Il VALORE DELLA S.EUCARISTIA NELLA NOSTRA VITA. UNA RIFLESSIONE
Il valore della S.Eucaristia nella nostra vita é grandissimo, efficace e fortezza per la nostra missione che Gesú ci ha affidato. In un momento della celebrazione della S.Messa é consacrato il vino dove si trova il proprio sangue di Gesú, come é consacrato il pane dove si trova il suo proprio corpo, é in questo momento che stá presente lo Spirito Santo che agisce con il suo potere e la sua gloria. Tutta la celebrazione della S.Messa, dall'inizio alla fine, é um momento di grazia, onore e adorazione, un momento divino poi facciamo tutto questo per onore e gloria del Signore e per questo non dobbiamo mancare in nessuna maniera alla S.Messa principalmente alla Domenica che é il giorno del Signore e nei giorni dei Santi stabiliti dalla chiesa.
II 14 Maggio 1978 mi presentarono, davanti al fonte battesimale, una bambina di appena 50 giorni. lo, Don Lucio, chiesi ai genitori: "Che nome date a vostra figlia?". Emanuela mi dissero. Spiegai l'etimologia del nome "Emanuela" che significa Dio con noi. E non potevamo nemmeno ipotizzare che la piccola Emanuela un giorno si sarebbe consacrata a Dio nella via del dolore.
Emanuela: all'inizio della mia esistenza mi fu appeso al collo sul petto un viapass, per aprire il cancello d'ingresso, con scritto: battezzata, figlia di Dio. I primi anni li ho passati quasi sempre in braccio alla mia mamma, pensavo solamente a dormire e mangiare. All'età di sei anni ho trovato un grande cancello con la scritta "PERCORSO DELLA VITA". C'era un parcheggio immenso pieno di motorini, delle più svariate marche che io non conoscevo: amore - carità - fraternità - sacrificio - malattia - dolore ecc... Ho messo il mio viapass e mi è toccato in sorte il motorino marca "sofferenza".
DALLA PRIMA LETTERA DI S.PAOLO DELLA CROCE ALLA VEN.LUCIA BURLINI 4 LUGLIO 1748
Dopo il silenzio di tanti anni, ho creduto mio obbligo di gratitudine di visitare con questa mia il vostro spirito ringraziandovi in primo luogo, in Gesù Cristo della grande carità con cui avete assistito ai nostri poveri religiosi abitanti nel sacro ritiro della Madonna del Cerro [ ..] Gesù che è il sommo datore d'ogni bene ricolmi sempre più il vostro spirito della pienezza delle sue grazie e doni celesti, per le fatiche, viaggi ed altri uffici di carità in cui vi siete impiegata per i miei e vostri fratelli in Gesù Cristo.
PENSIERO DELLA DOMENICA Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per una particolare coincidenza del calendario la IV Domenica di Avvento è costituita di poche ore perché arriva quasi subito la Notte Santa ed esplode la gioia del Natale.La preparazione (Avvento) al Natale è ormai al termine. La Liturgia ci propone lincontro di Maria con sua cugina Elisabetta.Aveva fatto un eroico proposito di non svelare a nessuno, tanto meno a Giuseppe, quanto era avvenuto in Lei. Rimane in intima meditazione e preghiera, aspettando forse qualche carovana che salisse a Gerusalemme (era vicina la Pasqua) per affrontare i quattro giorni circa di cammino.Doveva fare 140 chilometri di strada, per salire sulla catena montuosa della Giudea; poi doveva scendere per 6 o 7 chilometri, un pò a sud-ovest, nella verdeggiante valletta di Ain Karim.Se il nostro Avvento non fosse stato forse diverso dalle nostre tumultuose, irrequiete, esasperate giornate quotidiane, fermiamoci un attimo a guardare questo stupendo viso della Vergine; cè consapevolezza di quanto stà avvenendo dentro di Lei.
Lucia visse con lo sguardo e il cuore incessantemente rivolti allo sposo Crocifisso. Stupenda e fraterna la sua relazione con i Passionisti del ritiro del Cerro nel comune di Tuscania.
Quando essi vi giunsero, non trovarono nulla in casa.
A San Paolo della Croce, che, dopo aver condotto il gruppetto di Religiosi si accingeva a ripartire per prepararsi alla imminente Missione di Viterbo, il superiore rivolse il lamento che li lasciava soli, in tanto disagio.
Un sacerdote di Milano, don Giorgio Begni, chiese anni or so¬no a Corrado Bianchi Porro, una riflessione complessiva sulla sorella Benedetta, con particolare riferimento ai temi della Croce e dell'amicizia. Questa è la risposta di Corrado.
Quanto siano state audaci le cosiddette Pie donne e, molto più, quanto lo sia stato il Salvatore, nel chiamarle ad una collaborazione, che abbiamo riscontrato tanto importante per la diffusione del suo messaggio, ci apparirà ancora meglio, da quello che verremo dicendo, dietro la documentazione giudaica, puntigliosa e spesso meschina, ma sempre di grande rilevanza storica.
Cominciamo dallabbigliamento (ma capirete subito che, nel nostro caso, il termine è del tutto presuntuoso).
A parte che la donna ebrea, ai tempi di Gesù, non partecipava alla vita pubblica del suo popolo, quando usciva di casa doveva tenere sempre il viso nascosto da due veli che coprivano il capo e un altro per la fronte, più due altri, penduli, che scendevano fino all'altezza del mento. Con queste cinque pezze di stoffa bianca, era praticamente impossibile riconoscerla.
