Sulla mia salute e
quanto mi è accaduto, posso attestarle quanto segue:
Il 12 agosto 1998 ho subìto il primo intervento per un
cistoma ovarico, e tutto si è rimesso a posto. Ma lentamente: fino ad agosto del 1999. A questo
punto si era reso necessario un nuovo intervento, che è stato rimandato al 19
settembre, perché era richiesta una gastroscopia, per fastidi che avvertivo al
fianco sinistro. Alla gastroscopia è risultata una grossa ulcera, in un brutto
punto dello stomaco. Per cui, il primario del reparto chirurgia di Carbonia mi
ha parlato di un grosso intervento. Così mi hanno asportato tutto lo stomaco,
insomma l 'apparato digerente.
Non vi è disgrazia, non vi sono catastrofi, non vi sono dolori, per quanto inauditi siano, che, quando si soffrono per amor di Dio, non si trasformino in corona di gloria e di speranza.
A cosa servono belle strade e aeroporti, begli edifici di tanti piani, se vengono costruiti con il sangue dei poveri, che non ne beneficeranno?
Ateo non è solo il marxismo, ateo pratico è anche il capitalismo. Questo divinizzare il denaro, questo idolatrare il potere, questo porre falsi idoli da sostituire al vero Dio. Viviamo tristemente in una società atea.
Non abbiamo molti dati personali sulla vita di Bonaventura, tuttavia attraverso i suoi scritti si può capire quale è stato l'influsso di Francesco su di lui.II primo impatto con Francesco è avvenuto in occasione della gravissima malattia che lo colpì tra i 9 e i 14 anni, quando la madre chiese a Dio la grazia della guarigione del figlio attraverso l'intercessione di san Francesco. Non appena "strappato dalle fauci della morte e restituito incolume al vigor della vita" fu consegnato dalla madre ai frati minori del convento di Bagnoregio presso i quali non soltanto studiò, ma incominciò a conoscere il loro fondatore.Più tardi nel 1243 Bonaventura entrò a far parte dell'Ordine sedotto non soltanto dall'esempio di alcuni docenti universitari francescani, ma soprattutto dallo spirito evangelico del poverello di Assisi. Osservando poi che tra ifrancescani si trovava gente umile ed eminenti studiosi, si persuase che si potevano benissimo conciliare umiltà e povertà con la speculazione sapienziale.
PENSIERO DELLA DOMENICA + VIDEO CORRELATO Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
E impressionante lintensa attività di Gesù nei suoi tre anni di vita pubblica, per tutte le strade della Palestina. Guarigioni, prodigi miracolosi, aiuto ai diseredati, risposte concrete ad ogni richiesta di aiuto, ma soprattutto il Suo insegnamento. Doveva trasmettere una dottrina eterna ad un uditorio prevalentemente analfabeta e in parte critica e ostile. Da grande pedagogo, unico e inimitabile nella storia, trasmetterà alla sua gente le grandi verità, prevalentemente con il metodo delle parabole. Raccontini ipotetici, semplici, tratti dalla vita quotidiana e comprensibilissimi per il suo uditorio. Gesù doveva fare i conti con una concezione radicata in Israele che Dio premia i buoni ma stermina gli empi.
DON TONINO BELLO: NON UN MITO, MA... UN MITE ( Il Vescovo don)
Sono cresciuto in Parrocchia con le tue canzoni in mezzo alla mia gente e ai miei ragazzi. Le ho suonate sempre con la fisarmonica. Verresti a un mercoledì di Quaresima che faccio con i giovani della Diocesi nella Cattedrale di Molfetta? Fu questo il mio primo incontro telefonico con il Vescovo don. Dissi di sì e partii, allora, con la mia chitarra prendendo un aereo per Bari. Arrivato a Molfetta, mi venne ad aprire un bambino. Non era o meglio era uno dei piccoli figli che il Vescovo don ospitava nella sua casa Vescovile: famiglie senza casa o disagiate.
Il mio Crocifisso lo porto dappertutto, lo preferisco a tutto.
