Le Rivelazioni
Un tema avvincente, oggi, che se ne parla fra gente di chiesa, dalle specole dei mass media.
Diciamo subito che Rivelazione deriva da ri- velare, cioè togliere un velo, svelare, portare alla luce ciò che era nascosto. Si parte dalla constatazione che le nostre conoscenze sono limitatissime, anche sul versante delle realtà terrene. Figuriamoci su quelle ultraterrenel Dunque si tratta di vera rivelazione quando è Dio, in possesso di ogni verità, si degna di manifestarla a noi.
E, cosi dal concetto di una rivelazione fatta da Dio, a livello naturale, che si attua attraverso le meraviglie del creato, rivelatrici della sua grandezza, potenza, sapienza, arriviamo al concetto di Rivelazione soprannaturale, dove è Dio che confida agli uomini quanto non arriverebbero mai a capire con la loro mente e che è indispensabile per raggiungere lo scopo per il quale li ha creati.

Da questo autore ispirato apprendiamo anzitutto che Dio ha parlato, cioè si è rivelato, in due tempi distinti: ai tempi antichi, permezzo dei profeti, e in questi giorni, permezzo del Figlio. Destinatari, " i padri, o patriarchi ebrei; ultimamente, " noi"
Le differenze sono evidenti: Prima parla per mezzo dei
profeti, perciò attraverso una mediazione imperfetta, creaturale; in ultimo, attraverso il Figlio che
è l'unico vero mediatore, per la sua Umanità e Divinità, unico rivelatore in diretta, perchè Verbo eterno, nel seno del Padre.
Giovanni assai più drastico (come sempre), affermerà: " Dio nessuno l'ha
mai visto..il Figlio Unigenlto, che è nel seno del Padre, Lui, lo ha rivelato( Gv 1 , 18). Se non visto
nemmeno inteso, nel senso diretto.
A questo punto, vale la pena di aggiungere, quanto ai profeti d'lsraele: solo ad essi si è rivelato? Agli altri popoli no?- Un tempo lo si affermava. Ora, dopo il vaticano ll, si è assai più cauti e vicini al vero: In realtà, Dio si rivela e si dona alI'uomo, svelando il suo Mistero, il suo disegno di benevolenza prestabilito da tutta l'eternità in Cristo, a favore di tutti gli uomini"( Cat.C.C, n.50).
Tutto questo andava riportato alla memoria, per distinguere
tra Rivelazione pubblica,( ufficiale, diciamo cosi), da quelle private. Quella è la fonte
autorevole della nostra fede, completa in se stessa, immutabile nel tempo; queste non appartengono al deposito
della fede. Il loro ruolo non è quello
di migliorare o di completare la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente, in una determinata epoca storica ( Cat.C.C. n.67).
Aiutare a viverla più pienamente, quando sono autentiche ( e qui il problemi si infittiscono, per la difficoltà di un discernimento oggettivo). Non appartengono al deposito della fede, quindi non possono pretendere di farci sapere cose nuove, indispensabili per la salvezza o la santificazione di un'anima; e nemmeno di aumentare in noi di un grammo le certezze di cui abbiamo bisogno, per camminare secondo il Vangelo
Se questo è esatto, resta davvero inspiegabile l'ostinazione moderna nel presentare sempre nuove rivelazioni, messaggi, segreti (ma Dio non ci ha rivelato tutto il necessario a salvarci?).