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"Portate il vestito più bello e rivestitelo... "
Ci siamo già soffermati, con articoli precedenti, sul figliol prodigo, appena arrivato all' abbraccio paterno. Ora il vero protagonista della scena è il Padre (ma sappiamo che lo è stato anche prima, in tutti i particolari del racconto). Comunque, adesso il suo ruolo assume forme d'impatto vigoroso, sotto la pressione di un fremito di amore, che dobbiamo tentar di analizzare, sia pure con la convinzione che, trattandosi di un mistero insondabile, resteremo sempre in superficie, ad intuire cosa ci deve essere dietro, o più esattamente, al di dentro di questo dramma sovrumano ma tanto commovente.
Torniamo a Luca. "Il padre disse ai servi: Portate presto qui il vestito più bello e rivestitelo. Mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa" (Lc 15, 22 - 23).
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E' il ritorno del Figliol prodigo
L'ultima battuta del monologo che il figliol prodigo preparò per il Padre suonò nella sua anima devastata: "Trattami come uno dei tuoi garzoni" (Lc 15, 19). Non la sentiremo più uscire dalla sua bocca: il turbine affettuoso del Padre, l'affonderà nell'oceano del suo gran cuore. E così il giovane "partì e si incamminò verso suo padre"(v. 20).
Quanti chilometri avrà fatto, con la debolezza che gli allentava le gambe e annebbiava la mente e la vista?
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Gesù svela un nuovo progetto di salvezza
Teniamo bene a memoria che questa commovente parabola fu costruita da Gesù prioritariamente, per svelare il nuovo progetto di salvezza istaurato dal Padre, per suo mezzo: che la salvezza, cioè, era estesa a tutti gli uomini, passati, presenti, e futuri, senza distinzione di tempo, luoghi e popoli. Non era un problema di facile soluzione, particolarmente per i suoi primi ascoltatori, abituati a sentire dire che Dio si interessava solo di loro.
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Raccolte le sue cose, partì ...
I tentativi del Padre di dissuadere il figlio scapestrato dalla sua risoluzione di andarsene furono vani. Il giovane aveva fatto già tutti i suoi calcoli: dove andare, con chi trascorrere quel periodo di dolce vita, nella non improbabile prospettiva di rimanervi stabilmente, perché la sua partenza avvenne dopo non molti giorni.
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Trattami come uno dei tuoi garzoni
Diamo un occhiata a quel giovane sventurato, chiamato, ripetiamolo, impropriamente figliol prodigo", perché, al primo vedersi il Padre davanti, non si raccapezzò più sentendosi annullare lo schema comportamentale, preparato con tanta cura sui campi della desolazione.
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Nel figliol prodigo, la nostra storia
Notate la sfacciataggine di questo giovane che, pur non sentendo più alcun amore verso suo padre, allo scopo di ottenere ciò che domanda, inizia la disonesta domanda con il titolo più affettuoso "Padre"( Lc 15,12).- Dettagli
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UN PADRE CELESTE CHE AMA ANCHE I PECCATORI
Nel rivelare il vero volto di Dio, nella sua soave paternità, Gesù dovette fare i conti con una stratificazione religiosa, che proveniva da lontano.
Israele si era abituato come ad un ritornello severo: che Dio premia i buoni, ma stermina gli empi.
Se aprite qualsiasi salmo vi trovate davanti a questa impostazione di rapporti con la divinità.
Per noi cristiani è pedagogia di Dio,con un popolo assai primitivo che andava preparato non solo ad accogliere il suo Figlio, ma a servigli da base di lancio della piena rivelazione.
Nei discorsi di Gesù, cambiava tutto.