
Che vedano Te!
Quale diritto ho io alla ammirazione altrui, quando le tue creature devono ammirare le meraviglie che hai disseminato per il creato e che non basta una vita per scoprirne una minima parte?
Che vantaggio ne avrei io, dalla valutazione altrui, quando è sempre e necessariamente superficiale, più spesso interessata?
Non mi sono assunto il compito di portare i tuoi figli a scoprire sempre più a fondo la stupenda tua gloria, nellammirabile tua luce, che illumina ogni uomo?.
Non mi basta che questa tua luce risplenda dalla mia persona? O, forse, è perché proprio questa luce non emana da me?...
Fa, o Maestro mio, che si annulli nei tuoi fulgori ogni mia tenebra più intima; che sia paga solo di riesprimere qualcosa della tua perfezione sovrana la mia tendenza al bello, allarmonico, al sublime, a conforto e conferma di fede per quanti ti cercano in me.
Che vedano Te,
Signore!
Non mi lasciare nellillusione di una ricerca diversa. Non deludere, per colpa mia, le attese di quanti camminano con me, come se avessero te a fianco, pellegrini soavemente insoddisfatti di quanto incontrano per via, solo perché ansiosi di raggiungerli nelleternità.