Gesù svela un nuovo progetto di salvezza
Teniamo bene a memoria che questa commovente parabola fu costruita da Gesù prioritariamente, per svelare il nuovo progetto di salvezza istaurato dal Padre, per suo mezzo: che la salvezza, cioè, era estesa a tutti gli uomini, passati, presenti, e futuri, senza distinzione di tempo, luoghi e popoli. Non era un problema di facile soluzione, particolarmente per i suoi primi ascoltatori, abituati a sentire dire che Dio si interessava solo di loro.
Difatti nel figliol prodigo simboleggia il popolo pagano, nel fratello maggiore, Israele. Il figlio scapestrato, dunque, (non va chiamato "prodigo", perché non aveva nulla di prodigalità: pensava solo a se stesso e ai suoi sollazzi) se ne è andato lontano. Ma il Padre non è rimasto lontano, lo ha seguito più da vicino di prima, per la gravità dei rischi ai quali andava incontro. Naturalmente senza farsi vedere da lui. Così quello che gli accadrà non sarà altro che una catena di eventi destinati a farlo ritornare al suo seno materno. L'anello di giuntura della catena fu lasciato alla iniziativa svergognata di lui: "E là sperperò le sue sostanze, vivendo da dissoluto (Lc 15, 13).
Non è difficile immaginare quanto abbia fatto presto ad andare in riserva, anche con un capitale sicuramente ingente, uguale alla metà del patrimonio paterno. Vivere da dissoluto ha il senso inequivocabile di serate galanti, bagordi con giovani scapestrati come lui, insomma "alla dolce vita. Non si hanno accenni a prostitute, se non nella versione il fratello maggiore, tutt' altro che attendibile nei confronti del minore. Ora torniamo al Padre, per analizzare cosa farà per riportarlo a casa.
Il giovanotto aveva progettato una vita spensierata ed ecco" una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno ".
Aveva sognato l'autogestione truculenta, ed ecco la schiavitù: Allora andò e si mise a servizio "di uno che lo spedì nientemeno che nei campi a pascolare i porci ". Non capi di bestiame caprino o bovino; no, i porci, richiamo inquietante al mondo dei pagani.
Quel tizio, gran possidente di campi e bestiame, sembra non avergli avesse promesso un vero stipendio, se gli vietava perfino di "saziarsi con le carrube che mangiavano i porci.. Osserviamo attentamente questi tre elementi, nella valutazione ancestrale dei primi ascoltatori di Cristo: per la mentalità ebraica la povertà era un castigo di Dio; peggio il cadere in schiavitù; peggio ancora, sotto un pagano (perché quel tale, se possedeva bestiame suino, doveva essere necessariamente un ripugnante pagano). Non gli poteva capitare di peggio!
Ora se questo spaventoso disegno rappresenta un capolavoro di amore materno - paterno del Padre, e se riusciamo a leggerlo solo come l'unico tentativo, per salvare quel figlio "perduto", riusciamo ad intuire che la sua crudezza sta nelle linee, l'amorevolezza negli effetti salutari che ne dovranno derivare. Egli deve aver pianto (nella parabola, si capisce), nel vedersi costretto a mettere in atto un provvedimento così contrario alla sua amorevolezza; ma la sua sapienza arcana vedeva che quel dramma sarebbe durato poco; il risultato sicuro, esaltante: figlio morto, tornato in vita, figlio perduto, ritrovato (v.24).
Non vi leggiamo tutti la nostra avventura, sulla quale veglia amorosamente il Padre?
Egli regola e controlla attentamente tutto di noi fino a tener d'occhio un capello a rischio di cadere dal nostro capo, perché nulla ci accada. che non sia di nostro vantaggio.
Da tener presente le crudezze della situazione del figliol prodigo che, quando capitano anche a noi ci creano dubbi sulla bontà del Signore; quando, al contrario, nascondono un disegno doloroso, ma sempre paterno.