DALLA PRIMA LETTERA DI S.PAOLO DELLA CROCE ALLA VEN.LUCIA BURLINI 4 LUGLIO 1748
Dopo il silenzio di tanti anni, ho creduto mio obbligo di gratitudine di visitare con questa mia il vostro spirito ringraziandovi in primo luogo, in Gesù Cristo della grande carità con cui avete assistito ai nostri poveri religiosi abitanti nel sacro ritiro della Madonna del Cerro [ ..] Gesù che è il sommo datore d'ogni bene ricolmi sempre più il vostro spirito della pienezza delle sue grazie e doni celesti, per le fatiche, viaggi ed altri uffici di carità in cui vi siete impiegata per i miei e vostri fratelli in Gesù Cristo.
Sappiamo quanto è stata dura e difficile la vita di Benedetta, specialmente nell'ultimo anno quando tutti i sensi in lei si sono spenti, come dice lei stessa: "Nella notte buia dei miei faticosi giorni" (22.4.1963). Sappiamo anche come la sua fede e la sua preghiera proprio in questa grande prova hanno raggiunto vette straordinarie. Mi sembra che una caratteristica della sua preghiera, del suo colloquio con il Signore, sia stata un nuovo e spirituale uso dei sensi: quello che le era impossibile fisicamente l'ha fatto nella fede e nello Spirito.
San Giuseppe continua sua missione nella Chiesa per mezzo della sua poderosa intercessione in cielo. Con la sua grande dignitá e ammirabili esempi di virtú continua vivo e attuante. La gloria estraordinaria che gode nel cielo é proporsionale ai suoi meriti e generosa gratitudine del Suo Figlio Gesú che, secondo l'intensitá del grande amore del Santo, Gli dá una misura piena e superiore nel Suo Renho.
Preparate la via del Signore Raddrizzate i suoi sentieri!
PENSIERO DELLA DOMENICA + VIDEO CORRELATO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Giovanni Battista, cugino di Gesù, annuncia: ...dopo di me viene uno che è più forte di me ed al quale non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali . Da questa seconda domenica di Avvento, la figura dominante è quella del Precursore, Giovanni Battista, cugino di Gesù, che indica le disposizioni necessarie per accogliere il Messia che stà per venire; la sete di giustizia e di libertà, lapertura a convertirsi. Due secoli prima di Cristo, il poeta e profeta Baruc canta la speranza di tutto un popolo: alla miseria e alla schiavitù succederanno la bontà e la libertà, allumiliazione e alla tristezza la gioia. Nel Salmo 125 il cristiano può esprimere la gioia di aver trovato la strada dopo il peccato: Grandi cose ha fatto il Signore per noi!
Sono cresciuto in Parrocchia con le tue canzoni in mezzo alla mia gente e ai miei ragazzi. Le ho suonate sempre con la fisarmonica. Verresti a un mercoledì di Quaresima che faccio con i giovani della Diocesi nella Cattedrale di Molfetta?. Fu questo il mio primo incontro telefonico con il Vescovo don. Dissi di sì e partii, allora, con la mia chitarra prendendo un aereo per Bari.
il carcere e un deserto spietato. Un luogo di solitudini raggelanti e di vicinanze obbligatorie. Eppure dentro il recinto -fatto di impotenza e disperazione, ignavia e dimenticanza, oppressione e reclusione -fioriscono storie di riscatto, veri abbaglianti anticipi e posticipi di risurrezione Storie al limite: taglienti come vetri, iridescenti come la speranza maltrattata, calpestata, ridotta a brandelli, ma mai del tutto cancellata. Storie nelle quali si manifesta un'irruzione, lintrusione di qualcosa di inaspettato, di sorprendente, di indicibile. Io lo definisco l'imbarazzo di Dio. Una presenza che spiazza, che apre all'inaudito. che per un attimo decisivo sospende e taglia la quotidianità della reclusione.
Mi sono lasciato prendere totalmente dalle persone, dai fatti e dai movimenti e stavo per tralasciare di comunicare con voi lontani, ma sempre vicini.E cose ed eventi da scrivere ne ho una montagna!
Oltre le novità nel Centro Giovanile ne ho anche trovate rilevanti nel bairo (quartiere) Vila Piloto. I problemi, la miseria, le malattie sono sempre tantissimi, ma trovo qualche abitazione piú decente, un pó di ordine in piú e una certa vita di quartiere. La presenza del Centro e della Scuola hanno contribuito moltissimo ai cambiamenti.
Il fatto di Gesú Dio fatto uomo é un poco complicato di comprendere all'uso della ragione umana e possiamo domandare: perché nel Vangelo non incontriamo la vita di Gesú ancora bambino e si parla tanto poco di questa sua fase fra noi ? Il Vangelo parla di Gesú quando aveva trenta i anni a cominciare il suo ministero. Interessante che nella nostra vita ci ricordiamo solo di fatti importanti felici e anche infelici. Bene sappiamo che il Vangelo é l'espressione dello straordinario di Dio fatto uomo nella storia della umanitá. La vita di Gesú Bambino e adolescente é una vita piena di normalitá come qualche mortale, se fosse differente come una infanzia straordinaria, in comune, incredibile allora Gesú non sarebbe un essere umano. Chi non accetta la sua incarnazione non comprende niente.
