto di verità
Santa Maria, donna del pane, chi sa quante volte all'interno della casa di Nazareth hai sperimentato pure tu la povertà della mensa, che avresti voluto meno indegna del Figlio di Dio. E, come tutte le madri della terra preoccupate di preservare dagli stenti l'adolescenza delle proprie creature, ti sei adattata alle fatiche più pesanti perché a Gesù non mancasse, sulla tavola, una scodella di legumi e, nelle sacche della sua tunica, un pugno di fichi. Pane di sudore, il tuo. Di sudore, e non di rendita. Come anche quello di Giuseppe, del resto.
L'espressione, come è facile capire, si riferisce al fatto che la concezione di Gesù nel grembo di Maria è stata verginale, cioè senza concorso di un padre terreno. Chiaramente, non è un discorso a dimensione umana. Maria, per prima, quando se lo intese annunciare dall'angelo, intese il bisogno di chiarimenti, per pronunziare il suo "fiat". I dubbi di Giuseppe, suo promesso sposo, riportati sobriamente da Matteo, stanno a dirci la trepidazione dei primi cristiani nell'accettare questo dato della fede.
TERCEIRO DOMINGO DA QUARESMA 23 MARÇO 2014 REFLEXÃO SOBRE O EVANGELHO
Jesus que pede à Samaritana: " Dá-me de beber (Jo 4.7) " exprime a paixão de Deus por todos os homens e quer suscitar no nosso coração o desejo do dom da àgua que jorrra para a vida eterna: é o dom do Espirito Santo, que faz dos cristãos verdadeiros adoradores capazes de rezar ao Pai em espirito e verdade. Só essa àgua que nos foi doada pelo Filho, irriga os desertos da alma inquieta e insatisfeita enquanto não repousar em Deus. Deus está apaixonado pelo ser humano e tem sede do pobre amor do nosso coração. Ele tem sede de que nós tenhamos sede de seu Espirito Santo, da sua vida,da sua graça, da sua gloria e tem àgua abondante mas quer que nós a bebamos.