Cosa andavano a fare a Emmaus?
Ci avviciniamo ai due discepoli che stanno partendo per Emmaus.
Punto di partenza, Gerusalemme; e non ci sono ulteriori chiarimenti da dare. Ma quel nome, quel villaggio, Emmaus, a cosa corrispondono?
Questo centro doveva essere talmente piccolo che se ne fa parola solo ai tempi dei Maccabei. Ancora oggi, dopo le scoperte archeologiche del noto padre Bagatti, restano dubbi sulla sua ubicazione.
I pellegrini sostano commossi, sul luogo che questo meritevole francescano ha individuato e illustrato; ma tuttora non si è in grado di dirne l'ultima parola. Luca precisa che si trattava di "un villaggio distante circa sessanta stadi da Gerusalemme" (Lc 24, 13). Sessanta stadi ovvero 11 km.
E' lecito chiederci, a questo punto: Come mai i due si assentavano dal gruppo, (anzi dai tre gruppi) in un momento così grave e con tante paure in cuore? Un gesto di rottura? Non lo si può ammettere, perché fra qualche ora, o anche meno, uno di loro due parlerà con l'ignoto pellegrino, manifestando commozione su quanto era accaduto, sulla tremenda angoscia in cui avevano lasciato in città i colleghi. Erano presenti anche loro, quando le donne erano arrivate, presumibilmente al Cenacolo, a comunicare quanto sapevano: Al punto di alludere alla corsa di Pietro e Giovanni a controllare il sepolcro vuoto, si avverte l'amarezza del niente di fatto: "Ma lui non l'hanno visto" (Lc 24, 22, 24).
Possiamo porci anche un'altra domanda: Cosa andavano a fare ad Emmaus, di tanto importante, da staccarli dagli amici, in un momento in cui, logicamente, avrebbe dovuto prevalere il bisogno di restare uniti?
Su questo non è possibile arrivare ad alcuna conclusione, appunto perché la loro permanenza ad Emmaus fu troncata dalla manifestazione improvvisa ed esaltante del Maestro redivivo. Luca li inquadra in questi termini, su quella strada verso nord ovest: "Conversavano di tutto quello che era accaduto". E al punto di essere raggiunti dal Risorto: "discorrevano e discutevano insieme (ivi. 14-15).
Il nostro evangelista è molto facile ad usare quel termine "tutto", quasi ad ogni passo del suo Vangelo; per cui è lecito considerarlo un modo di alludere a una molteplicità di cose, di eventi e di persone. Nel nostro caso, significa che i due andavano rievocando quanto avevano visto e udito. La conversazione, al dire di Luca, si era, ad un certo punto trasformata in discussione, segno che su alcuni punti e, soprattutto sul significato da dare ad essi, non si trovavano in perfetto accordo.
Questa era la disposizione d'animo dei due, su cui irromperà, senza preavvisi la presenza del Risorto. Essa è molto simile a quella in cui ci trova ogni irruzione del soprannaturale nella nostra storia intima; mentre il modo di comportarsi di Cristo su quella strada, ci rivelerà alcuni particolari estremamente interessanti della sua seconda vita, anticipazione di ciò che sarà concesso anche a noi, al momento della nostra risurrezione.
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