Le abitazioni Palestinesi
ai tempi di Gesù
Erode il grande e suo figlio Antipa, per fare un esempio, avevano avuto una vera mania per le costruzioni grandiose, di cui ancora si possono vedere i resti in Terra Santa.
I palazzi di famiglie facoltose, come sommi sacerdoti, grandi commercianti e simili constava, generalmente di un fabbricato con un pian terreno e un piano superiore.
Nel primo erano dislocati i locali destinati al lavoro, alle stalle e altre esigenze del quotidiano. Al secondo erano sistemati gli ambienti riservati ai padroni (per la servitù, o schiavi bastavano quelli del pianterreno).
Quindi il Coenaculum, o sala da pranzo, il cubiculum, o camera da letto; e poi il diversorium, il vestibulum, cioè varie sale di soggiorno, di accoglienza e ricevimenti. Il palazzo aveva un suo atrio.
Il cenacolo era dotato del suo triclinium, composto di tre lettucci, o divani, a forma di ferro di cavallo, attorno alla mensa di legno, bassa e lunga, secondo le esigenze della famiglia e dei commensali prevedibili.
Ai lati della sala, anfore piene di acqua e tele per asciugare mani e piedi, secondo le occorrenze.
Nel retro, o nelle immediate adiacenze, la cucina, più o meno ampia. Non è da escludere che fosse giunto anche nella Palestina di Gesù, l'uso dell'impianto termico centralizzato, per il riscaldamento di tutta la casa, o parte di essa.
Lo avevano inventato gli etruschi; e Roma lo aveva diffuso in tutto l'impero. Tali dovevano essere le abitazioni dei pontefici Anna a Kaifa, del re Erode Antipa e anche quelle di Giuseppe d'Arimatea, di Nicodemo, di Marta e Lazzaro, di Zaccheo, di Giovanna di Cusa e altri amici di Gesù.
Vedremo in seguito, quanto fossero differenti quelle dei poveri, ai quali il Salvatore riservò sempre le sue preferenze.