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"Donna, grande è la tua fede..."

PENSIERO DELLA DOMENICA
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La Liturgia di questa XX^ domenica del Tempo Ordinario ci propone un miracolo compiuto da Gesù.
Si trova nella zona di Tiro e di Sidone.


Tiro è sul mediterraneo, cinquanta chilometri, in linea d’aria, da Cafarnao.


Sidone è  oltre trenta chilometri più a nord.
Gli abitanti erano quasi tutti pagani.


Probabilmente Gesù ci andò per sottrarsi alla sempre più viva ostilità dei Farisei, ed anche per trovare per sé e per i suoi discepoli quel po’ di riposo che aveva invano cercato sulle sponde del lago di Tiberiade.

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Un'immagine raffigurante la
donna cananea che implora Gesù

C’è una donna Cananea, che aveva inteso parlare del  Messia, ed appena Gesù entrò nella regione, gli andò incontro e, restando ancora a distanza, “Cominciò a gridare”, chiamandolo con il titolo messianico “Signore, figlio di Davide” e implorando la liberazione della “Figlia crudelmente vessata dal demonio”.
Non chiede esplicitamente la grazia, ma umilmente si limita ad esporre il suo strazio: “Abbi pietà di me”.

Ma Gesù non gli rivolse nemmeno una parola. E’ il primo rifiuto implicito.
I  discepoli insistono “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”.

E c’è il secondo esplicito rifiuto, motivato: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele”.
La donna non si scoraggia e fattasi avanti, si prostra a Lui dicendo “Signore, aiutami!”.
Ma Gesù rivolto questa volta direttamente e lei, risponde: ”Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”.

E’ il terzo diretto rifiuto di Gesù.
La donna insiste ed allora Gesù la esaudisce perché la sua fede è grande.

Che bell’ insegnamento per noi!
Dal punto di vista umano, la gravità, l’emergenza, diventano sinonimo di urgenza, altrimenti non c’è più nulla da fare.
Invece Lui compie sempre il prodigio al di fuori della logica umana.
Quale è la mia e la tua fede, nei miracoli?
Troppo spesso è sopraffatta dai nostri dubbi, incredulità e si riduce a flebile speranza, senza nessun concreto risultato.

Sperimentiamo il miracolo su noi stessi, sulle nostre urgenti e drammatiche situazioni.
Non pretendiamo indicare come e in che modo deve agire Gesù.
La nostra fede deve essere assoluta, per annullare il logico raziocinio che ci porta a concludere,sfiduciati, “Ma tanto non c’è nulla da fare…"
Un giorno Gesù disse: “Chiedete, chiedete con insistenza; se anche non meritate la grazie, l’otterrete per quanto siete noiosi…”.

Perché non lo prendiamo in parola?

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Don Lucio Luzzi
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