É comune osservare: chi non
sta in comunione di fede con la chiesa non intende il silenzio del
Vangelo a rispetto della vita occulta di Gesú nei suoi trenta anni nella
Galilea. Ma é giustamente il silenzio del Vangelo che ci insegna che
Lui é veramente uomo, comune, normale come tutti gli altri che devono
crescere, apprendere e vivere il quotidiano come persona: questo é il
testimonio della sua incarnazione. Con questo Gesú si umilió e fu
obbediente. La umiliazione di Gesú stá essenzialmente nell' assumere i
limiti della condizione umana, questa umiliazione si esprime nell'
accettare persecuzioni, sofferenze fisiche e psicologiche e sopratutto
nella esperienza di una morte violenta.
La sua morte violenta e ingiusta
fu consequenza del suo magistero. Questa é la dimensione della
obbedienza al Padre, la coerenza con la volontá del Padre di rinunciare a
tutto e tutto collocare nel cammino della salvezza. Gesú si umilió
nella condizione di uomo e il suo soffrire non fu la volontá del Padre,
ma una consequenza della sua vita.La esaltazione di Gesú viene per
questo: per la sua obbedienza alla volontá del Padre che era e ancora é
la salvezza dell'essere umano e per il mondo. Il fatto della
resurrezione, molto accentuato nei quattro Vangeli e nelle lettere,
specialmente di Paolo, é questa esaltazione che il Padre fa per Gesú.
Per l'essere umano continuare l'opera iniziata da Gesú era necessario
avere un difensore e Lui stesso lo afferma varie volte come nel Vangelo
di Giovanni: " ....queste cose vi ho detto stando fra di voi, ma Il
Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre inviará in mio nome, vi
insegnará tutto e voi ricorderete tutto quello che vi disse:"
(Gv-14.25) La parola Paraclito significa aiuto, soccorso e avvocato e
stá presente nella nostra persona a partire dal Battesimo e agisce
continuamente in noi: non Lo possiamo dimenticare o ignorare perché é
una realitá, ma Lui agisce in noi nella misura che lo invochiamo e
allora la sua forza e la sua potenza ci trasformará ..............
Il 17 gennaio i
sagrati e le piazze di molte Chiese, dal sud al nord della penisola,
brulicano di animali condotti dai loro proprietari per la benedizione di
Sant' Antonio.E vissuto nel 250 a Coma (oggi Quemar) sulla costa occidentale del Nilo, nel medio Egitto. Morì all'età di 105 anni.
Il 17 gennaio i sagrati e le piazze di molte Chiese, dal sud al nord della penisola, brulicano di animali condotti dai loro proprietari per la benedizione di Sant' Antonio.E vissuto nel 250 a Coma (oggi Quemar) sulla costa occidentale del Nilo, nel medio Egitto. Morì all'età di 105 anni.
In questo frammento del Vangelo di Luca notiamo il canto di lode di Zaccaria, dopo la nascita di suo figlio. Nella prima parte il padre di Giovanni Battista ringrazia Dio, nella seconda parte i suoi occhi guardano verso il futuro. Tutto in lui traspira allegria e speranza al riconoscere l'azione salvatrice di Dio in Israele che finisce con la venuta dello stesso Dio incarnato, preparata dal figlio di Zaccaria. Giá sappiamo che Zaccaria era stato castigato da Dio a causa della sua incredulitá, peró, adesso, quando l'azione divina é stata completamente manifestata nella sua carne, al ricuperare la voce, esclama quello che fino allora non si poteva dire se non con il cuore ed é vero quel che diceva:" Benedetto, Signore, Dio di Israele ....." (Luca 1.68)
E' così consolante intuire che l'aspetto più intimo dell'assistenza materna di Maria in nostro favore passa esattamente attraverso queste stesse linee; fin dalle prime fasi del cammino verso Dio.
Tutti sanno che in esse anche una difficoltà di scarsa importanza potrebbe scoraggiarci, spingendoci al punto di partenza, rappresentato da quello che, sotto sfumature diverse, viene chiamato momento di conversione, o primo vero incontro con Cristo.
Ciò che ha
impressionato più vivamente il pensiero cristiano di questi ultimi tempi sulla testimonianza di santità di Maria è stata l°immersione totale in un mistero che la circondava da ogni parte, senza che lei sentisse il bisogno del sussidio di rivelazioni 0 visioni, dello stampo dei patriarchi e dei profeti della sua gente. Lo abbiamo notato a suo luogo.
Credette alla parola dell'angelo, e si fidò; tenne presente la predizione del vegliardo del tempio e accettò senza riserve una missione chiaramente superiore ad una semplice donna del popolo. Non chiese spiegazioni di sorta.
In effetti, la prima domanda che uno si pone, davanti ad un'antica icona bizantina della Dormizione, quando vede uscire dal corpo disteso sul letto, la figura di Lei in direzione obliqua verso il cielo, è questa. Si tratta della sua anima che esce a quel modo, o è tutta lei, anima e corpo, che il monaco del monte Athos vuole rappresentare con moduli così poco convincenti?