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Giornata Missionaria

Padre Vincenzo Bordo dalla Corea ci offre le sue riflessioni, i suoi dubbi, le sue ansie e le sue certezze sulla sua vita missionaria al servizio dei poveri. Ho visto il diavolo. Ho lottato con satana. Per un momento, quando l’ho guardato in faccia, ho avuto paura…ma era diverso da come me lo aspettavo… non aveva nè le corna e neanche la coda biforcuta… ma era viscidamente accattivante e tremendamente seducente.

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Per un momento, quando l’ho guardato in faccia, ho avuto paura…ma era diverso da come me lo aspettavo…non aveva ne’ le corna e neanche la coda biforcuta…ma era viscidamente accattivante e tremendamente seducente. Per un momento mi ha avvinghiato con la sua astuta e malevola intelligenza. Cosa è successo? Una premessa!  Come sapete da tanti anni mi occupo delle nuove povertà: disoccupati, barboni, alcolisti, ex-carcerati, malati mentali, prostitute… gente che per ragioni varie si trova a vivere sulla strada senza volerlo e spesso senza la coscienza di essere sfruttata ed usata da altri…perché la loro vita è stata sempre così e non ce n’è un’altra.  La prima volta che mi è venuto vicino mi trovavo nel pronto soccorso di un ospedale con le flebo al braccio, a causa dell’allergia ai pollini, che quest’anno mi ha dato seri problemi. Ero lì, solo, dolorante, con la febbre alta… quando in un religioso silenzio il maligno mi si avvicina e con un moto convincente mi insinua: ”Guardati come sei ridotto: ti dai anima e corpo agli altri poi nel momento del dolore non hai nessuno che ti stia vicino, ti consoli. Non hai neanche le forze per riprenderti. Sei troppo stanco, debilitato, perché non ritorni in patria? Ormai hai dato tanto alla missione. Torna alla tua terra d’origine. Fatti dare una parrocchietta vicino casa e prenditi cura dei tuoi anziani genitori. Non dice la Bibbia ”Onora tuo padre e tua madre”?