Difatti si raccontava che un capo dei sacerdoti di Gerusalemme arrivò ad elevare una condanna contro sua madre non riconosciuta in viso, da tutte quelle bende...
Però aggiungevano orgogliosi i rabbini: "Quella donna avrebbe avuto lonore da Javè di spedire al sommo sacerdozio ben sette figli" (era la moglie del famigerato Anna, che aveva condannato Gesù?).
Attenzione alla donna che avesse osato trasgredire una normativa così essenziale alla moralità ebraica del tempo; il marito avrebbe potuto giustamente ripudiarla., senza denaro del ben servito, si capisce. Lo meritava.
Ma non temete: la donna d`Israele, su questo almeno, era sommamente scrupolosa. Una di esse fu intesa dichiarare, col tono di un'imprecazione, con evidente pudicizia: "Cada su di me una disgrazia, se le travi di casa mia hanno mai visto i miei capelli!".
Per amor del cielo, ricordate la storia dei capelli della nostra Maddalena... E poi sottolineate che si parlava di travi.
Una giusta eccezione. I capelli della donna potevano apparire tranquillamente (e chissà come unti) quando era invitata al corteo nuziale.
Già, ma in questo caso, si trattava, prevalentemente di vergine, più esattamente di ragazza.
Ora pensate come si dovevano essere trovate con Gesù le Pie Donne!
La finalitá che il Padre ha inviato il suo figlio Gesú é per la redenzione del peccato, la liberazione della schiavitú del demonio e della vita eterna con Lui. É certo che Gesú durante il suo ministero púbblico, mosso dalla misericordia, fece alcune cure e fece vari miracoli, ma non curó tutti i malati del mondo e neppure diminui le penalitá di questa vita, perché il dolore introdotto nel mondo dal peccato, ha un valore redentore unito alla sofferenza di Gesú.
Messaggio di S. E. Mons. Lino Fumagalli, Vescovo di Viterbo, al Santo Padre Francesco
Beatissimo Padre, nel momento in cui Ella, come Vescovo di Roma, inizia il Suo supremo Ministero di Successore dellApostolo Pietro e di Pastore universale della Chiesa, la Diocesi di Viterbo si unisce alla gioia profonda di tutta la Comunità ecclesiale, che accoglie il dono grande di un Pontefice che ha ricevuto dal Signore il compito di confermare i fratelli nella fede.
Storia vera e non unica E' una ragazza di nome Speranza: una vita perduta?
Con sincero, profondo dolore, con rabbia ed indicibile tristezza scrivo questa storia straziante che tante volte ho ripassato nella mia mente. Vorrei che la sua pubblicazione potesse aiutare qualcuno. Provo dolore perché è una storia di droga e di degrado morale e ne è vittima una persona legata per alcuni anni alla mia professione di docente.Provo rabbia per lincapacità e lindifferenza di tutte le istituzioni ad offrire una opportunità di ascolto e di guida valida. Provo tristezza per il buio esistenziale che ancora avvolge questa giovane donna.A dispetto di tutto, la chiamerò SPERANZA. Dunque: Speranza si sente goffa, brutta, insignificante, non intelligente sua madre non potrebbe fare la velina perché ha un corpo disarmonico il padre non può permettersi la Mercedes...
BEATO IL SENO DA CUI HAI PRESO IL LATTE
( Lc 11,27 )
L'immagine di cui si serve la donna, incapace di tenere soloper sé le emozioni che stava provando, tende
a corporeizzarsi, ?no a raggiungere la tenerezza allo stato puro, tipico dei
momenti estatici.
Del discorso di Gesù, come si è detto, non cè da giurare
che avesse compreso i contenuti più profondi; dei miracoli poteva aver ammirato
la straordinarietà; ma del fascino arcano che si sprigionava dalla sua persona
nessuno, in quella occasione, era rimasto dolcemente ferito più di lei.
Vorremmo poter dire che la Madonna è nata in quel dato giorno, in quellora precisa, in quel luogo della Palestina, magari dove la troviamo al momento dellannunzio angelico, per dare contorni seriamente riscontrabili alla sua esistenza storica. Invece dobbiamo accontentarci di congetture. Del resto, con il Suo Figlio Gesù non siamo in condizioni analoghe? Gli esegeti, per fare un caso, sanno che la cronologia cristologica è quanto mai fluida. Così per ogni particolare della sua vita nella Palestina romana: disponiamo solo di una documentazione attendi¬bile: non ci è lecito di spingerci più in là.
ANOTAÇÕES PARA UMA LEITURA MAIS ADEQUADA DOS TEXTOS EVANGÉLICOS
ESTRUTURA DO EVANGELHO DE MATEUS
O discurso sobre o Evangelho de Mateus se faz mais amplo e nos permite relevar outros datos de interesse para quem quiser bem le-lo ou escuta-lo da liturgia e entender alguma coisa a mais sobre os misterios que nos rivela, no tocante à vida e magistério do Salvador. Temos que olhar com mais atenção à estrutura de sua composição, aquela que dá aos vários elementos que o compõem, a relevancia entendida pelo ecritor inspirado. Para poder indagar, podemos nos apegar a essa articulação essencial : um prólogo ( cap 1-2) uma primeira parte (cap 3-13) e uma segunda (cap 14-28). Seria até facil introduzir uma conclusão mais reduzida ( vv 14-20) do cap. 28 )