Prevalgono tradizioni popolari
La frase con la quale abbiamo chiuso l'articolo precedente (Religiosità popolare) l'abbiamo definita cinica. Eppure si sa che gli avversari del clero hanno da sempre insinuato che esso ha sfruttato l'ignoranza e la superstizione del popolo, per soggiogarlo e vivere alle sue spalle ... Affermazioni del genere non vanno prese in considerazione, perché irridono volutamente alla vera storia della religiosità cristiana, affermatasi, lungo due millenni, come sorgente di civiltà, quella di cui vivono anche coloro che parlano così...
Però è esatto, e va detto per amore della Chiesa, che non ci si può fermare alla semplice religiosità popolare. Bisogna animarla di fermenti veramente evangelici, mediante quella che Giovanni Paolo Il° chiama "una nuova evangelizzazione".
Il popolo ha diritto di sapere tutto ciò che è vero su Dio, su Gesù, sulla Bibbia, sulla Chiesa, sulla fede. Senza reticenze, cioé senza nascondere nulla perché Cristo non ha bisogno di reticenze, è luce da luce. Non si deve temere di mettere in crisi certe credenze popolari sulla Madonna, sulla storia vera dei martiri e su quanto attiene al mistero dell aldilà: inferno, purgatorio e paradiso. Tutto deve essere messo in luce: perché oggi, con tutte le mistificazioni in atto, la gente non è più disposta a credere se non a quello che si può chiarire (anche se la fede non poggia su dimostrazioni scientifiche, ma "sulla Parola e sulla potenza di Dio").
Se questo è vero va liberata la devozione mariana da superfluità, che spesso sanno di mammismo: la venerazione ai santi da quanto conserva forme largamente feticistiche: l'uso delle sante immagini da gesti di chiara estrazione magica. Così. come sui misteri della Vita di Cristo. il popolo ha diritto di sapere come avvenne veramente la Sua Nascita, come si svolse la Sua Vita, i particolari esatti della Sua Passione e Morte. Così per tutto quello che forma oggetto di culto liturgico annuale. o di tradizioni popolari a santuari, campestri o meno, dei quali non si può ulteriormente mitizzare l'origine storica. con racconti mirabolanti, miracolistici.
La gente si scandalizzerebbe, davanti ad un discorso franco? Può darsi. Ma un' insistenza rispettosa dei tempi di assorbimento, tipica di menti poco assuefatte all'indagine seria, porterebbe frutti sicuri. La nostra gente è ignorante; ma stupida no. Nel senso che ignorante vuol dire "uno che ignora" (in questo senso, siamo ignoranti tutti!); stupido è qualcosa da non dover supporre mai negli altri. Come io ho capito molte cose, per merito di chi me le ha insegnate pazientemente, così anche altri, anche i più refrattari, riuscirebbero a capirle, se trovassero, anch' essi, chi le insegnasse loro.
Francamente ho sentito persone, che si erano mostrate scandalizzate di certe mie precisazioni su fede e tradizioni popolari, trenta o quarant' anni fa. Ora mi sento dire, ora: lo sa che aveva ragione lei?