Ho sentito parlare di Lucia Burlini dal tempo del noviziato, quando i formatori narravano le vite dei santi dell'Istituto e di quelli che, pur non essendo membri, erano vissuti col carisma della Passione, diretti dal
Fondatore o dai nostri primi Padri nella via della perfezione, ed erano morti in concetto di santità, alcuni dei quali già avviati alla glorificazione sulla terra, da parte della Chiesa. E ne ho seguito le varie tappe. Ma nel 1991/1992, scrivendo la vita del Fondatore S. Paolo della Croce e consultando i documenti sui primi anni di storia dello Congregazione e sulle anime da lui dirette, mi sono imbattuto nella figura di Lucia Burlini.
Che fare? Resistere ancora all'impeto che non riesce più a contenere e tende a sollevarla in alto, in direzione di un Crocifisso a dimensione naturale?
I suoi discepoli si ricordarono:
"Lo zelo per la tua
casa ti divorerà..."
PENSIERO DELLA DOMENICA
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Lotta tra il bene e il male
Gesù, nel suo insegnamento, non ha mai accettato compromessi, mezze misure, forme blande, ma è stato categorico nel tracciare la strada da percorrere: Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt. 5,48 ).
Luomo, invece, ha cercato sempre di risolvere i problemi proponendo in tutto e a tutti, formule di compromesso; e inevitabilmente si avvera il detto: Non progredi, regredi est = Se non cerchi sempre di migliorare, peggiorerai....
Cara Venerabile Benedetta,
ho conosciuto la tua breve ma significativa esistenza tramite il libro che Graziella mi ha regalato: sono rimasta incantata dal tuo coraggio e sacrificio e debbo confessarti che ho pianto per Te, per me. Ogni giorno, specialmente alla sera, mi rivolgo a Te per avere, forza all'indomani. Spero tanto di incontrarti in un sogno per abbracciarti fisicamente.
A circa 400 km da Campo Grande, capitale del Mato Grosso, sorge Tres Lagoas, una cittadina di oltre 70.000 abitanti. Il suo nome nasce dalla presenza di tre laghetti che rendono più bello il luogo.
II 14 Maggio 1978 mi presentarono, davanti al fonte battesimale, una bambina di appena 50 giorni. lo, Don Lucio, chiesi ai genitori: "Che nome date a vostra figlia?". Emanuela mi dissero. Spiegai l'etimologia del nome "Emanuela" che significa Dio con noi. E non potevamo nemmeno ipotizzare che la piccola Emanuela un giorno si sarebbe consacrata a Dio nella via del dolore.
Emanuela: all'inizio della mia esistenza mi fu appeso al collo sul petto un viapass, per aprire il cancello d'ingresso, con scritto: battezzata, figlia di Dio. I primi anni li ho passati quasi sempre in braccio alla mia mamma, pensavo solamente a dormire e mangiare. All'età di sei anni ho trovato un grande cancello con la scritta "PERCORSO DELLA VITA". C'era un parcheggio immenso pieno di motorini, delle più svariate marche che io non conoscevo: amore - carità - fraternità - sacrificio - malattia - dolore ecc... Ho messo il mio viapass e mi è toccato in sorte il motorino marca "sofferenza".
GESÚ INSEGNACI A PREGARE COME GIOVANNI HA INSEGNATO AI SUOI DISCEPOLI.
( Vangelo: Lc 11-1.4 )
Una riflessione
Gesú si trovava in in luogo a pregare, quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: " Signore, insegnaci a pregare come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli " Gesú disse a Lui, quando pregate, dite: " Padre Nostro ........." Questa puó essere sintetezzata in una frase: la corretta disposizione della preghiera cristiana é la disposizione di un bambino davanti a suo padre. Vediamo subito che la preghiera, secondo Gesú, é un atteggiamento "tra padre e figlio" questo vuol dire che é una questione famigliare fondata su una relazione di familiaritá e di amore.
L'immagine di Dio come padre ci parla di una relazione fondata
sull'affetto e intimitá e non sul potere o autoritá. Pregare come
cristiani suppone mettersi in una situazione nella quale vediamo Dio
come Padre e gli parliamo come suoi figli. Pregare é parlare con Dio,
ma di che cosa ? Di Lui,di te, delle tue gioie, tristezze,successi e
insuccessi, nobili ambizioni, preocupazioni quotidiane, debolezze.......
atti di ringraziamento e suppliche, di amore e riparazione. In poche
parole: conoscerlo e conoscerti, stare insieme.
Quando i figli parlano
con i loro genitori badano una cosa: trasmettere in parole e linguaggio
corporale quello che sentono nel cuore. Arriviamo a essere migliori
uomini e donne di preghiera quando il nostro atteggiamento verso Dio
diventa piú intimo, come quello di un padre verso suo figlio. Di questo
ci ha lasciato esempio lo stesso Gesú. Lui é il cammino. E se ci
rivolgiamo alla Madonna, maestra di preghiera, ci sará molto piú
facile. Infatti, la contemplazione di Cristo ha in Maria Santissima il
modello insuperabile. Il volto del figlio gli appartiene in modo tutto
speciale. Come ci ha lasciato detto Santo Giovanni Paolo Secondo "
nessuno é piú dedicato con l'assiduitá di Maria alla contemplazione del
volto di Gesú Cristo" .......
