Vieni Santo Spirito
Così ogni cristiano, che lo Spirito rende conforme a Cristo, è essenzialmente persona spirituale.Il termine spirituale- sèirtualità non ha ordinariamente buona accoglienza; è facilmente equivocabile; è polisemico: Nel linguaggio biblico non taà a significare semplicemente non materiale; Nel linguaggio biblico non sta a significare semplicemente "non materiale"; né si contrappone allo "storico", quasi a collocarsi fuori del tempo e dello spazio; neppure è negazione del "pubblico", così che spirituale starebbe a dire privato, intimo, non relazionabile.
No. Niente di tutto questo, almeno per la
"spiritualità cristiana", differente da quella buddista o induista o,
addirittura, laica o atea. Raccogliamo brevemente alcuni elementi che, al di
là delle concretizzazioni storico-culturali e la molteplicità delle immagini,
ci aiutino a cogliere la unità profonda, una certa "struttura"
essenziale (cfr. Moioli, Jammarone, Baracco, Secondin, Borriello, ecc...~.L"'uomo spirituale" è l'essere umano che
vive sotto l'azione vivificante e trasformante dello Spirito di Cristo e di Dio
Padre. Per la fede e la carità ha Gesù Cristo come sua norma di vita
"interiore" ed "esteriore", per cui vive di Cristo (cfr. 2 Cor
5, 15), è un solo spirito con Lui (cfr. 1 Cor
6,17) e nello stesso tempo nella sua vita storica è "memoria di
Gesù", fa la "narrazione" dei detti, fatti, atteggiamenti di
Lui nel suo contesto storico.
La realtà di Gesù Cristo che lo Spirito "imprime" in lui è il "divenire spirituale" di Gesù stesso, la sua consacrazione radicale al Padre e ai fratelli nella carità in vita e in morte eternata nella risurrezione. Assimilato a Gesù Cristo dallo Spirito egli vive la vita stessa di Lui, che lo mette in rapporto vitale con il Dio della salvezza e dell'alleanza, ~ dischiude alla vita trinitaria e lo mette al servizio di amore verso i fratelli con la carità eccessiva stessa di Dio. In questo circolo di amore egli trova la piena realizzazione di sé.
San Paolo mette a tema questo complesso dinamismo nella lettera ai Galati (5, 1-26). Qui ne va della "verità del vangelo" in ordine alla prassi e alla quotidianità della vita. Così ogni cristiano, che lo Spirito rende conforme a Cristo, è essenzialmente "persona spirituale". Il termine "spirituale/spiritualità" non ha,
L'apostolo Paolo contrasta sia l'affidarsi alle "opere della legge" sia il consegnarsi agli impulsi qualunquistici dell'io. Egli coniuga libertà e amore. Il credente, liberato da Cristo, è arricchito da un nuovo dinamismo che gli fa superare le opere della "carne" e gli fa seguire lo Spirito. E questa la libertà dell'amore, la capacità affettiva del sono, della responsabilità, del servizio.
Si tratta, dunque, di una novità di vita che si esprime in manifestazione nuova che Paolo chiama "i1 frutto dello Spirito" (Gal 5, 22-23). Questa denominazione è emblematica. Potremmo coglierne tutta la valenza partendo da una domanda: come si manifesta, come agisce, come si riconosce un cristiano? Ecco il termine "frutto".
È su questo fronte che si gioca la nostra testimonianza e la nostra credibilità. Il cristiano si riconosce da questo stile di vita, da questo frutto. Rinnovato dalla grazia e arricchito dei doni dello Spirito, il cristiano ne rivela la presenza con la fruttificazione: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). E tutto questo è creazione dello Spirito: ecco il cristiano come "persona spirituale".
Ed ecco - mi sta a cuore ridirlo ancora una volta - la essenzialità, la necessità e la indispensabilità della iniziazione cristiana: è la unzione dello Spirito - donata e accolta, vissuta nell'unione a Cristo e nella operosità apostolica - che mediante il Battesimo, la Confermazione, l'Eucaristia fa di ogni discepolo un cristiano perfetto (S. Th. I-II, 9.70, a 1(.
Lorenzo Chiarinelli
Vescovo di Viterbo