Nel figliol prodigo, la nostra storia
Notate la sfacciataggine di questo giovane che, pur non sentendo più alcun amore verso suo padre, allo scopo di ottenere ciò che domanda, inizia la disonesta domanda con il titolo più affettuoso "Padre"( Lc 15,12). 5
Ovviamente prima di arrivare alla richiesta deve averci pensato bene. Ma in questa riflessione, predomina solo il senso delle proprie spettanze, non quello di un vero amore filiale. Sa che vi sono "sostanze", cioè possessi sostanziosi, e che una metà spetta a lui. E' facile immaginare cosa abbia provato il Padre nel sentirlo parlare in quel modo. Il Vangelo è riassuntivo e non può riferire quale risposta deve avergli dato il Padre, cosa abbia fatto per dissuaderlo da una decisione così insensata. Un padre terreno si sarebbe immediatamente irritato e avrebbe risposto come meritava un figlio che, all' improvviso, si rivelava così snaturato.
Una madre le avrebbe tentate tutte: avrebbe cercato di sapere chi lo avesse indotto a quella decisione, perché in una famiglia come quella non v 'erano stati indirizzi del genere cioè così snaturati. Gli avrebbe domandato per quale ragione, non essendo ancora sposato, esigesse una ripartizione così arbitraria dell'asse familiare fra lui e il fratello più grande. Si sarebbe senza meno permessa d'interrogarlo su cosa intendesse farne, di un patrimonio così cospicuo.
Ebbene quel Padre era anche madre ed è verosimile che le abbia tentate tutte, per salvare quel figlio da una decisione così sciagurata. Dunque le parole che seguono "e il padre divise tra loro le sostanze (ivi), non deve far credere che le cose siano andate in un modo così frettoloso. Deve essere accaduto che, persistendo il figlio minore nella sua ostinazione, il padre abbia ritenuto più opportuno di accontentarlo, con il dividere in due parti il patrimonio e assegnargliene la metà. L'affare non dovette avvenire in due battute, trattandosi, a quanto si può capire, di beni immobili, da trasformare in moneta sonante. I possidenti che conosceva Gesù nella sua terra o erano padroni di numerosi capi di bestiame caprino o bovino oppure di una specie di latifondismo, quando non appartenevano a qualche cooperativa di pescatori del lago di Genezaret. In tutti i casi, c'era da ottenere del liquido, da consegnare al figlio ormai in preda a chissà quali speranze di avventure galanti. Che questo Padre abbia avuto tanta comprensione, verso un figlio ormai vittima di passioni deplorevoli, quando avrebbe potuto adoperare mezzi dissuasivi, sconosciuti alla nostra civiltà permissivista, ha davvero del patetico, anzi dell' incredibile. Di sicuro, ha prevalso in lui la speranza che tempo e circostanze improvvise avrebbero ottenuto I'effetto non raggiunto dalle parole. E quel tempo e quelle circostanze rimanevano sempre in mano sua.
Non ci vedete la longanimità materna di Dio, nel non intervenire mai drasticamente nelle nostre scelte personali? Sa che il cuore dei suoi figli resta sempre sotto suo controllo, che la nostra mente così facile ad illudersi, accecata dalle più strane passioni, non può resistere all'infinito, di fronte alle sue sollecitazioni. Un giorno, prima o poi, ci arrenderemo. Lui, intanto, non si considera mai sconfitto, nel suo amore eterno.. Sa attendere...