Quando io sono debole Egli è la mia forza, quando cado Egli mi alza, quando piango, Egli mi consola, quando soffro mi guarisce, quando tremo mi rassicura, quando Lo chiamo Egli mi risponde.
GESÚ E LA LEGGE GIUDAICA DEL SABATO. Una riflessione
La legge di Mosé determinava il sabato come un giorno di riposo settimanale. Di questa legge i giudei pensavano di imitare la maniera di agire di Dio nella creazione. San Tommaso di Aquino osserva che Gesú non accetta la stretta interpretazione che davano i giudei: " Questi, volendo imitare Dio non facevano niente il giorno di sabato, come se Dio in questo giorno avesse lasciato di attuare. É vero che di sabato si riposó della creazione ma sempre e in forma continua Dio attua, conservandosi nel suo essere.......
Dio é causa di tutte le cose anche nel senso di
farle sostituire perché il suo potere non poteva lasciare di esistere e
attuare conforme la sua volontá." Mio Padre lavora continuamente e Io
pure lavoro ( Gv,5.17 ) É stato detto che Dio non lascia di attuare
dopo la creazione. Come il Figlio attua insieme al Padre, che con lo
Spirito Santo sono un solo Dio, per questa ragione il nostro Signore
Gesú Cristo, il Figlio di Dio, puó dire che non lascia di lavorare.
Queste parole di Gesú fanno un riferimento implicito alla natura divina e
cosí lo intendevano i giudei, i quali, considerando una bestemmia
lavorare di sabato, volevano ammazzare. Tutti, commenta Santo Agostino
chiamiamo Dio Padre Nostro che stai nei cieli ( Is 63-16 ) I giudei
non si inferocirono perché avesse detto che Dio era suo Padre, ma perché
chiama il Padre di una maniera molto differente di come lo chiamano gli
uomini.
Vedete come i giudei vedono: gli ariani, al contrario, non
vogliono vedere. Questi dicono che il Figlio non é uguale al Padre e
qui sorge una grande eresia che affligge la chiesa. Noi chiamiamo Dio
Nostro Padre perché siamo figli adottivi per la grazia in quanto Gesú Lo
chiama per la natura. Per questo, dopo resuscitato dice:" Vado dal mio
Padre e vostro Padre" ( Gv 20.17 ) distinguendo cosí le due maniere di
essere differenti figli di Dio...........
La regolare attività di Vie dello Spirito con i nuovi video e testi riprenderà a partire dal mese di settembre. Stesso discorso anche per il commento alla Parola di Dio di Don Lucio Luzzi attraverso la sezione "Pensiero della Domenica". Con l'occasione lo staff di Vie dello Spirito oltre ad augurare a tutti un sereno periodo di riposo propone a tutti il video "Riposatevi un poco" creato da Don Lucio Luzzi in riferimento alle parole che Gesù rivolse ai suoi discepoli. Gesù quando vede gli apostoli stanchi li porta in un luogo solitario e lì fanno le loro ferie. Lo ripete a ciascuno di noi, stressati dalla vita moderna...
Gesù ci ha insegnato ad avere piena fiducia nel Padre
Nessuno ha potuto garantirci, meglio di Gesù, sul nostro destino risolutivo, l'eternità beata e sui mezzi indispensabili per raggiungerla. Ebbene, egli ha precisato che questa speranza dobbiamo riporla non in lui, ma nel Padre che lo ha mandato. O, più aderente al dettato giovanneo: ad avere lui, Gesù, come garante del Padre: " Non si turbi il vostro cuore: Abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me" ( Gv 14, 1). Qui il termine fede ha il senso più pieno di fiducia, di speranza..Sono innumerevoli le volte, in lui il Salvatore richiama i discepoli a fidarsi dell'assistenza amorevole del Padre, prendendo lo spunto dalle circostanze che capitano, lungo le peregrinazioni missionarie alle quali li portava.. Qui Con la stessa testimonianza personale e con l'insegnamento proposto, con la consueta gradualità che imponeva la limitatezza della mente di chi gli andava dietro, stimolò in tutte le maniere a riporre ogni speranza necessaria a vivere, su Colui che ce l'ha donata.
