La preghiera alcune volte è una danza, altre una lotta
Si esprime così il santo svizzero Nicola di Flue. E si sa: danzare è gioia, è bellezza, è epifania della interiorità; lottare è contrasto, è violenza, è durezza del corpo e della mente.
"Non ho voglia di pregare": e l'io si ripiega su di sé, si aggroviglia, si chiude. Non ha bisogno di relazione, basta a se stesso, trova in sé le sue ragioni, ha già le risposte per eventuali domande. Pregare è come stringere tra i denti una pietra.
"Ho voglia di pregare": e il cuore si dilata, si apre alla relazione, si concede all'incontro. "Pregare - afferma Santa Teresa D'Avila - è un intimo rapporto di amicizia... con Colui dal quale sappiamo di essere amati".
Nel nostro oggi molti fattori rendono la preghiera una "lotta". C'è la mentalità secolarizzata che privilegia il vedere, il sentire, il provare. C'è il culto della produzione e della efficienza che misura la persona per quel che fa e la valuta per quanto produce. C'è la soggettività autoreferenziale che trasforma ogni io in misura del mondo. C'è la funzionalità delle relazioni che misconosce la gratuità e ignora la logica del dono.
Ma, in questo stesso tempo, è presente e diffusa l'aspirazione alla calma, il fascino del silenzio. Emerge insopprimibile il bisogno dei significati. E la ricerca di una fede vera, convinta, libera si fa sempre più esigente e partecipata. E, allora, la preghiera è una "danza".
Troviamo scritto nella Costituzione "Gaudium et Spes" del Concilio Vaticano IL "La ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio." (n. 19).
L'uomo è nato per pregare! E solo l'uomo è definito dalla preghiera.
Il Dio della Bibbia è un dialogo eterno nel quale palpita una Parola eterna e circola una eterna effusione d'Amore. L'uomo, fatto a immagine di Dio, è fatto capace di questo misterioso colloquio: è in grado di ricevere la verità e l'amore e capace di rispondere con la mente e col cuore.
E la preghiera.
Essa, allora, non è nostra: è di Dio. Essa è l'inserimento della nostra vita nel colloquio trinitario, dove il Padre si effonde nel Figlio e il Figlio nel Padre, nella comunione dello Spirito che dice in noi e ci fa dire "Padre".
Ma è anche nostra. Santa Teresa di Gesù Bambino ha scritto: "Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia".
Quando
vuoi, puoi sentire come protezione a casa tua: il profumo che emanava
PADRE PIO: GELSOMINO- SANTA RITA DA CASCIA: ROSA- SAN GIOVANNI PAOLO II:
CEDRO.