D. Ho preso parte ad una conversazione organizzata per riscoprire il valore dell'obbedienza . C'era chi lo affermava e chi lo negava. Che pensare, secondo l'insegnamento della Chiesa?
R. I documenti della Chiesa non hanno mai avuto dubbi sul valore morale e formativo di questa virtù. Cristo fu obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Molte riserve, sono sorte davanti alla prassi concreta, particolarmente nello stato religioso. Ci si era orientati più sulla obbedienza dei legionari romani, che su quella di Cristo.. Come per i legionari, vigeva il noto <dictu obsequi> "eseguire gli ordini". Per amor del cielo non veniva spinto fino ad esigere che si obbedisse in cose disdicevoli! Tuttavia si parlava di "obbedienza cieca", anche se si precisava che l'espressione non andava presa alla lettera. Tutto considerato, sarebbe stato meglio non usarla. - Ecco le conseguenze. Ma l'obbedienza è virtù evangelica, degna di ogni considerazione.
D. C'è una mia collega d'ufficio, che mi sembra più apprezzata di me e ci soffro. E invidia ? gelosia ?
R. La differenza fra invidia e gelosia, potrebbe cogliersi in questo: che la prima produce dispiacere, del bene o del successo altrui. La seconda s'interessa prevalentemente dell'amore, delle amicizie. Il caso che segnala lei può senz' altro ritenersi effetto d'invidia. Attenta, però: quello che sente non è colpevole, se lo rintuzza, insomma se non lo fa suo, lasciandosi trascinare adire, o fare cose che ledono la carità cristiana. Ricordi il detto antico: Non è peccato sentire, ma acconsentire.
D. Dò ancora importanza ad un po' di trucco. Può tollerarsi in una donna che vuole vivere un po' di spiritualità?
R. Dalla morale che non voleva sentire tante storie, se ne sono ricavate altrettante storie un pò esagerate e dannose. - Tenga presente questo principio solido: Il decoro personale è una virtù, la vanità un difetto.