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I domenica
d'Avvento


Anno B

Attendiamo vigilanti
la venuta del Salvatore


PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
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Questo ciclo B avrà sempre una lettura presa dal Vangelo di Marco. E’ il secondo evangelista; doveva appartenere ad una famiglia agiata. Sua madre, Maria, possedeva in Gerusalemme una casa assai vasta da poter accogliere molti fedeli. Ivi si rifugiò Pietro appena liberato dal carcere (Atti.12,11ss.). Marco era cugino di Barnaba, levita, che godeva grande autorità nella Chiesa nascente. Nel primo viaggio apostolico (45-49) Marco segue Barnaba e Paolo ad Antiochia, a Cipro e in Panfilia; ma a Perge si separò da loro (non sappiamo per quale motivo) e se ne ritornò a Gerusalemme.

 
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Una raffigurazione
dell'Evangelista Marco



Per il secondo viaggio apostolico (50-52) Barnaba voleva prendere con sé anche Marco, ma Paolo giudicò più conveniente non dovessero prendere con loro colui che li aveva abbandonati fin dalla Panfilia e che non li aveva accompagnati nell’opera loro.

Ne nacque un tale dissenso che si separarono l’uno dall’altro, sicchè  Barnaba, preso con sé Marco si imbarcò per Cipro (Atti15,37-39).

Nel 61-63 Marco si trova a Roma con San Paolo, prigioniero per la prima volta, non solo come suo collaboratore, ma “suo figlio“ (1Pietro 5,13).

Noi seguiremo il Vangelo raccontato da Marco per l’intero anno liturgico.

Nella storia dell’umanità c’è stato sempre nel cuore dell’uomo il grande anelito e il sogno, spesso irrealizzabile, che potesse arrivare un giorno un Salvatore.

Il popolo ebreo aveva identificato questo atteso e sospirato Salvatore nella figura del Messia.

Tardava a venire nel corso dei secoli, ma la speranza, l’attesa era sempre considerata unica àncora di salvezza.

Seicentocinquanta anni prima di Cristo Geremia, nato in Anatot a circa cinque chilometri a nord di Gerusalemme, rimasto celibe per ordine di Dio, annunciava alla sua gente, senza specificare il tempo, la venuta di un discendente di Davide, che avrebbe portato la gioia e la speranza all’umanità intera.

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Un mosaico raffigurante
il Profeta Geremia


E la Liturgia ci invita a percorrere questo cammino che ci porterà a rafforzare la nostra fede in Cristo, fatto uomo, nostra salvezza.

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Liturgia d'Avvento


Per iniziare questo periodo di purificazione e preparazione al Natale, propongo a me e a te la supplica del popolo che si riconosce peccatore e si rivolge a Dio, con certezza del suo perdono misericordioso; (dal libro del profeta Isaia 64,2-7).

Forse ti domandi: ma cosa devo fare in particolare,
per prepararmi al Natale?


Io direi che per prima cosa dovremmo mettere un po’ di ordine a tutto quello che alloggia nel nostro cuore.

Lo paragono spesso ad un magazzino, un ripostiglio dove si ammassano i più disparati oggetti.

Il mio Avvento dovrebbe essere riordinare i sentimenti, i possibili risentimenti, i continui mutevoli stato d’animo di fiducia e sfiducia, di speranza e scoraggiamento, di insoddisfazione, del mio ostinato atteggiamento di essere sempre dalla parte della ragione, della mia insofferenza verso chi è a capo nel mio lavoro, del non accettare l’umiliazione nel non venirmi riconosciuti i miei presunti meriti, del disagio che provo addirittura anche nei rapporti con i familiari, della mia mancanza di serenità e di un po’ di pace.

Signore mio, ci riuscirò a mettere un po’ di ordine dentro di me? Vorrei riuscire almeno a lasciare un piccolo spazio pulito, sgombro, per farti nascere per Natale nel mio cuore.

