Ritorna, Signore:
fino a quando? (sl 90/89 )
Nell'ultimo capitolo dell'ultimo libro della
Bibbia, Apocalisse, viene riportata una accorata
invocazione, "Vieni",
che, come all'unisono, è ripetuta dallo Spirito e dalla sposa /Ap 22,17).
È
l'invocazione di chi ha urgente il desiderio ed è addirittura in vista della
meta.
"Vieni": è
l'incontro del compimento; è l'abbraccio dell'eterno amore; è il bacio della
gioia infinita.
Ma per dire "Vieni" insieme, da una parte e dall'altra, la condizione non deve essere
dissimile, distante, diseguale.
E, allora, che cosa
accade quando si è in cammino, ancora lontano da casa; quando si è segnati
dalla precarietà, dalla fragilità, dalla paura?
"La vostra nominanza è come l'erba, che viene e va" (Dante, Purgatorio XI, 115-116): "come l'erba
che germoglia, alla sera è falciata e secca" (Sol 90189,
5-6).
Dal profondo di questa consapevolezza impastata di amarezza e sconforto S. Agostino pregava:
"Ma tu, Signore,
non disprezzare questo filo d'erba che ha sete di te"!
Risuona, allora, al posto del "Vieni", un'altra invocazione: "Ritorna"!
Ma lo stupore, la meravigliosa sorpresa è che "Ritorna" non lo dice soltanto chi è nella precarietà
di un giorno, nella fragilità di un passaggio, nella
leggerezza di un sogno: "Ritorna, Signore: fino a quando?"
"Ritornate", lo dice anche Colui che ha un giorno di mille anni, Colui che è da sempre e per
sempre. Così il Tempo entra in relazione con l'Eterno.
Da questo incontro tra la Solidità e la
Permanenza e chi è esile e provvisorio si sprigiona la speranza, la fiducia.
"Saziaci al mattino con il tuo amore,
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni"
(Sa190/89, 14).
Si scopre così - come già aveva fatto S. Agostino - il canto della patria, gioia piena di chi
è giunto alla meta; e c'è il
canto del cammino, grido di desiderio di chi coltiva nel cuore
la
speranza e da essa sente zampillare il coraggio della preghiera e della
sapienza.
Quando il cuore
sperimenta la dolcezza sussurriamo "Vieni".
Quando l'ombra dell'amarezza ci avvolge gridiamo "Ritorna".
E Lui è vicino "da sempre e per sempre", come gioia serena o come lucida speranza.
Lorenzo Chiarinelli
Vescovo di Viterbo