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"Sono venuto a portare fuoco sulla terra..."

E’ Cristo che chiede conversione e continua lotta contro il male.
Siamo abituati sempre a rimarcare l’aspetto del Messia buono, misericordioso ed erroneamente lo consideriamo accondiscendente.
Il vero Maestro deve insegnare con autorità; ed è per questo che Gesù all’occorrenza è drastico, deciso, anche duro.


Non ha impostato la sua missine sul “buonismo”, ma ha dato direttive sicure, anche se le vie da percorrere sono molto ardue e faticose.
Non ha mai  sostituito la ferma volontà con il pietismo.
Ha premesso: ”... Io sono la via, la verità e la vita..”  e ci ha messo davanti ad un bivio: ”...se volete seguirmi, queste sono le mie condizioni..”

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Anche gli apostoli, come noi, erano titubanti, indecisi, perplessi nella scelta ed il Cristo un giorno disse loro:” volete andarvene anche voi?..”
Fu il solito Pietro, che a nome di tutti, disse: “ Signore da chi andremo; Tu solo hai parole di vita eterna...”.
Nel brano che la liturgia ci propone, Gesù è in cammino verso Gerusalemme  e parlando della sua missine dice:
“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso...”.
E’ il fuoco simbolico dello Spirito Santo e della Carità, suscitato dall’opera salvatrice di Gesù, ossia dal messaggio evangelico che accende negli uomini nuovi ideali di vita e di perfezione.
E sentite come è perentorio:
”Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione”.
La pace che Gesù aveva proclamato era quella che nasce dalla riconciliazione con Dio, dalla carità verso gli uomini, da estendersi  ai popoli ed alle nazioni.
Ma questa, oltre ad essere osteggiata dalle ribelli passioni, è anche socialmente  contrastata da coloro che si ribellano al divino messaggio.
E di fronte alla folla sbigottita, che con l’espressione del viso sembra pensi: ”... ma che sta a dire..”, senti il Cristo come li scuote: ” Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?”.
Non riesco a trovare un singolo insegnamento del Maestro dove io possa dire: “...a me questo non mi riguarda…”.
Quanto ho bisogno di essere scosso dalla mia tiepidezza, dubbi o propositi accomodativi.
Grazie Signore, quando mi frusti con le tue frasi e giudizi pungenti.
Se Tu mi lasciassi in balia dei miei ragionamenti accomodanti e non produttivi, cercando sempre alibi giustificativi,  Tu sai benissimo che io devierei dalla strada della salvezza e sarei anche io un ipocrita, se mi appellassi alla tua bontà.
Fammi sentire, attraverso la mia coscienza, che alle parole devono sempre corrispondere azioni salvifiche.
Forse mi costerà tanto sacrificio cambiare rotta, ma fammi sempre più convinto che quando Tu sei perentorio nei miei riguardi, quella è l’ennesima prova del Tuo amore verso di me, perché mi vuoi, a tutti i  costi, a godere un giorno la felicità eterna.

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Don Lucio Luzzi