A quell’accattivante invito grosse lacrime di dolore scendevano dai miei occhi buii ed una solitudine straziante confondeva il mio fragile cuore. “Che fare?” Ripetevo dentro di me in quel lettino di dolore.Il diavolo, non datosi per vinto, mi si ripresenta pochi giorni dopo aver lasciato l’ospedale. Avevo una gran voglia di stare con persone amate, amici veri. Così una domenica pomeriggio decido di andare a trovare una famiglia che mi è molto cara ed abita accanto a noi oblati. La mamma è una intelligente signora che, avendo vissuto per molti anni all’estero, sa comprendermi nei momenti di smarrimento. Il papà è una persona estremamente affabile ed estroversa. La figlia una ragazza stupenda presa dalla vita e dagli amori giovanili. Mi hanno accolto come un figlio ed ogni volta che li vado a trovare mi sento ‘a casa’. Stare in loro compagnia mi piace e mi aiuta molto. Così anche quel pomeriggio decido di passarlo con essi: solita accoglienza, solito calore ed affetto. Si parla di tante cose poi la signora mi fa: ”Sai, per motivi di lavoro, dobbiamo trasferirci in un’altra città, comunque tu sarai sempre il benvenuto nella nostra famiglia”. Mi sento mancare.   La sera ritorno in comunità e quando vado in cappella per pregare mi rendo conto di non riuscirci sono troppo arrabbiato con Dio: ”Ora mi togli anche queste amate persone ma che vuoi da me? Non è troppo tutto questo?”. Una dolce e calda voce mi risuona nell’orecchio: ”Certo che in Italia gli amici non ti mancherebbero. Sono più di 14 anni che fai questa vita con devota abnegazione e quasi al limite dell’umano. Ormai hai fatto tanto; prima di diventare troppo vecchio e perdere completamente le radici della tua gioventù, ritorna a casa. Dio non ha detto che devi amare gli altri come ami te stesso? Comincia ad amare anche te stesso e cerca di pensare un pò di più alla tua salute! Perché non lasci tutto nelle mani di qualcun’altro e non ritorni dai tuoi amici?” -mi sussurra pacatamente l’angelo tentatore- Forse ha proprio ragione! Sono allettato da questo invito ma anche confuso!  Passano i giorni ed io continuo a crogiolarmi in questi dolci pensieri: finire questa vita da vagabondo e dedicarmi di più alla preghiera ed allo studio nella mia natia patria. Il mio cuore è in tumulto e la mia anima tentenna ma continuo a lavorare in cucina ed ad occuparmi dei ‘miei poveri’. Non è passata neanche una settimana da tutte queste vicissitudini che una sera, finito il lavoro alla mensa, vado, come di solito, al Centro dei ragazzi. E’ il compleanno del ‘piccolo’-13 anni di cui metà passati in un orfanatrofio e l’altra metà vagabondando per le strade della città- così penso di fare un po’ di festa con loro. Al vicino negozio compro 8 bottiglie di Coca Cola, 7 Kg di frutta, dolci vari e con questo scatolone di delizie mi reco al Centro per far festa. Per le scale metto male il piede, scivolo, rotolo giù fino in fondo e faccio uno scoppio terribile…il ‘botto’ e’ così forte che da dentro lo sentono e vengono in mio soccorso. Il dolore è atroce…non riesco a respirare.. dopo diversi minuti passati immobile, lentamente, con l’aiuto degli altri, mi alzo e mi sdraio sul letto. All’ospedale mi diagnosticano una contusione all’anca con un grosso ematoma e frattura di una costola: due mesi di convalescenza!  Quando sono solo in camera piango e mi dispero: ”Perché tutto questo?” Il giorno dopo sarei dovuto andare con degli amici per un favoloso giro in bici. A proposito mi ero dimenticato di dirvi del ‘mio grande amore’: la bici. Quando sono arrabiato e deluso allora inforco la mia cara bici e via su per i viottoli di montagna a scaricare i miei rancori ed il mio stress. Oppure mi dirigo lungo la strada del fiume dove i miei pensieri e le mie preoccupazioni sembrano essere trasportate lontano dalle placide onde. Oppure pedalo lungo il viale alberato sotto quelle fronde fresche e gaie che mi parlano del Creatore e mi ridonano energia nuova. Devo tanto a questa ‘cara amica’ che conosce il mio cuore più di qualunque altro- Ora anche questa piccola gioia della vita mi è tolta: ”Dio perché mi accade tutto questo?”-un grido di dolore si leva dal mio animo-. Sono tanti anni che sono a fianco di questi tuoi figli/e come compagno di cammino nelle loro poche gioie e nei loro grandi dolori. Vivo e dono loro ogni giorno la mia vita senza sconti e con dedizione totale ma ora tutto ciò è troppo! Non ce la faccio più. Pianto tutto e me ne vado.   Nel grande silenzio dell’Onnipotente percepisco dentro di me un’altra voce che mi sembra familiare e mi suggerisce suadente nel cuore: ”Tutto ciò ti succede perché sei esausto. Riposati. Lascia stare i barboni, che tanto non cambieranno mai, saranno sempre degli ubriaconi falliti. Finisci i tuoi studi teologici con un bel dottorato in missiologia poi, dall’alto della tua ragguardevole esperienza, potrai insegnare a tanti giovani seminaristi come fare la missione…”. Ci medito sopra; l’idea mi attira poi un pensiero: ”E’ questa la volontà di Dio oppure Lui mi chiama a stare a fianco dei miei poveri?”. Sono confuso, stanco, tentenno non so cosa fare, non so qual’è la decisione giusta da prendere. Lentamente passano 4 mesi di lotte, dolori, conflitti, angosce e solitudini; progressivamente mi metto in sesto e riprendo, con quel briciolo di fede che mi è rimasta, a camminare, seppur con fatica, a fianco dei miei fratelli più bisognosi. Sento di amarli perché loro mi amano, perché Lui li ama. Nella grotta di Betlemme ha anteposto pezzenti pastori ai ricchi dignitari di Gerusalemme. Ha preferito il povero Lazzaro al ricco epulone. Il figlio prodigo al fratello che si riteneva giusto. Ha scelto come ultimo amico un ladrone pentito. Ha voluto come prima testimone della resurrezione la prostituta Maddalena. Ha chiamato i poveri, gli affamati, gli ignudi…: ”Beati, privilegiati del Regno”. Perciò anch’io cercherò, con tutto me stesso, di amare questi cari amici di Gesù. I loro passi saranno il mio cammino: i loro tuguri la mia casa: il loro dolore la mia passione. Ma dopo questa dura lotta con il demonio mi sembra di capire che non sarà facile e che le tentazioni non saranno tanto mangiare quel dolce a quaresima o fare un pensiero sessuale in un momento di stanchezza ma pensare di allontanarmi dal progetto di Dio, tentennare davanti al suo volere per un vita più comoda, facile, senza croce, come quella mostratami dal maligno.  Chissà quando quel farabutto di satana si ripresenterà ancora. Sicuramente la prossima volta mi attirerà in maniera più astuta e convincente. Questa volta è stata dura ma lo Spirito di Dio non mi ha abbandonato: Grazie Gesù! Grazie anche del giro in bici di ieri con i miei amici: è stato stupendo. Grazie Signore. Con affetto sincero. Vostro Vincenzo.