La televisione non ne parla mai o forse non ne può parlare, ma esistono, non hanno armi addosso, pregano cinque vol¬te al giorno, vanno alla Moschea, hanno una sola sposa, a¬mano la famiglia, lavorano, sono aperti e sono anche amici dei preti cattolici.
Ho passato alcuni giorni in Macedonia per una visita a una famiglia di amici. Tutti appartengono all'Islam. Lui, il papà, si chiama proprio Islam (Is per noi) e lei Djiana. Hanno tre figli che vivono in Europa. Vivono sotto le montagne di Tetovo. Lei scese dalla sua amatissima alta montagna per prendere in sposo Is. È l'unica moglie. Dice: "come faccio a prendere un'altra donna, se ho tre figli e non riesco a mantenerli"? E poi lui ha sempre pensato che l'amore è amore che non si può spartire in ...troppi!
UMILE ED ALTA PIU CHE CREATURA
( Dante, Parad. 33,2 )
Maria, madre di
Dio. Il titolo fa, dunque, parte del patrimonio della nostra fede: quella che
l'apostolo Paolo sente de?nire stoltezza dai saggi del neo platonismo e scandalo dal pietismo ottuso
dei rabbini, diversi dal suo pio rabban Gamaliel I e molto più al suo divino maestro Gesù. Stoltezza, perché il sottile
so?sta della sua epoca non poteva ammettere che il grande demiurgo potesse farsi uomo, avere una madre terrena,
per poi morire in croce ignominiosamente.
Scandalo per i rabbino di J amnia o di Gerusalemme, il quale,attento più alla
torah che a Jahvè, inorridiva al solo immaginare che il Dio d°Israele avesse
potuto calarsi nel tempo, lasciandosi generare da una donna, sia pure una ?glia
di Sion, per poi finire sotto laccusa di essersi contrapposto a Mosè e ai
profeti, sovvertendo le tradizioni dei padri.
E strano che si sia predicato, scritto e parlato tanto sull IMMACOLATA CONCEZIONE e nella comunità cristiana siano ancora numerosi coloro che ne hanno unidea assai vaga. Molti fedeli, quando se ne celebra la Festa l8 dicembre, pensano allo splendore verginale di lei, mostrando di non saper distinguere Immacolata da Vergine. Altri si commuovono sinceramente, nel considerare e contemplare nella liturgia di quel giorno la purezza, anzi la castità. In questo caso siamo di fronte ad unaltra confusione, fra purezza, castità, e concezione immacolata.
santa Maria, vergine della sera, Madre dell'ora in cui si fa ritorno a casa, e si assapora la gioia di sentirsi accolti da qualcuno, e si vive la letizia indicibile di sedersi à cena con gli altri, facci il regalo della comunione. Te lo chiediamo per la nostra Chiesa, che non sembra estranea neanch' essa alle lusinghe della frammentazione e della chiusura `nei pe¬rimetri segnati dall'ombra del campanile. lo chiediamo per la nostra città, che spesso lo spirito di parte riduce così tanto a terra contesa, che a volte sembra diventata terra di nessuno.
FESTA DE TODOS OS SANTOS DEUS NOS QUER TODOS SANTOS UMA REFLEXÃO
" Nós vos damos graça, Deus Omnipotente,....que assumis vosso imenso poder e reinais.... Chegou o momento de julgar os mortos, de dar a recompensa aos vossos servos, aos profetas, aos santos, aos que temem vosso nome, pequenos e grandes. Eles venceram, graças ao sangue do Cordeiro e ao testemunho que deram (Ap 11.17/18) "É esta a atitude espiritual que devemos ter em vista desta grande solenidade da Igreja: nós, cristãos, somos um povo que caminha olhando para o amanhã da eternidade, sem descuidar de nossas tarefas na terra, mas consciêntes que não é aqui a nossa morada permanente, pois ela é transitoria.