Io sono il pane vivo
disceso dal cielo
PENSIERO DELLA DOMENICA
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Ai tempi di Cristo i punti fondamentali e di credibilità erano i maghi, gli indovini, gli stregoni, i falsi profeti e tutta la gente pendeva dalle loro labbra e dai loro vaticini.
E Gesù veniva considerato uno di questi, con una attenzione particolare per i miracoli che compiva e la folla che ne era testimone.
Ma la premura del Messia è quella di dimostrare che Lui è Dio e per questo ha poteri straordinari, superiori a qualsiasi forza umana.
Il compito più gravoso era quello di dimostrare che se uno mangia il Suo Pane vivrà in eterno ed il pane che Lui darà è la Sua Carne. Discorso arduo, incomprensibile e inconcepibile per i suoi interlocutori!
Una raffigurazione
del Profeta Geremia
La liturgia di questa XIX^ domenica ci propone nella prima lettura poche righe prese dal primo libro dei Re.
E' un libro del Vecchio testamento, scritto circa 600 anni prima di Cristo, forse dal Profeta Geremia perché inserito nell'ambiente letterario e religioso di quel tempo: <... in quel tempo, Elia si inoltrò nel deserto e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire disse: "Ora basta Signore, prendi la mia vita...". Si coricò e si addormentò sotto un ginepro. Allora ecco che un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo camminò quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb>.
Quel pane fu la salvezza di Elia.
Seicento anni dopo viene il Messia e si offre all'umanità intera come pane vivo disceso dal cielo...
Ma nei Giudei il motivo fondante dei loro ragionamenti era la mormorazione e infatti dicevano: "Costui non è forse il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: "Sono disceso dal cielo?".
Quanta pazienza in Gesù, quanta sopportazione! E come è difficile portarli alla persuasione.
Troverà difficoltà perfino con i suoi amici, gli apostoli; infatti davanti alla loro incredulità un giorno disse loro: "Volete andarvene anche voi?".
Ma perdura, insiste nel suo progetto e per amore farà questo dono di sé agli uomini di tutti i tempi.
E sapeva benissimo, perché Dio, quale sarebbe stata la nostra incredulità, la nostra indifferenza.
Ci pensi quale amore smisurato ha sempre avuto verso ciascuno di noi!
Domandiamoci un istante, quale è il nostro atteggiamento verso il Pane Eucaristico?
Nel momento in cui siamo in Chiesa e quel Pane, l'ostia, tra le mani del celebrante, diventa corpo di Cristo, dovrebbe esplodere la nostra fede di fronte a questo prodigio che si ripete ogni giorno, nei secoli...
Vorresti avere conferma dai tuoi sensi? Con i tuoi occhi non vedrai mai nulla di cambiato; stesso colore, stessa grandezza, stesso sapore...
E' soltanto con la fede che devi fare la tua professione: credo Signore che tu sei realmente presente sotto le specie di quel pane...
E se avrai la fortuna di nutrirti, qualche volta, di quel pane di vita (eucaristia) sarà vero nutrimento della tua anima e con Lui dentro il tuo cuore ti sentirai sicuro, e non temerai i mali che la vita ti propone ogni giorno.
Don Lucio Luzzi
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ADORAZIONE EUCARISTICA