
I DESTINATARI DEL VANGELO DI MARCO
( ANNO B )
Abbiamo già precisato che, secondo l'opinione più comune, egli scrive a Roma il suo vangelo. Nella Roma del primo secolo vivevano numerosi commercianti e piccoli banchieri ebrei, anche dopo che l'imperatore Claudio, fra 49 e 50 d.C.,ve li aveva espulsi ( At 18, 2). I romani non erano vessatori, nemmeno quando dovevano prendere provvedimenti di emergenza. Tuttavia nella nascente chiesa romana prevaleva, come si è detto, l'elemento pagano, a motivo della presenza di comunità derivanti da ogni zona dell'immenso impero; per cui il primo evangelista non poteva prescindere da questo presupposto etnologico, nel comporre il suo volume. Anzi proprio a quella moltitudine di genti diverse per religione, che stavano per entrare nell'orbita del cristianesimo, volle dedicare il suo lavoro.

Nessuno più di lui ha interesse ad evidenziare la disponibilità di Gesù verso funzionari o legionari romani e la venerazione di questi verso di lui. Ricordiamo le espressioni del centurione di Cafarnao, che commossero il Salvatore; l'impegno straordinario di Pilato nel difenderlo durante il Processo, soprattutto la sua generosità nel concedere alla Madre e discepoli la salma di Gesù, quando avrebbe avuto il diritto di estorcerne una somma sostan¬ziosa. Interessate, allo scopo, l'esclamazione del centurione exactor mortis, comandante il picchetto di esecuzione sul Calvario, al momento della morte del crocifisso di centro: "Veramente quest 'uomo era Figlio di Dio!" ( Mc 15,39). Lo stesso va detto dei pochi, ma significativi contatti del Salvatore con l'elemento pagano presente in terra ebraica, sul litorale fenicio o nella decapoli. Tutti conosciamo l'episodio della donna che ottiene la guarigione della figlia, proclamandosi del branco dei "cagnolini", indegni di stare a mensa con i padroni.. Era di lingua greca, ma di origine fenicia, cioè pagana (7, 24-30).


