
IL CONTRATTO DEL FIDANZAMENTO
per la donna ebrea ai tempi di Gesù

Da quel punto gli apparteneva a tutti gli effetti, anche se non si concedeva la coabitazione: lei, però, veniva chiamata tranquillamente sposa. Se le moriva il ragazzo, era considerata vedova; poteva essere ripudiata solo con regolare libello di ripudio, come una vera moglie; poteva essere punita anche con la lapidazione, se gli avesse mancato di fedeltà con l'adulterio. Non si concedeva la coabitazione, si è detto.
Ma i rabbini della Giudea annotavano amaramente che su questo particolare si poteva contare solo sulla regione della Galilea. Al sud si era più libertini...
Avete fatto caso a quella confessione dei rabbini della Giudea? Meno male che Maria e Giuseppe non erano della loro regione! Difatti Matteo dice espressamente che il mistero della Incarnazione era avvenuto,a Nazaret di Galilea," prima che andassero a coabitare"( Mt 1,18).
Riprendendo il filo della nostra documentazione ebraica, fa un certo effetto, sentire che il Talmud paragona il contratto per l'acquisto di una fidanzata a quello per la compera di uno schiavo...
" Si acquista la moglie col denaro, con il contratto e con i rapporti sessuali", analogamente " si acquista uno schiavo pagando col denaro col contratto e con la presa di possesso".
La conclusione sa di beffardo:
Certamente, anche per Maria, Giuseppe dovette stare al contratto. Con chi lo avrà stipulato? Erano ancora vivi i genitori di lei? E se, come si pensa, fossero già morti, chi avrà fatto la loro parte, a vantaggio di lei? Vorremmo poter rispondere. Purtroppo, i documenti mancano e sarebbe poco serio affidarsi alla immaginazione devota, come è successo lungo i secoli cristiani.