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Di cosa parlava
Gesù a mensa?
- I^ parte -
 

L'argomento è troppo interessante, e noi dobbiamo portarvi sopra l'indagine, tenendoci accanto alla narrazione evangelica, con tutti i migliori ritrovati dell' esegesi moderna.
Gesù ritenne quello del convito il clima più adatto per avviare un discorso intimo, attraverso il quale si trasmette quanto di più personale uno ha scoperto nella sua esperienza di vita.
Ebbene, ci accontenteremo di rivisitare qualcuno degli episodi evangelici che ritraggono Gesù in conversazione a mensa.

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Gesù alle nozze di Cana 

Così ci troviamo di fronte al banchetto nuziale di Cana (Gv 2, I-10). La pericope è nota a tutti, perché torna più volte durante l'anno liturgico e, pertanto ci limitiamo a sottolineare solo i punti che interessano la nostra ricerca.

Al momento in cui la Madre lo avverte che purtroppo si sono esaurite le scorte del vino e, quindi incombe la più grave vergogna sui genitori degli sposi (dei quali almeno uno doveva essere loro parente), Gesù risponde in quel modo che per noi occidentali del 2000 suona un po' duro, ma che nel suo contesto etnico e linguistico non era affatto tale: «Che vuoi da me, o donna? Non è ancora venuta la mia ora». 

Così viene fuori che lui doveva tener d'occhio scadenze stabilite dal Padre e non da circostanze fortuite. Un punto essenziale, per comprendere le dimensioni del suo impegno messianico. Senonché Maria aveva indovinato che quell' ora  era proprio venuta, mettendo in chiaro una cosa ancora più interessante per la Chiesa futura: che la Madre di Gesù era in grado di comprendere cosa Lui volesse dire, anche nel senso contrario al suono delle parole! Anche per questo, «I discepoli credettero in Lui», perla prima volta.

E accaduto a mensa. Gesù era sdraiato su di un divano del triclinio come ogni altro commensale, anche se invitato eccellente, per parentela e fama iniziale.

Lasciando da parte altre lezioni che hanno per sottofondo una casa, come nell'episodio della suocera di Pietro e del paralitico calato giù dal tetto, c'è quello in casa di Matteo, descritto dallo stesso padrone di casa (Mt 9,10-13) e da Marco (Mc 2, 13- 17).

Anche in questo caso, Gesù è a mensa, sistemato come al solito sul triclinio, a mangiare insieme a «molti pubblicani e peccatori», quindi con gente tutt' altro che abituata a discorsi spirituali. Ebbene quando i soliti avversari, i dottori della Legge oseranno di mandargli a dire che era uno scandalo, espose un suo punto di vista che si stenta tuttora a scandagliare quanto merita.
Intendiamoci: quei signori erano fuori della porta, sulla strada. Se fossero entrati, sarebbero diventati immondi da non potersi più presentare al tempio, chissà per quanto tempo. Lui no: era entrato, e mangiava tranquillamente insieme a quella canaglia!... E avrebbe continuato.

Il fatto merita che ci torniamo sopra, alla prossima puntata,, per la lezione che ne venne fuori. Una riprova che non solo Gesù sapeva mettere a servizio della sua missione il clima sereno di un convito, ma di riuscirvi anche quando qualche stonatura proveniente dall'esterno, come in questo caso, avesse tentato di turbarlo.

Padre Bernardino Bordo, passionista