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3 domande X 3 risposte
con Padre Bernardino Bordo


D. Mia figlia ha studiato ed io talvolta non ho il coraggio di rispondere a certe sue critiche, riguardanti, in genere, la gerarchia ecclesiastica. Lei cosa ne pensa?
 
R. Per prima cosa, tenga presente che il suo diritto a risponderle non deriva dalla sua competenza culturale, ma dalla sua maternità. La quale deve adattare il proprio servizio allo sviluppo organico e culturale dei figli; ma permane lungo tutta la vita. Detto questo, io non mi porrei in dura antitesi con quello che essa dice sulla Chiesa e cose del genere. Scatenando polemiche, si ottiene solo un irrigidimento delle posizioni. Le darei ragione nella constatazione dei fatti, qualora fossero veri. Essa, forse, si placherebbe e, in tal modo, accetterebbe la sua interpretazione benevola, che tiene conto non solo dei fatti in sé, ma anche delle circostanze temporali e personali dove possono essere avvenuti. Più volte ho usato questo sistema, in locali pubblici, per strada, sui treni: mollando dove era possibile farlo senza scapito della verità. L'interlocutore, placato dalle concessioni ottenute, facilmente accettava la nuova lettura che teneva ben presente tutto un contesto spesso assai più complesso di quanto lui non immaginasse.

D. Vedo spesso dei giovani papà più teneri e comprensivi delle loro mogli, con i figli. Le sembra positivo questo modo di educare i figli alla vita e alla vita cristiana?

R. Francamente, no. Non s'intende di approvare la durezza dei nostri padri di una volta (anche se vanno scusati per motivi ovvi). Ma qualsiasi esame psicologico-ormonale porta a dedurre che il contatto diretto con i figli che crescono tocca a colei che li ha portati in grembo. Al papà spetta il compito di collaborarvi, cioè di dare una mano, di sostenere questo compito estremamente complesso, delicato e insostituibile. Non di supplire! Lei conferma che sta accadendo proprio così; anzi che sta diventando una cosa normale. Se ne vedono le conseguenze! Dallo spirito spartano dei papà di altri tempi poteva derivarne qualche effetto non buono; del dolce eccessivo di oggi paghiamo le spese tutti: figli, famiglie, società. La dolcezza del Padre celeste è diversa...

D. Mi pare di aver saputo che una norma ecclesiastica di pochi anni fa, ha limitato a 9 anni il servizio di un parroco nella chiesa locale affidatagli. Eppure ne vedo alcuni che son presenti da 20 anni e oltre.

R. Lasciamo alla comprensione dei nostri vescovi di decidere su questo punto. Difatti tutto è rimesso alla loro discrezione e bontà paterna. In verità, possono intervenire diversi fattori umani che consigliano una giusta comprensione dell'insieme. Tutto considerato, il clero diocesano ha dato, in larga misura, un saggio edificante di disponibilità, su di un punto della disciplina ecclesiastica rimasta in vigore per secoli e secoli.