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Venne da Gesù un lebbroso
che lo supplicava in ginocchio

PENSIERO DELLA DOMENICA
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Il Messia, fin dall’inizio della sua vita pubblica, ha cura e premura particolare per i diseredati, i bisognosi.
Compie prodigi, miracoli, come prova inconfutabile della Sua divinità.


In quel tempo la malattia incurabile era la lebbra, considerata come impurità legale.
Mosè (Lev. 13,45-46) aveva stabilito:
“… il lebbroso colpito dalla lebbra, porterà vesti strappate e il capo coperto, si coprirà la barba e andrà gridando: immondo!, immondo!

Sarà immondo fino a che avrà la piaga; e, immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”.

 

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Una raffigurazione di
Gesù di Nazareth
mentre compie un miracolo
 

Quando un lebbroso si presentò a Gesù, dice Marco (1,41-43) <... lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; và, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.> 

Se, per gli ebrei, la lebbra fisica era segno di impurità, la lebbra dell’anima sono le nostre cattive inclinazioni, le nostre passioni, l’attrattiva verso il proibito.

Il più grande dono che Dio ha fatto all’uomo, è la libertà; e tu dici “Io faccio quello che voglio, non devo rendere conto a nessuno!”. 

Sii onesto: i conti li devi fare con la tua coscienza, che non ti dà tregua nel ricordarti che quel tuo comportamento non è stato corretto, quel tuo giudizio non era equilibrato, quell’ offesa, quel torto, ti sollecitano sentimenti di vendetta…

Cerca pure di divagarti, stordirti con ogni mezzo, ma quella voce della coscienza riaffiora e ti tormenta.

E’ la storia quotidiana di tutti noi, e per questo non siamo tranquilli, felici.

Anche nella mia anima spesso affiorano sintomi di lebbra; guarirla da solo è impossibile.

Ripeti anche tu, in ogni evenienza, come faccio io, l’invocazione del lebbroso davanti a Gesù:

“Signore ho bisogno di te, aiutami!”.

Don Lucio Luzzi
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IO SONO IL BUON PASTORE

 

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AS VIAS DO ESPIRITO

XXVIII Domingo do Tempo Comum

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Vangelo -
 Um pensamento


No evangelho se narra como Jesus curou dez leprosos e um deles voltou para agradecer. O episodio nos é muito conhecido: perto da aldeia que ficava nas imediações da fronteira da Galiléia com a Samaria dez lebrosos vieram ao encontro de Jesus que ia passando.  Parando a uma certa distancia, pois as leis eram muito rigidas ao não permitir o convivio de leprosos com a população sadía, chamaram a grande voz: " Jesus, Mestre, tenha compaixão de nós! "  Jesus mandou que eles fossem apresentar-se aos sacerdotes. Era o que prescrevia a lei para aqueles que fossem curados de lepra, para as devidas verificações legais. E aconteceu, justamente, que, quando se encaminhavam para Jerusalém a fim de irem ao encontro dos sacerdotes, viram-se miraculosamente curados.  Era o poder de Jesus!

THE WAYS OF THE SPIRIT

Christmas smile

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Christmas smile

This Christmas story is two thousand years old but ever new story! There are so many sad events happening every day and bringing us pain and sorrow. But time passes and all is forgotten. And if the story of a child who was born in a cave "in frost and cold" two thousand years ago even now remembers with great affection, then some special reason for it should exist. All ancient peoples had expected the Savior, who would solve all of their problems.
The prophet Isaiah seven hundred years before the coming of the Messiah spoke to his people: "... see the light coming, it will make the world shine with truth ...". Modern man wants justice, peace, prosperity for all, health, calm and quiet prevail throughout the world.

 

LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

VIVENCIAS EN NAZARET

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VIVENCIAS EN NAZARET

“Jesús es el único humano en quien, en todo momento,

 

se percibe que es más importante lo que es que lo que hace.

 

Por eso no vive "a la carrera".

 

Sabe que su simple existir como hombre, su humanidad,

 

son ya la gran revelación del amor de Dios hacia los hombres.

 

Viviendo redime, viviendo predica, sin necesidad de palabras ni milagros.

 

En sus años “perdidos” en Nazareth

 

está ya enseñando y redimiendo,

 

dando tanta gloria al Padre

 

como con su muerte y resurrección…”

 

  Martín Descalzo

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LA VIDA HUMANA Y SOCIAL DE JESÚS…Y, LO PROFUNDAMENTE MISTERIOSO

 

 

“Nazaret quiere decir muchas cosas… Inversión en la realidad. Nazaret significa la condición humana, los trabajos y los días, una escucha incesante de las circunstancias y de los acontecimientos, una búsqueda apasionada para explorar lo mejor posible todos los datos de la existencia, avanzando en el conocimiento de las cosas como en el aprendizaje del saber vivir con las demás personas. Significa, además, el reconocimiento de que cada ser humano es mi hermano, con la misma dignidad que yo, junto con la confianza espiritual de que en la vida ordinaria se puede vivir unido al Dios trinitario.

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El misterio de Nazaret manifiesta, más que ningún otro, la total integridad y verdad de la naturaleza humana de Jesús. Este misterio supone que Jesús apareció entre los suyos, hombre como los demás, sin manifestar en nada, durante los años de su juventud, su cualidad de Mesías. La vida de Nazaret es, en resumidas cuentas, el misterio de una ausencia de misterio en la vida humana y social de Jesús: y es esto, probablemente, lo que es profundamente misterioso”

R. Voillaume

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WEGE DES GEISTES

I^ domenica d'Avvento

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I^ Domenica di Avvento

PENSIERO DELLA DOMENICA
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Il calendario liturgico è impostato su tre cicli (A.B.C.). Con questa prima domenica di Avvento, la liturgia inizia il nuovo anno con il ciclo B.

Nel periodo di Avvento il colore liturgico è il viola.


Questo ciclo B, avrà sempre una lettura presa dal Vangelo di Marco.


E’ il secondo evangelista; doveva appartenere ad una famiglia agiata; sua madre, Maria, possedeva in Gerusalemme una casa assai vasta da poter accogliere molti fedeli; ivi si rifugiò Pietro appena liberato dal carcere (Atti.12,11 ss).

Preghiere

TE DEUM

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TE DEUM

Eccoci, Signore, davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Ma se ci sentiamo sfiniti,
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.
È perché, purtroppo, molti passi,
li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue:
seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola;
confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,
e non sui moduli semplici dell'abbandono fiducioso in te.