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E' il cammino della perfezione
La domanda si riallaccia ad un discorso, che era diventato comune, ai tempi d'oro dell'AC: Ci si deve confessare spesso, perché la Confessione aumenta la grazia". Ben detto: Confessarsi spesso; ma non esattamente "per aumentare la grazia".
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Oggi nemmeno con le donne
Vi siete accorti che, oggi, i sacerdoti non insistono più sul confessionale, neppure con le donne?
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Non può essere un interrogatorio
Vi sarà capitato, certamente, di rimanere un po meravigliati che il confessore, specie se giovane, non vi abbia fatto alcuna domanda. nell'amministrarvi il sacramento del perdono.
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CONFESSORE NON PSICHIATRA !
Una frequenza al sacramento della Penitenza, che giunga alla esagerazione (ricordiamo che nel 6/700 si arrivava ad una o due volte il giorno, da certe anime pie) va assolutamente sconsigliata. Anzitutto perché indica ignoranza, o noncuranza, degli altri pezzi di purificazione, di cui dispone la Chiesa; e poi perchè ha le sue brave controindicazioni, su piano psicologico.Si, perché in altri tempi non ci si avvedeva dei tormenti che ne derivavano, particolarmente in soggetti ad alto rischio di scrupoli fastidiosissimi e idee ossessive da colpa, da peccato che si vedeva ovunque... Ne hanno pagato le spese le anime più pure. Se si tiene conto che il sacramento della Penitenza non e' fatto per raggiungere una specie di liberazione psichica da fissazioni, complessi e affini, si capisce che, per questi casi, occorre rivolgersi allo psichiatra e non al sacerdote. Fare diversamente, è sbagliare indirizzo e aggravare lo squilibrio della persona. Dopo confessati, ci si sente normalmente più sereni, più limpidi: ma questo è un semplice effetto collaterale della pace della coscienza; e abbiano detto che neppure su queste sensazioni ci si può basare, per capire se ci si è confessati bene, o meno. Resta, pertanto, ribadito che ci si accosta alla Penitenza, per ricavarne purificazione dalle colpe e, assai più precisamente, la forza sacramentale di convertirci, ossia correggerci dai nostri peccati. Servirsi del confessore, per scaricare su di lui fissazioni, senso di colpa e responsabilità di fondo, non è far buon uso di questo sacramento, ma camminare in direzione di alienazioni morali assolutamente deplorevoli. Il confessore, e, molto meglio il direttore spirituale, devono aiutarci ad assumere in proprio ogni responsabilità corale e spirituale, magari con metodo graduale, per chi é maggiormente tentato di 'scaricare su terzi, in modo da raggiungere, quanto priva possibile, una lodevole autonomia interiore, mediante la quale impegnarsi con Dio in prima persona. E dire che alcuni vanno deplorando che, al giorno d'oggi, la gente ricorra più facilmente, per consigli, allo psicologo, al neurologo e, se permettete, al direttore di qualche rivista semi porno, piuttosto che al confessore... Ma, viva il cielo!, è meglio che le cose si chiamino con il loro nome e venga a confessarsi solo chi intende di riconciliarsi con Dio e avere da lui, tramite il sacramento apposito, la grazia sacramentale che purifica e sostiene sul cammino della conversione.