"Portate il vestito più bello e rivestitelo... "
Ci siamo già soffermati, con articoli precedenti, sul figliol prodigo, appena arrivato all' abbraccio paterno. Ora il vero protagonista della scena è il Padre (ma sappiamo che lo è stato anche prima, in tutti i particolari del racconto). Comunque, adesso il suo ruolo assume forme d'impatto vigoroso, sotto la pressione di un fremito di amore, che dobbiamo tentar di analizzare, sia pure con la convinzione che, trattandosi di un mistero insondabile, resteremo sempre in superficie, ad intuire cosa ci deve essere dietro, o più esattamente, al di dentro di questo dramma sovrumano ma tanto commovente.
Torniamo a Luca. "Il padre disse ai servi: Portate presto qui il vestito più bello e rivestitelo. Mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa" (Lc 15, 22 - 23).
Abituati, ormai, a prendere in esame ciascuna delle azioni verbali su cui si snoda il racconto, restiamo stupefatti nel sentirne esplodere ben nove, una più fulminea dell'altra. anzi in una disposizione progressiva, volta a dare precedenza alle prime necessità personali del povero infelice, arrivato a casa in quello stato (veste, anello, calzari), poi l'ordine di macellare subito il vitello grasso... per il convito festoso, al quale saranno invitati tutti, sia quelli di casa, che amici e conoscenti a mangiare e far festa, dopo tanta attesa dolorosa. In anteprima, notiamo quel "portate presto", rivelazione del bisogno d'intervenire subito, sullo stato lacrimevole dello sventurato. Poi quel "portate" qui, ripetuto due volte: lì davanti a lui, al Padre. Il figlio non deve fare altro che accettare. Veniamo ai comandi.
"Presto portate qui il vestito più bello". - Dunque lo sguardo del genitore è stato colpito anzitutto dall'arnese lacero, sporco, insomma indecente con il quale il figlio sciagurato è tornato a lui. Di certo, il giovane rompicollo, nell'andarsene non aveva indossato la veste più bella: lo aveva attratto il miraggio di una felicità da cercarsi lontano. Ora, secondo il Padre, se la meritava, insieme agli altri segni della sua nobiltà di origine. Siamo davvero davanti ad una stupenda stranezza! Dopo un' apostasia così odiosa dalla famiglia; dopo che a tornare lo ha spinto, non proprio l'amore filiale ma il fantasma di tanti salarti che mangiavano e bevevano a casa sua, e lui lì a morire di fame, in mezzo grugniti disgustosi, talvolta terrificanti di quei porci. Il Padre vedeva in lui solo il figlio. Ci rendiamo conto, che questo è uno dei momenti più incredibili della rivelazione evangelica.
II Padre ama tutti, ma rivela in Cristo una misteriosa preferenza per i più miserabili. Nella nuova economia della salvezza, per riportare a se gli uomini deve farli oggetto di doppia razione di amore. Una per riportarla al livello di chi è stato fedele. e l'altra per sostenerlo sul can mino, come sostiene gli altri. Sappiamo bene che, con questa innovazione fondamentale del rapporto con Dio, Gesù si sarebbe guadagnato l odioso epiteto di "amico dei pubblicani e dei peccatori (Mt 1, 19) e, più avanti, una delle accuse per espellerlo da Israele, condannandolo a morte.
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