Corpus Domini
Corpo e Sangue
di Cristo
Anno C
Tutti mangiarono e
avanzarono dodici ceste
PENSIERO DELLA DOMENICA
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La festa del Corpus Domini ha le sue origini dal miracolo di Bolsena. Un sacerdote boemo, di passaggio, nel 1263, andò a celebrare la Messa nella Chiesa di Santa Cristina, tormentato, come sempre, dai dubbi intorno alla reale presenza del Corpo del Signore, nell'ostia consacrata. Al momento della frazione dell'ostia, sotto il suo sguardo esterrefatto, caddero dal calice gocce di sangue sul corporale e sul pavimento. Fu subito informato il Papa, Urbano IV, che risiedeva ad Orvieto, il quale fece esaminare il prodigio da illustri teologi, quali Tommaso d'Aquino e Bonaventura da Bagnoregio. Accertato il miracolo, il Papa istituì la festa del Corpus Domini, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo cristiano.
Una raffigurazione del
Miracolo di Bolsena ad
opera di Raffaello
E' una festa, quella del Corpus Domini, che rafforza la fede del credente e le dà la certezza assoluta che non è solo e abbandonato nei marasmi della quotidianità, ma nella presenza della eucaristia c'è Lui, il vero amico che ti sta sempre a fianco.
Fu a Cafarnao, con parole nitide e ferme, che Gesù promise che avrebbe istituito l'Eucarestia: "... Io sono il pane vivo disceso dal cielo... la mia carne è vero cibo, ed il mio sangue vera bevanda; chiunque mangia la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed lo in lui; e vivrà in eterno...".
La gente che seguiva il Cristo, attratta dal panino che Gesù moltiplicò per sfamarli, non comprese questa promessa e se ne andò, delusa.
Ma Lui quello che aveva promesso mantenne fedelmente, in quella sera in cui sarebbe stato tradito!
Nella nostra vita, quando i nostri progetti vengono ostacolati e non si realizzano, con tanta delusione abbandoniamo tutto.
Sapeva benissimo il Signore che anche noi tante volte non lo avremmo seguito, forse anche tradito, rimanendo nella nostra sfiducia su tutti e su tutto...
Ci ha dato l'ennesima prova del Suo smisurato amore per ciascuno di noi, restandoci vicino, anche quando abbiamo, illusoriamente, creduto di poter fare a meno di Lui, per venirci subito in soccorso, alla nostra timida richiesta di aiuto.
La nostra gratitudine esprimiamola insieme, con la sequenza della liturgia:
Ecco il pane degli angeli - pane dei pellegrini, vero pane dei figli - non deve essere gettato, con i simboli è annunziato in Isacco dato a morte.
Nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane, o Gesù pietà di noi, nutrici e difendici, portaci ai beni eterni, nella terra dei viventi.
Gesù buon pastore
Tu che tutto sai e puoi che ci nutri sulla terra conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei santi.
Don Lucio Luzzi
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