E' il ritorno del Figliol prodigo
L'ultima battuta del monologo che il figliol prodigo preparò per il Padre suonò nella sua anima devastata: "Trattami come uno dei tuoi garzoni" (Lc 15, 19). Non la sentiremo più uscire dalla sua bocca: il turbine affettuoso del Padre, l'affonderà nell'oceano del suo gran cuore. E così il giovane "partì e si incamminò verso suo padre"(v. 20).
Quanti chilometri avrà fatto, con la debolezza che gli allentava le gambe e annebbiava la mente e la vista?
La parabola lo lascia alla nostra immaginazione, preoccupata di quel giovane sventurato. L'attenzione di chi la sta raccontando davanti ad un numero imprecisato di "pubblicani e peccatori" sotto tiro di alcuni "farisei e scribi" (cf Lc. 15,1-2) è puntata sull' atteggiamento che assumerà il Padre, dopo aver tenuto sempre d'occhio tutti i movimenti del figlio, mentre ora lo vede prendere la via del ritorno con passo traballante, nella direzione inversa da quella che aveva preso, quando si era allontanato da casa. Qui il dettato diventa drammatico, anzi fuori di ogni logica comune ad un padre terreno. E' lui che ha stimolato quel ritorno e ora che vede avvicinarsi la conclusione, vuole prevenire il figlio, ridurgli la fatica del lungo viaggio e rimetterlo in grado di tornare a casa degno di se stesso. Luca ci ha conservato le pennellate magistrali di Cristo, nel fissare la figura di questo Padre in movimento verso una direzione da tempo sospirata: "Quando (il figlio) era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò" (v. 20). Sono un rincorrersi in accelerazione di cinque azioni verbali, attraverso le quali viene inquadrata la storia della salvezza,vista nella sua scaturigine, cioè nel Padre. Ci permettiamo di vederla attraverso questa scansione:
vide il figlio
si commosse
gli andò incontro
gli si gettò al collo
lo baciò.
Non è possibile lasciare scivolar via , questo susseguirsi dì mosse che rivelano quanto di più toccante ci abbia confidato Gesù sul Padre suo e Padre nostro.
Dobbiamo analizzare tutto con un'attenzione colma di stupore riconoscente, perché racchiude qualcosa che interessa al vivo e commuove ciascuno di noi.
Non è stato il figlio a correre incontro al Padre e a gettarglisi al collo...: è stato il Padre!
II messaggio della parabola verrà ad acquistare un risalto che va ben oltre un invito alla conversione, dopo l'amara esperienza della colpa! E' la premura veramente materna di questo nostro Padre che non si rassegna a vederci precipitare nel baratro e, dopo averle tentate tutte per riportarci sul retto sentiero, si mette lui stesso su quel sentiero. Ce ne abbrevia il percorso, facilitando l'arrivo fra le sue braccia, a percepire di nuovo i palpiti di un cuore che non si arrende neanche davanti allostinazione più imperdonabile.
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