La mia devozione alla
Venerabile Lucia Burlini
Ho sentito parlare di Lucia Burlini dal tempo del noviziato, quando i formatori narravano le vite dei santi dell'Istituto e di quelli che, pur non essendo membri, erano vissuti col carisma della Passione, diretti dal
Fondatore o dai nostri primi Padri nella via della perfezione, ed erano morti in concetto di santità, alcuni dei quali già avviati alla glorificazione sulla terra, da parte della Chiesa. E ne ho seguito le varie tappe. Ma nel 1991/1992, scrivendo la vita del Fondatore S. Paolo della Croce e consultando i documenti sui primi anni di storia dello Congregazione e sulle anime da lui dirette, mi sono imbattuto nella figura di Lucia Burlini.
La Venerabile Lucia Burlini
Ne sono rimasto stupefatto. La vaga storia che di lei avevo sentito s'è tramutata in una storia affascinante. Lo stupore è aumentato, quando ho letto la vita di Lucia.
Si attende soltanto un miracolo attribuito a lei, perchè la Chiesa possa elevarla agli onori degli altari. con il titolo di Beata.
I Passionisti e la grande schiera dei suoi devoti aspettano ardentemente che il Signore voglia glorificare sulla terra questa dolce e forte donna, che, sotto la direzione spirituale del Fondatore, fu in vita partecipe generosa della sua Passione e giunse alle vette più alte dell'unione con Dio.
Lucia è il capolavoro della grazia e della direzione spirituale di S.Paolo della Croce. Quasi analfabeta ma segnata fin dalla nascita dalla grazia, percorse tutti i gradi dellunione con Dio,sotto la guida di Paolo, coadiuvato da don Giovanni Lucattini, poi parroco di Piansano, che si avvalse anche lui degli insegnamenti che il santo dava a Lucia e morì in concetto di alte virtù. Per me Lucia è un miracolo di santità, compiuto da Gesù crocifisso, che essa si era scelto come sposo, facendolo oggetto di tutto il suo amore verginale. Il Crocifisso la ricambiò con amore ancora più forte, con lamore divino: labbracciò e la strinse al costato per un tempo misticamente infinito e volle che, come sposa, divenisse conforme a sé, Dio Crocifisso. Oltre alle pene spirituali, le donò le più aspre sofferenze fisiche.
Lucia non ebbe le stimmate del costato, delle mani e dei piedi, come Santa Gemma Galgani, ma ebbe il corpo trafitto in ogni parte e quasi scarnificato, come quello di Gesù, durante la flagellazione.
Stimatasi privilegiata per questi e altri simili favori, ne dava gioiosamente annunzio al suo santo Direttore, il quale le aveva insegnato che le sofferenze sono un dono di Gesù, alle anime che si era scelto come amanti.
E quando Paolo nelle sue lettere le comunicava di essere anche lui in grandi tribolazioni, Lucia, che aveva fatto tesoro dei suoi insegnamenti, gli rispondeva rallegrandosi con lui del dono del dolore, che Dio gli aveva fatto Padre Antonio Calabrese, passionista.
Lettera firmata e a me inviata da un noto biografo
vaticanista di S. Paolo della Croce
Padre Bernardino Bordo, passionista
Porto a conoscenza di una bella iniziativa. Quella di Aromys - Home fragrances soprattutto
perchè va ad esaltare la figura di questi straordinari
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