Padre Vincenzo Bordo

AS VIAS DO ESPIRITO

Imitação...3.15 ( Oração ) Para cumprir a vontade de Deus

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Imitação...3.15  ( Oração )  
Para cumprir a vontade de Deus

 
Concedei-me, benignissimo Jesus, a vossa graça, para que esteja comigo, trabalhe comigo e comigo persevere até o fim. Dai-me que sempre deseje e queira o que vos for mais aceito e agradável. A vossa vontade seja a minha, e a minha siga sempre a vossa e com ela, perfeitamente, se conforme.

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Tenha eu convosco um só querer e não querer: nem eu queira ou deixe de querer senão o que vós quereis e não quereis. Concedei-me que eu morra para tudo o que é do mundo e que deseje, por amor de vós, ser desprezado e desconhecido na terra. Dai-me que, acima de todas as coisas, em vós repousem todos os meus desejos e que meu coração descanse em vós. Sois a verdadeira paz do coração e o seu ùnico sossego:fora de vós é sofrimento e inquietação.

Tradução a cargo de Dott. Alberto Rossini (Brasil)




THE WAYS OF THE SPIRIT

Imitaçaõ,.....3,42 COMO NÃO SE DEVE FUNDAR A PAZ NOS HOMENS


Imitaçaõ,.....3,42

 
COMO NÃO SE DEVE FUNDAR A PAZ NOS HOMENS

 
 
Filho, se fazes consistir a paz e alguma pessoa, por ser de teu parecer e conviver contigo, achar-te-ás perpléxo e embaraçado.
Se, porém, recorres à verdade sempre viva e permanente, não te contristarás a ausência ou a morte de um amigo.
Em mim se deve fundar o amor: por mim se deve amar todo aquele que, nesta vida, te parecer bom e amável.
Sem mim não vale e nem durará a amizade: nem é verdadeiro e puro o afeto de que eu não sou o vínculo.


LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

17 Domingo del Tiempo Ordinario -

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17 Domingo del Tiempo Ordinario -
 Evangelio: Mateo 13,44-52

“El Reino de los Cielos se parece a un tesoro escondido en el campo: el que lo encuentra lo vuelve a esconder, y, lleno de alegría, va a vender todo lo que tiene y compra el campo”. ( Mateo 13, 44)

La alegría de poseer el único tesoro que no se corroe. La vida cristiana es un camino de plenitud y alegría verdadera porque toda ella está encaminada a poseer a Dios, único ser que puede colmar el anhelo de felicidad de hombre. Nos hiciste para ti, Señor e inquieto está nuestro corazón hasta que descanse en ti (San Agustín).


WEGE DES GEISTES

Perchè lo vedevano, lo udivano ma non lo riconoscevano più?

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Perchè lo vedevano,
lo udivano ma non
lo riconoscevano più?


Teniamo bene in mente il fatto che i discepoli, di fronte a Gesù risorto, lo vedevano, sentivano, toccavano, ma non giungevano ad identificarlo, se non quando lo voleva Lui. Come spiegare questo fatto, anche se, ripetiamolo ancora una volta, non si può tentar di spiegare i misteri della nostra fede, ma semplicemente chiarire gli elementi esterni che li accompagnano. Vediamo di essere più chiari possibile. E' noto che siamo tutti dotati dei soliti cinque sensi: vista, udito, odorato, gusto e tatto. Mediante i quali, prendiamo contatto immediato o mediato con l'oggetto. La vista lo vede, l'udito se è il caso, lo sente, il tatto lo tocca, l'odorato lo fiuta, il gusto lo assaggia, se commestibile. E fin qui non è difficile da comprendersi.
 

Preghiere

PREGHIERA : CHIEDETE E VI SARÁ DATO

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PREGHIERA : CHIEDETE E VI SARÁ DATO

Una riflessione
Spesso l'evangelista Luca inquadra Gesú che prega: é l'insegnamento piú valido. Non siamo davanti la preghiera dei farisei o dei discepoli di Giovannni Battista . Gesú s'inspira in quei contenuti, ma alla base c’ é la fiducia del Padre che è  il fondamento stesso della preghiera. Rispetto a Matteo , Luca insegna il Pater con cinque petizioni ( invece sono sette in Matteo) le prime due sono rivolte al Padre, le ultime tre manifestano la necessitá fondamentale dell'uomo. Egli chiama Dio  Padre , Cioé "Abbá" e con lui ha un rapporto filiale e tenero: é il Dio vicino e il suo volto é Gesú stesso.