Esso ha origini antichissime. Sembra infatti che risalga al XII° secolo, quando già da tempo era recitato dai monaci Certosini. Ben presto, poi, si diffuse in tutto il mondo cattolico, assumendo caratteristiche diverse, ma conservando sempre l'invocazione a Maria Santissima. La popolarità del Rosario è confermata anche dal gran numero di confraternite e sodalizi che, sia nel passato che ai giorni nostri, portano il suo titolo. La ricorrenza liturgica in onore della Madonna del Rosario si celebra il 7 ottobre.
Una riflessione a cura del Dott. Alberto Rossini( Brasil)- nostro collaboratore
Gesú é stato un giudeo, falegname umile, che solo fece il bene e frattanto fu condannato e crocifisso, ma con questo ha marcato profondamente la storia della umanitá intera. Alcuni lo classificano come un saggio, altri, come Maestro o Profeta. Come é stato possibile che questo uomo povero e che viveva in una piccola cittá disprezzata in Israele, che mai ha scritto un libro o lasciato scritto fa parte di una elite, non era militare, scrittore, dottore o artista non procuró imporre per la sua forza i suoi insegnamenti e fosse l'uomo piú conosciuto, piú amato e ammirato della storia umana ?
STORIA DEL CULTO - PREGHIERA
+ INNO DI LODE in video
Il culto della Croce, strumento della nostra redenzione, si è molto diffuso nella Chiesa; la Croce è adorata e riceve omaggi, che non si concedono ad altre reliquie e le feste della Santa Croce rivestono particolare splendore. Non era la Croce considerata dagli antichi come il supplizio più terribile e più infamante?. Era allora cosa frequente vedere un ladro o uno schiavo messo in croce e ciò che di questo supplizio indirettamente conosciamo ci permette di valutarne latrocità.
Nel corso dei secoli la Chiesa ha riflettuto sulla cooperazione di Maria all'opera della salvezza, approfondendo l'analisi della sua associazione al sacrificio redentore di Cristo. Giá Santo Agostino aveva attribuito alla Vergine Maria la qualifica di "cooperatrice" della redenzione, un titolo che sottolinea l'azione congiunta e subordinata di Maria a Cristo Redentore. In questo senso si é sviluppata la riflessione, sopratutto a partire dal secolo XV.
Avvenne a Betlemme, in quella grotta squallida, che la pietà cristiana ha reso sfavillante di luce e piena di attrattiva religiosa, durante le feste natalizie. Maria non la trovò davvero così; neppure il suo sposo Giuseppe; molto meno il bimbo che vi nacque.
Come noi, Gesù dovette sentirsi espulso dalla natura fuori dello spazio vitale, che lo aveva accolto per nove mesi, in un tepore indispensabile al suo sviluppo, in un contesto di primo ascolto, dal quale, nelle ultime fasi, aveva avvertito perfino i sorrisi di Sua Madre, e anche le trepidazioni.
Secondo la tradizione della Chiesa, appena morto Gesú sulla croce, Giovanni avrebbe preso Maria a abitare con lui, assumendola come madre, in una cittá chiamata Efeso. Prima che Maria venisse a morire, si intenda questa morte non come consequenza del peccato, perché Maria mai peccó, Maria rimase fedele al suo figlo amato. Maria morí e é assunta in Gerusalemme e si puó dire che fu velata nel monte Sion, in Gerusalemme, e levata per essere sepulta al lato del Monte degli Ulivi, tumulo questo che s'incontra vuoto, ovviamente, e che puó essere visitato pure oggi.
O perdão que Deus nos dá é todo feito de amor e alegria, não é uma sentença de absolvição de um tribunal, dada muitas vezes com frieza e má vontade, é o coração do Pai que se alegra pela nossa volta, como exemplifica Jesus em três parabolas que S.Lucas, o Evangelista da misericordia, acolhe no seu evangelho. A primeira parábola é a do pastor que re-encontra sua ovelha perdida. Um pastor tinha cem ovelhas, uma dela se afasta do rebanho e se extravia. O pastor vai procura-la com todo o carinho, deixando as noventa e nove que estão no aprisco, percorrendo montes e vales, até encontrar a que se tinha perdido. Quando a encontra faz grande festa com os amigos: " assim disse Jesus: haverá mais alegria no céu por um só pecador que faça penitência do que por noventa e nove justos que não precisão de penitência." ( Lc 15.7) A segunda parábola é da mulher que tinha dez moedas de prata e perdeu uma. Revira toda a casa até encontra-la. Então chama as amigas para se alegrarem com ela. Uma alegria incontida. Assim, concluiu de novo Jesus: " ... eu vos digo que haverá alegria entre os anjos do céu por um só pecador arrependido que faça penitência. (ibid v.10)
The liturgical proposals are mainly imitative. The Holy Family is the classical model offered and apparently an ordinary family: a worker, a humble woman and a child. They lived in a poor house, dug in the stone of the hill, mixed with the many others - leaned one on another - that shaped the little village of Nazareth. The worker, whose name was Joseph, was a carpenter of the village. Those who saw him working night and day, or those who met him in the street, bent under the weight of a board, could never be able to guess that he had frequent conversations with Angels and that he was in charge of the biggest matter in the human history: the Saviour.