Questo lo devo fare cominciando da subito, perché poi, quando arrivano le feste, anche io verrò inevitabilmente attratto dal folclore, dai regali, dalla ricorrenza, che prevalentemente sarà di cose esteriori, dal consumismo.

Se riuscissi, per Natale, ad essere felice non per le cose che passano! E terminato il periodo natalizio sprofondare nella mia solitudine, con i miei problemi insoluti...

Vorrei, nello scambio di auguri, trasmettere un sorriso,
espressione di un cuore in pace con Te.

Don Lucio Luzzi
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Video correlato
"Te al centro del mio cuore"
Introduzione al canto di Don Lucio Luzzi
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Vie dello Spirito
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AS VIAS DO ESPIRITO

Do proveito das adversidades

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Imitação 1.12
 
Do proveito das adversidades

 

É de  vantagem que passemos, de quando em quando, por algumas aflições e contrariedades, porque sempre fazem que o homem entre em si mesmo e reconheça que vive no exílio e não deve colocar sua esperança em coisa alguma deste mundo.
Convém que suportemos,às vezes, adversidades e que nos julguem mal e desfavoravelmente, ainda que nossas ações e nossas intenções sejam boas.
Ordinariamente isso nos leva à humildade e nos preserva da vangloria.
Quando, exteriormente, somos desprezados e mal julgados pelos  homens, melhor buscamos a Deus que vê o nosso íntimo.


THE WAYS OF THE SPIRIT

IT'S CHRISTMAS !

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IT'S CHRISTMAS !
THE TRULY JOY OF THE HEART.


Five centuries before the coming of Christ, the King of Babylon ( today Bagdad) invaded Israel and deported ali the population to Mesopotamia. The voice of the Prophet lsaiah,walking among the people encouraging them: " Do not be afraid,for behold your God will come to save you ... And you Bethlehem are not the smallest of the villages of Israel, from you a Savior will be born.

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Finally, after a long waiting, the Salvation Game.
C

LOS CAMINOS DEL ESPIRITU

Evangelio del Domingo: Lucas 13, 22-30

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Evangelio del Domingo: Lucas 13, 22-30

«Señor, ¿serán pocos los que se salven?»
Jesús les dijo: «Esforzaos en entrar por la puerta estrecha.
 Os digo que muchos intentarán entrar y no podrán.
Cuando el amo de la casa se levante y cierre la puerta, os quedaréis fuera y llamaréis a la puerta, diciendo: "Señor, ábrenos"; y él os replicará: "No sé quiénes sois."
El Evangelio de este Domingo nos dice que "la senda que conduce a la Vida es estrecha"
Es urgente la necesidad de la gracia y de nuestra respuesta. Recuperar el equilibrio, o la plena vigencia de la virtud, resulta de cargar la propia cruz cada día. Somos la cruz que debemos cargar: nuestros naturales límites, nuestras falencias y pecados, los altercados con un entorno agresivo y desalentador.



WEGE DES GEISTES

I Sadducei

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I Sadducei!
Nella storia e nella
prassi religiosa ebraica



Il discorso sui farisei non è completo, senza quello sui sadducei, rappresentando entrambi i due pilastri della vita religiosa nella Giudea dei tempi di Gesù. Partiamo dal nome, sadducei, dall'ebraico sadduqim, che non vuol dire, come pen¬sava S. Girolamo "i giusti" da saddiq, ma semplicemente discendenti da Sadoq, ipote¬tico sommo sacerdote dei tempi di Salomone ( E. Shizrer 11, 489,n 10 -11). La loro stessa identità storico - sociale non è così ben definita come si pensa, quando vengono contrapposti o presentati in rapporto con i farisei.


Preghiere

TI ADORO DIO

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TI ADORO DIO

(al mattino)
Ti adoro» mio Dio,
e ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
e conservato in questa notte.
Ti offro le azioni della giornata:
fa che siano tutte secondo la tua volontà
per la maggior tua gloria.
Preservami dal peccato e da ogni male.